La macchia nera tinge il mare di Castel Volturno: “Sono reflui degli allevamenti di bufale”

Le immagini di un drone mostrano uno sversamento di liquidi maleodoranti vicino alla costa: le indagini sulla natura del materiale sono in corso.

Reflui-zootecnici-mare-castelvolturno

“C’è proprio puzza di cacca di bufale”: un video girato da una cittadina lungo la foce del canale Agnena tra Castel Volturno e Mondragone litorale Domizio mostra l’acqua marrone che corre veloce verso il mare che, anche grazie alle misure di lockdown degli ultimi mesi, avevano reso le acqua della costa campana cristalline e limpide. Ecco perché le immagini scattate da un drone risultano ancora più terribili e insieme spettacolari.

Nel video apparso su alcune pagine Facebook che si occupano di tutela del territorio nella zona della Terra dei Fuochi, la voce di una donna racconta la situazione: “Questo va tutto nel mare, la prima fascia davanti alla costa è tutta completamente nera e puzza da morire: che cosa hanno versato qui dentro? Dove sono le persone che dovrebbero controllare? Qui non c’è nessuno. Dall’altra parte l’acqua è pulita, qui è tutta marrone”.

Nonostante la denuncia non è chiaro se effettivamente lo sversamento mostrato nel video appartenga ad uno degli allevamenti di bufale concentrati nelle zona. Il quotidiano “Il Mattino” riporta che nella serata del 5 maggio dei militari della Guardia Costiera di Mondragone, hanno eseguito i prelievi dalle acque putride del canale e che il sindaco di Castel Volturno, Luigi Umberto Petrella ha dichiarato che nel giro di pochi giorni si dovrebbero riconoscere i risultati delle analisi. Anche il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa in un Tweet ha spiegato che “i controlli sono già stati attivati. Grazie alle foto satellitari stiamo risalendo ai diretti responsabili: non rimarranno impuniti”. Nel frattempo è bene ricordare che lo smaltimento dei liquami zootecnici è un problema a livello ambientale molto serio e che la normativa europea, applicata dalle regioni, pone limiti molto severi in merito al loro eliminazione. Basta leggere la documentazione per sapere che i liquami provenienti dalle deiezioni degli animali non possono essere gettati :

• In aree non agricole.
• In aree boschive.
• In aree con pendenza media maggiore del 15% (se prive di
adeguate sistemazioni idraulico agrarie volte ad evitare il
ruscellamento).
• Quando la falda acquifera è a profondità inferiore a 1,5 metri.
• In aree di cava (qualora non siano state ripristinate ad uso
agricolo).
• Sulle coste dei laghi e dei mari.
• Nelle riserve naturali e nelle aree di tutela integrale (Zona A) dei
parchi.
• Nelle zone di rispetto di 200 metri dai punti di prelievo degli
acquedotti pubblici.
• Nelle fasce di rispetto di 5 metri dai cigli dei corsi d’acqua.
• In terreni gelati, saturi di acqua o inondati.
• Nelle aree sottoposte a rischio idrogeologico se prive di misure
per la mitigazione del rischio idrogeologico.
• Nei suoli a coltivazione orticola in atto, i cui raccolti siano
destinati ad essere consumati crudi da parte dell’uomo.

È evidente quindi che, qualora la natura degli sversamenti documentati venisse accertata, si tratterebbe certamente di azioni illegali.


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