Perché il cane si chiama anche Fido? La storia è incredibile

Un esempio di amore incondizionato e fedeltà quello di Fido, cane italiano che ha aspettato ogni giorno per 15 anni il ritorno del padrone

Molti di noi conoscono la storia di Hachiko, cane di razza Akita vissuto in Giappone negli anni ’20 e famoso in tutto il mondo per la fedeltà mostrata nei confronti del proprio padrone. In pochi, però, sanno che anche in Italia è vissuto un cane estremamente fedele chiamato Fido, protagonista di un racconto molto commovente e al quale oggi, magari senza saperlo, rendiamo omaggio chiamando così i nostri amici a quattro zampe.

La storia di Fido

Luco del Mugello, Firenze: nell’inverno del 1941 Carlo Soriani, operaio alle Fornaci Brunori di Borgo San Lorenzo, trovò in un fosso un cucciolo di cane ferito, un incrocio di Pointer inglese che decise di portare a casa con sé e di adottare, dandogli il nome di Fido. I due erano inseparabili al punto che il cane, ogni mattina, usciva con il padrone alle 5.30 per accompagnarlo a prendere la corriera che lo avrebbe portato al lavoro; dopo averlo visto partire, Fido tornava a casa fino all’ora in cui sapeva che Soriani sarebbe rincasato, quindi riappariva nuovamente ad aspettarlo alla fermata. Questo “rituale” continuò ogni giorno e ogni sera per due anni fino al 30 dicembre del 1943, quando Soriani rimase vittima di un violento bombardamento sulle Fornaci Brunori. Anche quella sera Fido era alla fermata ad attendere l’amico, che però ovviamente non vide scendere dalla corriera. Si racconta che i colleghi sopravvissuti di Carlo scesero in silenzio e che Fido li esaminò uno ad uno; non avendo trovato il padrone, saltò quindi sulla corriera e invano cercò fra i sedili Carlo Soriani, che purtroppo non avrebbe mai più rivisto.

la domenica del corriere fido

Eppure Fido non si arrese: da quel giorno, ogni sera, il cane fedele ripetè il proprio viaggio verso la fermata della corriera per quasi 15 anni, in attesa dell’amico perduto. Anche sul finire dei propri giorni, quando le zampe non lo reggevano più e gli occhi tradivano la sua vecchiaia, Fido era lì e aspettava. Il sindaco della cittadina, colpito da quell’esempio di amore assoluto e incondizionato, decretò che il cane potesse circolare liberamente per le strade e decise perfino di conferirgli una medaglia d’oro durante una cerimonia in piazza, il 9 novembre 1957. Nello stesso anno il sindaco lo omaggiò con un monumento, collocato in Piazza Dante, dove si trova tutt’oggi e sulla cui base campeggia la scritta “A Fido, esempio di fedeltà”. Il cane morì di lì a pochi mesi, nel giugno 1958. Fu perfino commemorato dal settimanale milanese “La Domenica del Corriere” con una commovente copertina firmata da Walter Molino, che ritraeva il cane in punto di morte sul ciglio della strada, sullo sfondo la corriera che aveva atteso quotidianamente per più di 5 mila giorni. Venne allestita per Fido una vera e propria cerimonia funebre e il suo corpo fu accompagnato da un grande corteo di persone fino all’esterno del cimitero comunale di Luco, dove riposavano le spoglie di Carlo Soriani, e dove fu sepolto per permettergli di ricongiungersi finalmente con il padrone.

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La storia di Fido è raccontata anche in questo video dell’Istituto Luce:

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