Animali vivi per addestrare i Marines, l’inchiesta shock di NBC

Capre e maiali usati come vittime di guerra nell’addestramento dei Marines che simula un vero conflitto bellico: la segretissima pratica del “live tissue training”

addestramento marines animali

Una recente inchiesta investigativa condotta da NBC ha rivelato l’agghiacciante pratica del “live tissue training” (“addestramento con tessuto vivo” tradotto letteralmente), ovvero dell’utilizzo di animali vivi nei centri di addestramento militari per simulare un vero scenario bellico e valutare gli effetti delle pallottole su altri esseri viventi.

Il report ha denunciato in particolare la situazione all’interno della base militare di Camp Pendleton a San Diego, CA. Per l’addestramento i Marines vengono privati dei cellulari e condotti in un vecchio campo da golf abbandonato dove un appaltatore privato, la Simmec Training Solutions, fornisce loro i servizi per l’esercitazione. Tali servizi consistono in maiali e capre che vengono feriti, mutilati, bruciati come le vittime di un vero conflitto bellico e tenuti in vita dai medici abbastanza a lungo da simulare lo scenario di un vero campo di battaglia.

“Noi siamo persone compassionevoli” ha raccontato un cadetto di appena 13 anni la cui identità non viene rivelata “cerchiamo di salvare vite, e invece ci ritroviamo a fare parte di qualcosa che infligge dolore e sofferenza agli animali”. Un suo compagno rivela che questa pratica di addestramento è segretissima “Non vogliono che nessuno scatti foto o faccia un video per poi metterlo su YouTube” (ecco il perché della deprivazione dei cellulari).

Dal 2015, la Simmec ha incassato 1.2 milioni di dollari da Camp Pendleton e altri 6 milioni dal Dipartimento della Difesa a testimonianza del fatto che si tratta di un’atrocità legalizzata (anche se tenuta ben nascosta) negli Stati Uniti.

Gli attivisti per i diritti degli animali hanno evidenziato come questa pratica, oltre a essere crudele e violenta, sia anche assolutamente fallace per via delle evidenti differenze anatomiche che gli animali presentano rispetto all’uomo, gambe corte ad esempio o toraci piccoli. Basterebbe una realtà di combattimento simulata (che assomigli, per intenderci, ai videogiochi di ultima generazione) per risolvere il problema senza spargimenti di sangue.

PETA aveva già presentato diversi anni fa una proposta di legge per mettere al bando questo tipo di esercitazione militare che aveva avuto l’effetto di ridurre l’uso di animali vivi nelle fasi di addestramento dei Marines; l’auspicio è che si arrivi a un’abolizione completa e definitiva.

Serena Porchera

Animali vittime innocenti e dimenticate di qualsiasi guerra

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