Allevamenti intensivi e azoto: Greenpeace vince contro il governo olandese

Una sentenza mette in relazione l’inadempienza del governo con i danni da emissioni da azoto dovute agli allevamenti

Il 22 gennaio 2025, il tribunale dell’Aia ha emesso una sentenza con la quale ha ordinato al governo olandese di ridurre drasticamente le emissioni di azoto entro il 2030. La causa, promossa da Greenpeace Olanda, sosteneva che le autorità non avessero adottato misure adeguate per limitare le emissioni di ossidi di azoto e ammoniaca, principalmente derivanti dagli allevamenti intensivi, dall’uso massiccio di fertilizzanti, oltre che dal traffico e dall’edilizia.

La sentenza ha così riconosciuto che gli habitat naturali olandesi sono stati significativamente danneggiati da questo tipo di inquinamento e che il governo non ha rispettato le normative europee in materia di protezione ambientale. Inoltre, ha stabilito che lo Stato deve attuare immediatamente misure efficaci per garantire che, entro il 2030, metà delle aree naturali sensibili all’azoto rientrino al di sotto delle soglie critiche stabilite. In caso di inadempienza, è prevista una sanzione di 10 milioni di euro a favore di Greenpeace.

Questa sentenza evidenzia l’urgenza di affrontare l‘impatto ambientale degli allevamenti intensivi, non solo nei Paesi Bassi ma anche a livello globale. In Italia, ad esempio, gli allevamenti intensivi sono responsabili di elevati livelli di emissioni di ammoniaca, contribuendo significativamente all’inquinamento atmosferico e alla formazione di polveri sottili, soprattutto in alcune zone della penisola, come la Pianura Padana.

Greenpeace Italia ha sottolineato la rilevanza della decisione olandese, auspicando che serva da monito per il governo italiano. L’Italia è infatti sottoposta già ora a una procedura di infrazione per il mancato rispetto della Direttiva Nitrati, a causa degli eccessivi carichi di azoto che contaminano alcuni territori, provenienti principalmente dagli allevamenti intensivi.

La riduzione delle emissioni di azoto è cruciale per proteggere la biodiversità, migliorare la qualità dell’aria e dell’acqua e garantire un ambiente sano per le future generazioni. La sentenza dell’Aia rappresenta un passo significativo in questa direzione, evidenziando la necessità di politiche ambientali più rigorose e di una transizione verso pratiche agricole sostenibili.

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