Messico: maltrattare gli animali diventa reato, svolta storica

Nello stato di Jalisco, che produce il 10% del PIL messicano, un’importante riforma cambierà le condizioni di vita anche negli allevamenti intensivi; e in Italia?

Con 30 voti a favore, 6 astenuti e 0 contrari, dal Messico arrivano grandi novità in fatto di tutela legislativa dei diritti degli animali “da reddito”: grazie al lavoro dell’associazione internazionale Animal Equality – attiva in Europa, Nord e Sud America e Asia – nello stato di Jalisco è stata approvata l’iniziativa “Jalisco senza crudeltà”, con una riforma importante del Codice Penale. Grazie a questo emendamento, il maltrattamento degli animali è passato da illecito amministrativo a reato penale; in più, secondo quanto riportato dall’associazione animalista, questa riforma legislativa ha permesso di inasprire le pene “per chi si macchia di reati come mutilazioni, crudeltà, abusi, mancato stordimento e negligenza da parte dei veterinari e sarà impedito ai condannati di tornare a lavorare con gli animali per un minimo di tre anni o per sempre in caso di recidive”.

Un rinnovamento importante (tanto più se si pensa che lo stato di Jalisco produce il 10% del PIL messicano) che permetterà di migliorare in maniera concreta la vita di oltre 200 milioni di animali nel mondo. Sì, perché Jalisco è uno degli stati messicani nei quali vengono macellati più animali in assoluto e, stando alle investigazioni portate avanti negli ultimi tre anni negli allevamenti e nei macelli del luogo da Animal Equality, il più delle volte con metodi crudeli e anacronistici. “Inoltre – come riporta Animal Equality Messico – i nostri attivisti hanno riferito di aver assistito alla partecipazione di minori nelle uccisioni degli animali. Di conseguenza, è stato inserito un paragrafo nella nuova legislazione che garantisce che se il reato di abuso sugli animali è commesso in presenza di un minore o è lo stesso minore a commetterlo, la sanzione sarà applicata agli adulti coinvolti negli eventi”.

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Il team messicano di Animal Equality subito dopo la votazione da parte del Congresso dello Stato di Jalisco

La situazione in Italia

Mentre nel resto d’Europa – come in Francia, dove il maltrattamento sugli animali è diventato reato penale – e nel mondo la tutela dei diritti animali fa passi avanti, l’Italia sembra rimanere in una fase di stallo: anche se di recente il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa si è pronunciato rispetto all’importanza di rivedere al più presto la legge sul maltrattamento degli animali (anche “da reddito”), di fatto la situazione negli allevamenti e nei macelli del nostro paese non sembra migliorare.

La foto, realizzata in un allevamento italiano da Essere Animali, mostra come la pratica della mutilazione dei suinetti sia la normalità in molte strutture

L’ultima testimonianza di questo, in ordine di tempo, arriva dall’associazione animalista Essere Animali, che con una nuova investigazione ha documentato la situazione tragica in cui vivono 9 milioni di maiali nel nostro paese. In particolare l’indagine si è concentrata sulle scrofe da riproduzione e sui maialini e ha portato alla luce una realtà fatta di animali chiusi in gabbie piccolissime per gran parte della loro esistenza, ma anche di mutilazioni (illegali) senza l’impiego di farmaci analgesici e anestetizzanti su cuccioli di pochi giorni di vita.

Il tutto ha portato alla nascita della campagna #SOSpig, con la quale l’associazione chiede alla grande distribuzione organizzata di rifornirsi solo presso allevamenti che abbiano eliminato l’utilizzo delle gabbie per le scrofe e le procedure di mutilazione per i suinetti. Il problema, però, è più ampio: ormai non si contano le investigazioni negli allevamenti intensivi italiani che documentano torture e maltrattamenti illeciti su maialipolli e bovini, eppure una riforma legislativa come quella avvenuta pochi giorni fa in Messico sembra ancora un miraggio lontano.

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