Cosmetici vegani e cruelty-free: cosa sono e perché sceglierli

Non sempre (anzi, quasi mai) i prodotti cosmetici sul mercato sono in linea con la scelta vegana. Scopriamo perché anche grazie ad un nuovo completissimo manuale

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Essere vegani è una scelta che tocca molti aspetti della vita di una persona e che raramente si ripercuote solo sull’alimentazione. Dopo aver scoperto cosa indossano i vegani, ora cerchiamo di capire qualcosa di più sulle preferenze dei vegani in fatto di cosmesi. Perché, infatti, è difficile che una persona vegana per motivi etici faccia i propri acquisti in una profumeria tradizionale? Grazie al libro della blogger americana Sunny Subramanian “La guida etica alla bellezza”, edito in Italia da Edizioni Sonda e curato per l’edizione italiana dalla bravissima blogger Glenda Svanoni, scopriamo insieme qualcosa di più sulla cosmesi vegana e cruelty-free.

Cosmetici tradizionali e il “boom” della cosmesi biologica

Ancora prima del discorso sulla questione etica e sui test sugli animali, vogliamo soffermarci un attimo a parlare degli ingredienti dei cosmetici, riportati sulle confezioni in un elenco chiamato INCI. Si tratta di nomi latineggianti e sigle alfanumeriche sconosciuti ai più, dietro ai quali spesso si nascondono ingredienti che – a lungo andare – possono risultare dannosi, per noi e per l’ambiente. Questo perché, per quanto possa sembrare incredibile, le aziende cosmetiche hanno davvero pochi vincoli riguardo agli ingredienti dei loro prodotti: sono banditi solo determinati additivi coloranti e qualche sostanza manifestamente tossica. Per il resto, “sono più di 82 mila le sostanze ammesse nei cosmetici; tra queste, una su otto è considerata cancerogena e contiene pesticidi, tossine e sostanze chimiche aggressive” come spiega Sunny Subramanian nel libro.

Tutti i marchi di bellezza popolari, dal più economico ai brand di lusso, fanno uso di questi ingredienti, ma da qualche anno si è sviluppata una nuova sensibilità sull’argomento. Soprattutto grazie al web, infatti, è scoppiato il trend della cosmesi biologica naturale, che non fa uso di sostanze dannose o aggressive ma si basa sull’impiego di ingredienti quanto più possibili naturali e biocompatibili. Molto spesso queste aziende – marchi talvolta presenti da poco sul mercato – sono attente alle tematiche ambientali ed etiche, ma è bene comunque stare attenti. Ricordiamo infatti che per essere certi di acquistare cosmetici realmente cruelty-free, “bio” o meno, bisogna sempre fare riferimento agli elenchi ufficiali – come quello di LAV – che riportano i nomi di tutte le aziende che non testano sugli animali e che vendono sul territorio Europeo. L’assenza da questi elenchi, unita alla mancanza di una certificazione ufficiale, rende qualsiasi dichiarazione dell’azienda inattendibile.

Cosmesi-vegana

Cosmetici vegani e cruelty-free: sono la stessa cosa?

Cominciamo col dire che i cosmetici cruelty-free non sono necessariamente vegani: gli ingredienti di quel dato cosmetico, infatti, possono non essere testati sugli animali, ma possono essere di origine animale. Allo stesso modo, esistono prodotti casualmente vegani, cioè cosmetici che non contengono ingredienti animali ma che sono stati testati sugli animali perché realizzati da aziende che lo prevedono. È bene quindi fare attenzione, scegliendo sempre cosmetici di aziende che non testino sugli animali, ma prestando anche attenzione all’elenco degli ingredienti, per assicurarsi che siano vegani in mancanza di una certificazione adeguata. Per destreggiarsi tra la nomenclatura INCI, esistono strumenti online come il BioDizionario o In-gredients, che permettono di conoscere l’origine di un ingrediente cosmetico e catalogarlo (tramite dei “semafori” rossi, gialli o verdi) come dannoso o meno per la pelle.

Test sugli animali: cosa dice la legge

L’Unione Europea ha vietato ogni test sugli animali in ambito cosmetico dall’11 marzo 2013: non solo è vietato testare i cosmetici e i loro ingredienti sugli animali sul suolo europeo, ma anche importare da altrove gli ingredienti cosmetici testati. Detto questo, mentre ci sono paesi come gli USA dove i test sugli animali in ambito cosmetico non sono obbligatori per legge, ci sono ancora paesi che invece li richiedono espressamente, come la Cina. Quindi, se un’azienda europea o americana produttrice di cosmetici vegani e cruelty-free volesse ampliare il proprio mercato in queste zone, dovrebbe per legge fare ricorso ai test sugli animali, così che gli stessi cosmetici sarebbero ancora vegan ma non più cruelty-free. Una speranza di cambiamento, però, esiste: non solo in Europa, ma anche in altri paesi spesso si fa ricorso a test “alternativi” a quelli sugli animali, portati avanti combinando gli studi sulle cellule umane con le moderne tecnologie. Questi test non sono solo più veloci da effettuare, ma sono anche considerati più attendibili per quanto riguarda la compatibilità con gli esseri umani.

“La guida etica alla bellezza”
di Sunny Subramanian & Chrystle Fiedler
Edizioni Sonda
238 pagine – € 19,90

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