Chiara Canzian: “Diventerò vegana, per ora cerco un confronto costruttivo”

In occasione dell’uscita del libro “Sano, vegano, italiano” abbiamo parlato con Chiara Canzian del suo rapporto con il padre e con la cucina “veg”

Tutti conoscono Red Canzian, storico cantante e bassista dei Pooh. Forse un po’ meno conosciuta è sua figlia Chiara, con la quale nell’ultimo anno Red ha lavorato a un progetto importante: un libro di ricette vegane.
Il cantanteha scelto un’alimentazione a base vegetale da molti anni e da sempre esprime il proprio punto di vista e parla del proprio percorso verso una vita “veg” con toni pacati e gentili, senza aggressività o insofferenza anche quando le domande si fanno incalzanti e i toni canzonatori. Questa è la filosofia che ha adottato anche in “Sano, vegano, italiano”, libro di circa 250 pagine scritto a quattro mani con Chiara e pubblicato di recente, che vuole essere – proprio come dice la copertina – una raccolta di “storie e ricette”. Le storie sono raccontate nella prima parte del volume da Red stesso, che ripercorre i sentieri che lo hanno condotto verso la scelta vegana ed espone – in maniera chiara e semplice – ciò che ha imparato nel corso del tempo riguardo ad alimentazione e salute. La seconda parte, invece, è curata da Chiara ed è una raccolta di ricette vegane stagionali. Vegolosi.it l’ha raggiunta per una chiacchierata .

Partiamo dall’inizio: tu nasci artisticamente come musicista; come e quando è nata, invece, la tua passione per la cucina?

In realtà la passione per la musica e per la cucina sono nate più o meno insieme, infatti da bambina oltre a cantare, passavo i pomeriggi a cucinare biscotti e dolcetti con mia mamma. Si è sicuramente sviluppata andando a vivere da sola a Milano (anche un po’ per sopravvivenza), trasformandosi poi in un vero e proprio lavoro quando ho iniziato a cucinare in vari ristoranti di Milano. Ho avuto l’onore di fare un’esperienza anche al Joia di Pietro Leemann, che mi ha veramente aperto gli occhi; dopodiché ho aperto un mio ristorante a Verona che ho seguito per due anni, prima di lasciarlo in gestione per tornare a Treviso, la mia città d’origine e seguire la creatività di vari ristoranti della Marca. Da un anno sto lavorando al libro, alla scelta delle ricette e alla realizzazione delle foto assieme alla mia amica e fotografa Giulia Fedel e finalmente questo progetto sta portando i suoi frutti.

A proposito del libro: hai collaborato con tuo padre in diverse occasioni, in progetti che avevano a che fare con la musica; com’è stato, invece, scrivere a quattro mani un libro sulla scelta vegana?

È stato facile poiché in realtà il libro è diviso in due parti piuttosto nette: la prima in cui mio papà parla della sua esperienza ed esprime il suo pensiero sulla scelta vegan e la seconda in cui io racconto 50 ricette. Ci siamo fidati l’uno dell’altra procedendo autonomamente nelle nostre due parti.

Tuo padre è vegano dal 2009 ed è stato vegetariano per molti anni. Come hai reagito quando ha preso questa decisione?

Bene, ognuno è libero di fare ciò che sente più giusto per sé. Più che altro mi sono stupita che smettesse di pescare perché era una cosa che aveva condizionato tutte le nostre vacanze (andavamo solo dove ci fosse dell’acqua per pescare…). Invece è stato proprio così, ha fatto una scelta non solo salutistica ma anche etica.

Tu sei vegetariana, vegana o onnivora?

Sono vegetariana, per ora. Ho iniziato il mio percorso anni fa eliminando prima la carne e poi il pesce. Ora raramente mi nutro ancora di formaggi e uova, ma più che altro li assumo mangiando dolci se sono a cena fuori. Sicuramente il mio percorso mi porterà a diventare vegana, ma ognuno ha bisogno del suo tempo per fare scelte convinte che non rischino di durare poco tempo per poi tornare indietro sui propri passi.

Nel 2014 hai aperto un hambugeria gourmet a Verona, curandone il menu vegetariano e vegano. Perché hai sentito l’esigenza di un menu del genere?

Quando ho aperto l’hamburgeria ero già vegetariana, quindi non avrei potuto fare altrimenti poiché la mia filosofia di vita era già impostata su un regime alimentare sicuramente più etico di quello che preveda il consumo di carne e pesce.

Tornando al libro, a chi è rivolto “Sano, vegano, italiano”?

A chiunque abbia voglia di ascoltare delle idee diverse dalle proprie, a chiunque abbia voglia di scoprire il parere di qualcuno che la pensa in maniera simile e a chiunque voglia provare qualche ricetta diversa dal solito… Insomma, è rivolto a tutti coloro che siano aperti all’ascolto e al confronto costruttivo.

Qual è il messaggio che volete trasmettere ai lettori?

Per quanto mi riguarda, ciò che voglio comunicare è che si può vivere bene e nutrirsi in maniera etica e sana anche senza perdere il gusto, la bellezza e la golosità.

La tua ricetta preferita pubblicata sul libro?

A me piacciono tantissimo le tagliatelle alla barbabietola su letto di crema di asparagi, ma anche i risi e bisi rivisitati mi danno grande soddisfazione a livello creativo.

Il tuo piatto preferito in assoluto, invece?

Io amo la pasta, quindi penso di poter affermare senza troppi dubbi che il mio piatto preferito è la pasta al pomodoro e basilico.

Ci dai qualche consiglio pratico per chi si avvicini alla cucina vegana?

Tutti i consigli sono nel libro, non ci vuole niente di complicato per cucinare vegano e nella tradizione italiana ci sono moltissimi piatti vegani: la pappa al pomodoro, la ribollita, la farinata di ceci, le orecchiette con le cime di rapa, la caponata, la pasta e fagioli, i risi e bisi. Insomma: siamo molto più abituati a cucinare vegano di quanto non si creda!

Quali ingredienti non possono mancare, secondo te, in una cucina “veg”?

Le verdure, i legumi e i cereali. Queste sono le basi per fare degli ottimi piatti vegani.

Red Canzian su Rai1, Parodi: “I bambini hanno bisogno della carne”

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