Medini “Il nostro circo senza animali, ma attenzione alle leggi avventate”

Quello Medini è un circo antico che, fin dalle sue origini, ha deciso di non avere animali sotto il suo tendone ma questa non pare essere una scelta dettata dall’etica.

Molti paesi, in Europa e nel mondo, di recente hanno rinunciato al circo con gli animali, considerato da molti veterinari “anacronistico e dannoso per gli animali”. L’Italia, invece, resta indietro: nonostante il pubblico diserti sempre più gli spettacoli, lo scorso anno il Governo ha stanziato 500 mila euro in più da destinare alle attività circensi. Un nuovo recente emendamento, in realtà, prevede il “graduale superamento” dell’impiego degli animali nei circhi sul nostro territorio, anche se di fatto non è ancora chiaro entro quando avverrà questa modifica. Nell’attesa, la redazione di Vegolosi.it si è messa in contatto con il Circo Peppino Medini, che ha fatto dell’assenza degli animali nei propri spettacoli il proprio punto di forza anche se non si sbilanciano sui circhi che continuano ad utilizzarli. Ecco cosa ci ha raccontato Fabrizio Medini.

Partiamo dall’inizio: perché un circo senza animali?

Un circo senza animali perché il progetto di riconversione dei nostri spettacoli volto ad avvicinarsi a forme d’arte più complesse e complete quali il teatro, la musica e il cabaret non ne prevede l’utilizzo. Far parte del mondo dei festival di teatro-circo e di una cerchia ben definita di attività non coincide col circo con animali. Sono realtà diverse e diversa è la direzione che abbiamo deciso di seguire.

Il pubblico vi segue? Quali sono i riscontri?

In un momento di profonda crisi del settore e di grande concorrenza con tutto ciò che il mondo dello spettacolo dal vivo è in grado di offrire, abbiamo comunque il nostro affezionato seguito. Il distacco graduale dalle tradizioni e la sperimentazione di nuove forme d’arte è un processo estremamente lungo e arduo, specialmente per una piccola realtà come la nostra che deve sempre anteporre la “quadratura del bilancio” ai progetti futuri .

Chi viene a vedere gli spettacoli del circo Medini? Che tipo di pubblico avete?

Il target medio è la famiglia con bambini in età scolare ma anche adolescenti e appassionati di circo di ogni età.

Ci dà una sua definizione di circo?

Il circo è la metafora della vita: il viaggio, la convivenza tra persone di etnie differenti, il senso di libertà e di non appartenenza ad un luogo preciso.

Nell’era degli effetti speciali, della realtà virtuale, dei videogiochi, c’è ancora spazio per uno spettacolo come il circo?

La nostra sfida più grande è creare sogni ad occhi aperti e rendere consapevole lo spettatore che sono tali. La troppa virtualità del mondo d’oggi non fa più recepire nel modo giusto ciò che sta accadendo realmente e ciò che è artefatto. I bambini sono la vera cartina al tornasole della riuscita dello spettacolo!

Quali sono i numeri più amati del Circo Medini?

Sicuramente il numero di verticalismo dei fratelli Cristian e Davide Medini, ma anche i numeri aerei e i momenti comici.

In questi anni di carriera che cosa è cambiato nel mondo circense?

Il pubblico, il modo di presentare lo spettacolo, il devastante sistema burocratico. Insomma, si è verificata una profonda trasformazione di tutto il settore.

La vostra attività ha il sostegno delle istituzioni?

Per ottenere il sostegno istituzionale è necessario rientrare in dei rigidissimi parametri che costano molto impegno e fatica. Noi ci siamo riusciti, anche se con mille difficoltà.

Cosa ne pensate dell’approvazione della legge che prevede il “graduale superamento” dell’utilizzo di animali negli spettacoli circensi in Italia?

È un argomento molto complesso che non si può condensare in poche battute. Il rapporto tra circo e animali è qualcosa di molto intimo, profondo e radicato che deve essere trattato da chi ha veramente delle competenze per farlo. Leggi avventate come quelle emanate, ad esempio, in Messico hanno avuto come risultato un’ecatombe di animali e la rovina di molte famiglie. Sono equilibri che vanno modificati con grande cautela. Una battuta finale? Per riequilibrare le sorti del pianeta dovremmo prima di tutto negare la supremazia dell’essere umano su di esso!

 

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