Inghilterra, macelleria attaccata da attivisti: “Niente odio per i vegani”

Le azioni di “guerriglia” ai danni di attività connesse con lo sfruttamento animale, sono il marchio di ALF, Animal Liberation Front: ma qual è il danno che queste azioni portano alla cultura vegan internazionale?

La macelleria di Ashford a conduzione familiare Marlow, si trova nel Kent, una contea a sud est di Londra. Pochi giorni fa è stata attaccata da alcuni vandali che hanno imbrattato le vetrine del loro negozio con scritte che fanno riferimento alla liberazione animale e alla scelta vegana: “Basta uccidere gli animali. Go vegan” si legge. L’azione è stata rivendicata da ALF (Animal Liberation Front) organizzazione che opera dal 1976 con azioni volte, fra le altre cose, a “creare danni economici e strutturali a tutte le attività che possano recare danni agli animali”.

La famiglia Marlow ha raccontato ai giornali locali di vivere nella paura, dato che quest’ultima azione è solo la messa in atto di una serie di minacce perpetrate soprattutto online sui social dell’attività e sui riferimenti TripAdvisor.
A seguito dell’incidente la famiglia ha però specificato sulla sua pagina Facebook di non volere che l’episodio di trasformi in un motivo di odio verso i vegani: “Vi preghiamo di capire che questo è stato probabilmente il lavoro di attivisti e non è un vero riflesso dei vegani!”. Moltissimi i messaggi di solidarietà all’attività della famiglia che ha riaperto i battenti in pochi giorni. Molti però anche i commenti a sostegno dell’azione dell’ALF.

L’immagine di un’attivista ALF sul sito di riferimento internazionale

La vegefobia e il suo contrario

L’episodio ha fatto nascere un aspro dibattito in Inghilterra dove l’alimentazione 100% vegetale sta ottenendo ottimi risultati soprattutto fra i giovani. Inoltre, dopo l’episodio italiano (Milano), che ha visto 5 giovani poco più che maggiorenni aggredire un ragazzo che mangiava in un ristorante vegano all’aperto, usando come pretesto la sua scelta alimentare, torna il tema dello scontro fra i sostenitori della scelta vegana e quelli della “tradizione”.

L’ALF è ritenuta da altre associazioni animaliste come la PETA, alla stregua di un gruppo terroristico e l’USDA, il Dipartimento dell’Agricoltura statunitense, conviene che all’interno dei suoi gruppi ci possano essere infiltrazioni di matrice terroristica. D’altra parte ALF sui suoi siti spiega che non c’è nulla di vero in tutte queste accuse; Rod Coronado, uno dei più importanti attivisti americani, ha spiegato: “Una cosa che ci distingue dalle accuse rivolteci – di essere terroristi, criminali violenti – è il fatto che noi non abbiamo mai fatto del male a nessuno”.

Fra le linee guida di comportamento dei singoli che operano in nome dell’ALF (che, va specificato, non ha un gruppo di riferimento, un direttivo, ma lascia libertà ai singoli di firmare le azioni che seguano le linee guida con la propria sigla), c’è proprio quella di “adottare tutte le precauzioni necessarie contro i danni agli animali, umani e non umani.”

Alf che cosa è

Un’immagine tratta dal sito italiano di riferimento su ALF

Ma quali sono le conseguenze sull’opinione pubblica di questo tipo di azioni? Possono davvero generare dei risultati pratici facendo desistere macellai, allevatori o medici che compiono sperimentazioni animali, dal continuare a fare il proprio mestiere? O si tratta solo di azioni che portano nocumento alla cultura vegana, basata nelle sue più profonde radici al concetto di non-violenza e rispetto per tutte le creature (umani compresi)? Questo tipo di azioni sembrano rientrare perfettamente in quei modelli di notizia da utilizzare come catalizzatori di messaggi negativi sulla cultura vegana e antispecista più volte analizzati sociologicamente: una singola azione di questo tipo per giornali e tv vale 100 volte il possibile dibattito pacato ma serrato fra chi sostiene la necessità di una cambiamento radicale nella nostra alimentazione e chi sostiene tesi contrarie. Che cosa, quindi, prevarrà nell’immagine pubblica relativa al movimento animalista?

Se la vegefobia nasce dall’ignoranza rispetto al tema della cultura vegana, animalista e antispecista, ricca di storia e di dibattiti trasversali su molti ambiti (da quello etico, a quello ambientalista, a quello filosofico, sociologico e storico), come inserire in questo panorama azioni come quella ai danni della macelleria Marlow?

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