Stati Uniti, sì alla carne coltivata, saranno il secondo paese al mondo

Dopo Singapore, anche negli USA si potrà coltivare e commercializzare carne di pollo creata in vitro partendo da cellule animali.

Il dipartimento dell’agricoltura americano ha dato il via libera alla creazione e alla commercializzazione di carne animale coltivata all’interno di bioreattori partendo da cellule prelevate da animali vivi. La notizia era nell’aria perché ormai da tempo le richieste da parte di start up del settore avevano incalzato il governo Biden per ottenere il via libera dopo un lunghissimo iter amministrativo che, chiaramente, prevede una serie di controlli accurati su tutti gli aspetti di un simile progetto.

Dopo Singapore, quindi, gli Stati Uniti saranno la seconda nazione al mondo a dare spazio a questo sistema di produzione che ha come obiettivo quello di trovare alternative più sostenibili o in ogni caso diverse alla produzione attuale della carne animale. La cosa più interessante è che, al momento, i più grandi investitori in questo settore sono proprio i produttori “classici” che hannp deciso di differenziare fin da subito la propria offerta. Per esempio il più grande produttore di carne al mondo, la sudamericana JBS che con i suoi 150 stabilimenti in tutto il mondo detiene praticamente il monopolio su carne di manzo, maiale e pollo (ed è inoltre proprietaria dell’italiana Rigamonti, produttrice di “Bresaola della Valtellina IGP” che però viene realizzata con carne di zebù, un bovino allevato in Brasile), ha investito nella creazione di uno stabilimento in Spagna proprio dedicato al Food Tech e con un’enorme sezione dedicata proprio alla carne coltivata. La struttura dovrebbe essere completata ed entrare in funzione nella prima metà del 2024. Lo stabilimento, che secondo JBS sarà la più grande fabbrica di carne coltivata in laboratorio al mondo, dovrebbe produrre più di 1.000 tonnellate di carne bovina all’anno, ma si punta a espandere la capacità a 4.000 tonnellate annuali nel medio periodo. “Invece di tutto il terreno e di tutta l’acqua usata per nutrire gli animali che andranno poi al macello, possiamo fare in modo diverso”, ha spiegato Josh Tetrick, co-fondatore di Eat Just, la società a cui fa capo Good Meat.

Nel frattempo in Italia continua la crociata contro i mulini a vento del governo Meloni proprio su questo tema. Lo scorso 26 giugno il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida presente alla fiera alimentare più importante del nord America, il Summer Fancy Food, ha nuovamente regalato parole di fuoco – ma senza nessuna sostanza – contro la carne coltivata definita come una “degenerazione del sistema alimentare“. Secondo il Ministro, infatti, “il cibo perde così il contatto fra animale, uomo e terra e in più diventa classista perché propone cibo solo per chi se lo può permettere”.

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