Prisco, avvocato: “Nuove linee guida sull’alimentazione pubblica sono un boicottaggio al vegan”

Carlo Prisco è un avvocato, uno dei pochi nel nostro paese che si occupa di “diritto al veganesimo”, ossia di studiare e di portare in tribunale i casi nei quali la possibilità di scegliere per sé (o per i propri figli) un’alimentazione 100% vegetale (a scuola, per esempio) viene messa in dubbio o impedita del tutto. Su questo tema ha pubblicato anche un libro. In Italia, infatti, non esiste una legge sul tema e i diritti civili vengono sempre ricondotti a quelli Costituzionali che fanno fatica ad avere la meglio.

Prescrizione medica per i vegani a scuola, ospedale e mensa: perché?

Se la proposta delle nuove linee guida sull’alimentazione del Ministro della Salute verranno accettate e firmate dal Ministro della Salute, Roberto Speranza ma anche necessariamente del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa e della Ministra delle Politiche Agricole Teresa Bellanova, il lavoro di Carlo Prisco sarà ancora più difficile e lo sarà la vita quotidiana di migliaia di famiglie che vorranno far valere il proprio diritto ad una scelta etica e di salute, chiedendo un menu vegano; sarà difficile la vita di chi in ospedale farà questa richiesta, sarà sempre più difficile trovare delle mense statali che prevedano menu completi e nutrizionalmente equilibrati per chi è vegano. La domanda è: perché?

Secondo l’avvocato si tratta di una mossa politica chiara ma non di certo sorprendente: “E’ dal 2013 che la proposta di legge per un menu di base vegetariano e vegano nelle mense, gira e viene continuamente rilanciata senza mai essere riuscita ad approdare ad un dibattito parlamentare; in Portogallo, per capirci, ci hanno messo circa 3 mesi ad approvare la legge”. Prisco continua: “Quando in tribunale mi trovo a dover per forza far riferimento ai diritti sanciti dalla Costituzione sul tema della libera scelta e del poter esprimere anche attraverso l’alimentazione un orientamento e un’idea di etica, tutto questo rimane spesso lettera morta come se la Costituzione non fosse altro che un “accrocchio” di belle parole senza un vero significato pratico”.

Le parole sono importanti: prescrizione/certificato?

Prisco fa notare anche l’uso delle parole che viene fatto nel documento. “Non si chiede più un certificato bensì una “prescrizione”, siamo nell’ambito del “tu devi” e non più del “tu puoi”, la differenza è sostanziale. Significa che un medico deve sostenere che quel bambino o quella persona deve mangiare 100% vegetale, è ben diverso che sostenere che lo può fare senza problemi”.

Secondo Prisco, esperto in diritto sulle tematiche veg “questa proposta di linee guida va contro la naturale evoluzione del sistema giuridico” perché volta le spalle alle conquiste fatte con le linee guida del 2010, ribadite poi, sul tema della scelta vegan e della assoluta non necessità di qualsivoglia certificazione per chi la segua a scuola, nel 2016.

Quali sono le probabilità che queste linee guida diventino effettive?

Secondo Prisco la possibilità è molto alta se non altro perché “non si tratta di firme che necessitano di un dibattito pubblico e parlamentare, i Ministeri potrebbero firmarle e basta, senza grandi discorsi dato che queste commissioni tecniche vengono incaricate appositamente dai Ministeri per occuparsi, con competenza, di temi che non potrebbero essere gestiti diversamente”. Insomma, se i tecnici, gli esperti, propongono questo, questo avrà certamente ragione di esistere e questo documento, inoltre, è lungo e complesso e metterlo in discussione sarebbe “davvero difficile”.

C’è una soluzione?

Secondo l’avvocato solo una protesta, una presa di posizione dell’opinione pubblica può davvero muovere le acque, mettendo i Ministri coinvolti davanti alla necessità di rispondere al perché di questo dietrofront. “Lavoro da anni con colleghi che arrivano da tutte le parti del mondo e sono sempre sorpresi rispetto all’accanimento politico che c’è nel nostro paese su questo tema”.

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