Omnipork la “carne” vegetale cinese

La Cina è il principale produttore e consumatore di carne di maiale al mondo ma la startup Right Treat sembra aver trovato la soluzione vegetale al problema.

Si chiama Omnipork e sembra carne di maiale, ma questo prodotto 100% vegetale promette di ridurre drasticamente il consumo di carne suina in Cina, paese in cui questo tipo di carne rappresenta ben il 65% di tutta quella che arriva sulle tavole.

Omnipork: salute e sostenibilità

Lanciata dalla startup Right Treat, Omnipork è una miscela di proteine, piselli, soia non OGM, funghi shiitake e riso. “Omnipork offre proteine vegane complete di alta qualità che soddisfano i fabbisogni del nostro corpo. Inoltre è privo di colesterolo, privo di antibiotici, privo di ormoni, cruelty-free, ha il 71% in meno di grassi saturi e il 62% in meno di calorie rispetto al vero maiale, mentre offre un contenuto di fibre molto più alto, il 233% in più di calcio e il 53% in più di ferro” afferma Right Treat. Insomma, dopo Beyond Meat e Impossible Foods, la schiera delle alternative vegan alla carne per un futuro più sostenibile si fa sempre più ricca.

Uno degli usi in cucina del prodotto che si presenta, per ora, sotto forma di macinato.

Sì, perché non si tratta solo di salute: l’obiettivo di Right Treat è anche quello di aiutare l’ambiente riducendo l’impatto disastroso che l’allevamento intensivo  ha sul nostro già fiaccato pianeta. Uno studio di Environmental Health Perspectives ha dichiarato che una fattoria di suini su scala industriale con 80.000 animali potrebbe produrre 1,5 volte la quantità di rifiuti della città di Philadelphia e in Cina si stima che ogni anno vengano prodotti 1,29 miliardi di tonnellate di rifiuti provenienti dall’allevamento dei maiali. “Le lagune in cui sono immagazzinati questi rifiuti contengono agenti patogeni come la salmonella, insetticidi, agenti antimicrobici e altri prodotti farmaceutici e sostanze nutritive che causano inquinamento diffuso e deterioramento dei bacini idrografici”, oltre ovviamente alle immani emissioni di gas serra.

La Cina e la carne di maiale

In Cina la carne di maiale è un prodotto amatissimo il cui consumo è cresciuto negli anni a livelli esponenziali fino ad arrivare alla cifra record di circa 56 milioni di tonnellate l’anno secondo i dati del Dipartimento dell’Agricoltura delle Nazioni Unite: un problema non da poco.

Per questo, avvalendosi anche della collaborazione di Arnold Schwarzenegger col video Less Meat Less Heat, già un anno fa il governo cinese aveva esortato la popolazione a diminuire considerevolmente la quantità di carne giornaliera in modo da dimezzare il consumo totale dell’intero Paese.

Omnipork-carne-Cina

Un passo importante ma che ancora non basta se a cambiare non è prima di tutto la mentalità: “La filosofia alla base di Right Treat è che crediamo sia possibile ottenere un patto reciprocamente fruttuoso, a lungo termine, tra il pianeta, l’umanità e gli animali”, afferma David Yeung Presidente di Right Treat e già fondatore di Green Common, catena di supermercati vegetariani.

Per fare questo Yeung spera proprio di riuscire a cambiare la dieta del popolo cinese a partire dal loro modo di pensare il cibo, seguendo l’esempio di Starbucks: “La Cina non è mai stato un paese amante del caffè. Ma ciò che Starbucks ha fatto è stato creare uno stile di vita, qualcosa a cui aspirare, qualcosa che va ben oltre ciò che c’è nella tazzina e coinvolge tutto ciò che gli sta attorno”.

Ecco perché Yeung afferma di aver pensato Omnipork principalmente per essere adatto ai piatti tipici e ai gusti cinesi affidandosi alla collaborazione di Li Yuet Faat, chef stellato del ristorante Ming Court di Hong Kong dove Omnipork ha fatto il suo debutto. Dopo qualche titubanza Li ha deciso di usarlo come ripieno per i classici ravioli al vapore xiaolong bao e il risultato fa ben sperare: il prodotto si può perfettamente usare in varie preparazioni come perfetto sostituto della carne, che sia fritto, stufato, come macinato per le polpette e così via.

Omnipork è ora in attesa di approvazione da parte delle autorità di regolamentazione cinesi e, se tutto andrà secondo i piani, dovrebbe essere disponibile per la vendita all’interno del paese entro la fine dell’anno. Arriverà anche in Occidente?

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