Transizione energetica, perché il nucleare rischia di essere solo una distrazione

In vista delle elezioni si torna a parlare di nucleare: Stefano Caserini ci spiega i perché di una “distrazione” che rischia di farci perdere tempo prezioso verso la vera transizione energetica

È uno degli argomenti dei quali più si è discusso in questa prima parte di campagna elettorale, in vista delle elezioni politiche del 25 settembre: il nucleare (e le scelte energetiche che l’Italia sarà chiamata a compiere nei prossimi mesi, se non altro in risposta alla crisi scatenata dalla guerra russo-ucraina). Tanto che il centro-destra e il terzo polo hanno già dichiarato di voler inserire il passaggio al nucleare di nuova generazione nel proprio programma elettorale. Ma può essere una strada percorribile, il nucleare?

Nucleare, distrazione che ci fa perdere tempo

In tempi meno sospetti di quelli attuali – all’inizio dell’estate, quando la caduta del Governo Draghi era ancora di là da venire – ne abbiamo parlato con Stefano Caserini, docente di Mitigazione dei cambiamenti climatici del Politecnico di Milano, nel corso di una lunga intervista sul tema della transizione energetica, che potete leggere integralmente qui, sul numero #25 di Vegolosi MAG . “Il mio parere – ci ha spiegato Caserini – è che il nucleare non potrà giocare un ruolo significativo nella transizione energetica italiana – al di là del fatto che qualcuno ci speri – principalmente per due suoi limiti. Il primo è legato ai costi e agli investimenti necessari per la produzione, più alti rispetto ad altre forme di energia. A chi oggi ha già le centrali conviene sicuramente andare avanti su quella strada, ma per chi non ce le ha – come l’Italia – puntare sul nucleare adesso vorrebbe dire investire enormi quantità di denaro: risorse che non abbiamo. Il secondo è il tempo che serve per costruire e far funzionare le centrali. Già oggi il sole e il vento sono molto più competitivi rispetto al nucleare, anche se richiedono dei sistemi di accumulo che incidono sui costi”.

Questioni tecniche, dunque, ha ricordato il professore, senza dimenticare, tuttavia, quelle più strettamente politiche: “In Italia – ha sottolineato Caserini – c’è stato un referendum sul nucleare con il quale i cittadini si sono espressi chiaramente contro e in democrazia questo dovrebbe contare qualcosa. Infine, ancora non abbiamo risolto alcuni problemi strutturali del nucleare come quello delle scorie. A mio avviso – ha concluso – il nucleare rischia di essere solo una distrazione che ci fa perdere tempo, mentre è chiaro che il cuore della transizione per l’Italia saranno il sole, il vento, le pompe di calore, l’efficientamento energetico. Se mai in futuro dovesse arrivare il nucleare, quello di nuova generazione, si troverebbe inserito in un sistema energetico nel quale il sole e il vento la faranno da padroni e saranno nettamente più economici e competitivi”. 

Rinnovabili, più competitive e meno costose

Puntare sull’efficientamento energetico e le rinnovabili avrebbe evidenti ripercussioni – positive – anche sul costo dell’energia e, a cascata, sulle nostre bollette. I motivi per i quali queste ultime sono schizzate alle stelle negli ultimi mesi, “sono diversi – ha spiegato Caserini – l’aumento del costo del gas e quello dei crediti di CO2 nel mercato dell’emission trading, alcuni problemi logistici legati alla produzione di gas durante i lockdown, l’aumento della richiesta di gas con la ripresa delle attività post-pandemia, i meccanismi di vendita e acquisto dell’energia, che non consentono di beneficare a pieno dei minori costi delle rinnovabili. E poi, certamente, la guerra e le politiche dei diversi Paesi. Sulle rinnovabili – ha aggiunto – già oggi si osserva come nei Paesi nei quali ci sono grandi quote di energia da eolico e idroelettrico, come in Norvegia e Danimarca, in molte ore del giorno l’energia costa pochissimo. Numerosi lavori scientifici mostrano come un sistema energetico rinnovabile potrebbe essere più competitivo e meno costoso del fossile per i cittadini, soprattutto in un periodo nel quale quest’ultimo è caricato di costi enormi legati alla speculazione. Certamente – ha osservato ancora Caserini – occorre investire e occuparsi delle persone che con la transizione energetica potrebbero perdere il lavoro. È bene dire che il fatto che questo passaggio convenga a livello di sistema Paese e globale può non voler dire che per tutti sarà meglio nell’immediato. Ma questo è poi il compito della politica: ridistribuire vantaggi e svantaggi“. Vedremo se e come la politica intenderà farlo dopo il 25 settembre.

 

 

 

Iscriviti alla newsletter e ricevi subito l'ebook gratis

Quattro ricette MAI pubblicate sul sito che potrai scaricare immediatamente. Puoi scegliere di ricevere una ricetta al giorno o una newsletter a settimana con il meglio di Vegolosi.it.  Iscriviti da qui.

Sai come si fa la salsa zola vegan? Iscriviti alla newsletter entro e non oltre l'11 maggio e ricevi subito la video ricetta

Print Friendly
0