Presidente del distretto di Brooklyn: “Via la carne processata dalle scuole”

Vegano da quando gli è stato diagnosticato il diabete di tipo 2, Eric Adams sostiene che sia necessario bandire la carne dall’alimentazione, soprattutto dei più piccoli.

Eric Adams carne lavorata New York

“Dal momento che è contro la legge dare una sigaretta a un bambino, dovrebbe esserlo anche servire carne lavorata nelle nostre scuole“. Questo il pensiero di Eric Adams, presidente del distretto di Brooklyn (New York), diventato vegano quando gli fu diagnosticato il diabete di tipo 2 e divenuto sostenitore della necessità di bandire la carne dall’alimentazione, specialmente da quella dei più piccoli. Proprio in virtù di questa idea, Adams preme perché sia vietato servire carne lavorata nelle scuole pubbliche: di recente, infatti, ha lavorato perché fosse presentata al Governo una risoluzione che vietasse questo tipo di alimento nelle mense scolastiche della città.

Carne lavorata, OMS: cancerogena come il fumo di sigaretta

Un’idea questa, legata principalmente a motivi di salute dal momento che, come ricorderete, nel 2016 l’OMS ha classificato la “carne processata” tra i cancerogeni umani certi (al pari di alcol, fumo e smog) e la carne rossa, invece, tra i cancerogeni umani probabili. “Sappiamo che non daremmo mai sigarette ai nostri figli, quindi non c’è assolutamente motivo per continuare ad avvelenare la loro salute con alimenti trasformati” ha dichiarato Adams. La sua, come accennato, è stata una presa di coscienza dettata dalla malattia: nel 2016, infatti, gli su diagnosticato il diabete di tipo 2 ma nessun medico gli consigliò di scegliere una dieta a base vegetale per combatterlo, nonostante il consumo di carne rossa e lavorata sia associato all’insorgenza di ben 9 tipi diversi di malattie, tra le quali anche il diabete.

Eppure, Adams ha scelto da sé di cambiare alimentazione, decidendo di eliminare completamente i prodotti animali dalla propria tavola ottenendo subito enormi benefici: la malattia è scomparsa e l’uomo non assume più farmaci contro il diabete. “La mia guarigione è un atto d’accusa contro il nostro sistema sanitario”, ha affermato, portando da quel momento il proprio esempio per sostenere la dieta vegan a livello pubblico. “Nessun genitore – ha sottolineato inoltre – farebbe intenzionalmente qualcosa che potrebbe danneggiare i propri figli, per questo non possiamo continuare a nutrirli con sostanze che, è dimostrato scientificamente, possono aumentare le loro probabilità di ammalarsi di cancro più avanti negli anni. L’aspetto più devastante e straziante di questo mio percorso – ha concluso – è stato proprio scoprire che il cibo con il quale nutrito mio figlio per anni ha contribuito ad alimentare le sue allergie e i suoi problemi di asma”.

Una battaglia appena iniziata

Non è ancora chiaro se e come la risoluzione verrà approvata, quello che è certo è che la dieta vegana trova sempre più sostegno, anche dal mondo politico: come ricorderete, infatti, tempo fa è arrivato un segnale forte dai politici danesi, che hanno scelto di eliminare per 22 giorni la carne dalla propria dieta, per sensibilizzare contro i cambiamenti climatici. Allo stesso modo, anche il Portogallo ha di recente stabilito l’obbligo per legge di servire almeno un piatto vegano nelle mense pubbliche e in Argentina, invece, il Governo ha avviato un dibattito sul consumo di carne servendo esclusivamente piatti a base vegetale ogni lunedì alla Casa Rosada, l’equivalente della Casa Bianca negli Stati Uniti. Il nostro paese, invece, sembra rimanere indietro: sebbene Roma abbia ottenuto il quinto posto tra le capitali più “veggy” del vecchio continente, non esiste nessuna presa di posizione “ufficiale” a livello politico e gli italiani consumano in media 200 g di carne al giorno (ben oltre i 500 g settimanali consigliati dall’AICR per la prevenzione dei tumori).

 

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