Elezioni politiche 2018: chi proteggerà gli animali?

Che cosa promettono le forze politiche in campo sul tema degli animali, degli allevamenti e della cultura del cibo vegetale, per le prossime elezioni politiche? Poco e nulla.

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Programmi, promesse elettorali, necessità di accaparrarsi voti e dare, come si dice “un colpo al cerchio e uno alla botte”. Ben nascosti fra le pieghe dei programmi elettorali si trovano, sparuti, anche i riferimenti al tema degli animali, degli allevamenti intensivi, della caccia, della pesca e degli allevamenti di animali da pelliccia. In alcuni casi, però, gli intenti sono addirittura contrastanti fra loro: questione di battute, e da protetti, gli animali, possono diventare risorsa economica da sfruttare.

I partiti che non hanno considerato gli animali nel programma

Incredibile a dirsi ma, nonostante in Italia quanto meno gli animali domestici, siano decisamente oggetto di attenzioni, cure e di una grande passione, ci sono programmi politici che non contemplano minimamente fra le loro promesse programmatiche, un’attenzione a questo argomento. Fra di essi la Lega (non più solo Nord, ricordiamolo) che, anzi, esprime chiaramente la sua posizione pro-caccia e pro-pesca. Leggiamo per esempio: “Il nostro Governo chiederà con forza e determinazione all’UE di modificare e/o cancellare qualsiasi direttiva volta a penalizzare la pesca italiana…”; Noi con l’Italia (UDC), non menziona nei suoi programmi, nemmeno per sbaglio, gli animali o questioni ad essi correlate. Ancora più incredibile l’assenza di una qualsiasi linea programmatica dedicata agli animali nel programma del Partito Democratico, dove si parla dei successi di Expo e della necessità di “Tutelare ancora il reddito degli agricoltori, dei pescatori, dei produttori a partire dalla formazione dei prezzi e sull’equa distribuzione del valore nelle filiere, per garantire la dignità di chi produce”. Va segnalato, però, che fra i parlamentari che hanno aderito alla richiesta da parte di Essere Animali di prendere un impegno serio contro l’allevamento dei visoni in Italia, c’è Monica Cirinnà, vegetariana e in quota PD.
Sempre nulla di fatto nel programma di Angelino Alfano con la sua lista Civica Popolare capitanata da Beatrice Lorenzin.

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I partiti che hanno considerato gli animali, ma con prudenza.

Partiamo da Forza Italia che ha “inglobato” (senza troppo sorpresa, fra l’altro) il programma del Movimento Animalista di Michela Vittoria Brambilla. Se è vero che i punti del programma del Movimento risultano positivi (anche secondo l‘analisi fatta da LAV), come “il riconoscimento in Costituzione degli animali quali esseri senzienti, l’abolizione della caccia, il divieto di allevamento per la produzione di pellicce”, un punto in particolare, uno dei più originali rispetto ai programmi degli altri partiti ossia “progressiva abolizione degli allevamenti intensivi e la promozione dell’educazione alimentare, della cultura e della scelta Veg nelle mense pubbliche”, appare in netto contrasto con un punto programmatico di Forza Italia, che è il vero partito che si presenterà alle elezioni e che promette di “rilanciare la zootecnia italiana: ripopoliamo i pascoli del Sud, con i bovini nati e cresciuti in Italia”. Come si concilieranno, quindi le richieste del Movimento con i punti del programma di Forza Italia?

Qualche accenno ma solo agli animali “d’affezione” (cani e gatti), lo si trova nel programma di Giorgia Meloni con il suo partito Fratelli d’Italia che al punto 13 delle promesse parla di un “Codice di tutela degli animali domestici e di affezione”, anche se manca il “che cosa”: “creazione di”, “studio di un”?

Il partito capitanato da Emma Bonino, +Europa, invece, parla di “una crescita della sensibilità nei confronti delle specie animali, da tradurre anche in vincoli di comportamento”, intento che però è in piena antitesi con le loro dichiarazioni sulla ricerca scientifica: “La normativa nazionale – si legge – deve recepire correttamente quanto previsto dalle direttive europee sulla sperimentazione animale”, ma l’Italia ha un regolamento su questo tema decisamente più restrittivo, per il quale è stata anche segnalata dallo stesso Parlamento Europeo con una lettera di messa in mora.

Sperimentazione animale elezioni politiche 2018Nel programma di Insieme, forza politica che ha unito Verdi, Partito Socialista e Area Civica, si trovano numerosi riferimenti al tema della tutela degli animali. Nel programma si parla anche di “Disincentivare gli allevamenti intensivi e i pesticidi e sostenere il biologico”. In più si fa cenno alla necessità di “sostituire l’utilizzo di animali nella ricerca con metodi alternativi”.

Liberi e Uguali di Pietro Grasso cita “il benessere animale e l’abolizione della caccia in deroga”. Potere al Popolo, portata alle elezioni da Viola Carofalo, dedica un buono spazio alla tematica ma si limita a chiedere modi “migliori” per uccidere gli animali: “Si deve promuovere un altro modo di allevare degli animali per la nostra alimentazione che sia meno crudele, meno orientato ai grandi numeri, ma bensì, a riconoscere loro il diritto di una vita e di una morte dignitosa e senza sofferenza.”

Il Movimento 5 Stelle porta nel suo programma numerosi punti sul tema animale. Sulla caccia prevedono: “La gestione della fauna selvatica attraverso catture e abbattimenti selettivi che deve essere finalizzata a prevenire o ridurre i danni alla biodiversità e ai servizi ecosistemici”. Sugli allevamenti si trova una certa freddezza: “In riferimento alle norme Ue sul benessere animale e compatibilmente con gli obiettivi di reddito degli allevatori, tra le altre cose, bisogna attuare un graduale passaggio ai sistemi di allevamento alternativi, anche attraverso incentivi economici o defiscalizzazioni”. Nel programma su trova anche una menzione speciale per i pulcini: “Un maggiore controllo sul numero dei pulcini, ogni giorno soppressi perché “inutili” per la catena economica degli allevamenti. Riteniamo inoltre fondamentale migliorare le condizioni di trasporto e macellazione degli animali”. Anche qui miglioramento delle condizioni di abbattimento ma una posizione chiara contro gli allevamenti di animali da pelliccia.

Quello che emerge più chiaramente da questa analisi è la totale assenza di una reale forza politica o sociale che abbia portato alle elezioni 2018 le idee, la cultura e i concetti legati alla alimentazione e lo stile di vita vegetale, dell’antispecismo e della vera ricerca alternativa. Rimane anche chiaro il perché: come sostenuto e spiegato anche dai filosofi Massimo Filippi e Leonardo Caffo, la disgregazione e divisione all’interno del mondo “veg”, risulta letale al fine di poter concretamente portare sul piatto alternative solide, strutturate e credibili. Nessuna forza politica, nonostante le informazioni, le inchieste e la crescente attenzione dei consumatori, ha chiaramente espresso la sua volontà di eliminare gli allevamenti intensivi. Evidentemente il tam-tam sul “benessere animale” da garantire cercando metodi di allevamento “buoni”, ha funzionato ed è solo di questo che, forse, si parlerà con calma fra i banchi del Parlamento, a partire dal prossimo Marzo.

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