L’incubo dei pulcini: tritati vivi. Per la prima volta ecco cosa accade in Italia

Le immagini dei pulcini, le prime per un’investigazione in un’azienda italiana, mostrano che cosa accade nel primo giorno di vita di questi animali destinati agli allevamenti di polli

“Ho dovuto toccarli, strattonarli, trattarli come merce senza mai rompere la barriera che ci separava mentre la mia empatia urlava.” Ambra, da infiltrata, ha lavorato per alcuni mesi presso l’incubatoio di una delle più grandi aziende produttrici di carne di pollo. Attivista dell’associazione Essere Animali, questa ragazza ha documentato con dei video realizzati con una videocamera nascosta, quello che accade davvero il primo giorno di vita di un pulcino che poi, 40 giorni dopo, diventerà una cotoletta, un burger, un nuggets o forse un wurstel.

Si tratta di un documento forte perché spiega esattamente che cosa significa “industria della carne“, che cosa sono gli animali/oggetto e come sarà davvero difficile venirne fuori, se non viene fatta la connessione fra quegli animali, stipati a migliaia in casse di plastica e il cibo che mangiamo.

Pulcini tritati: ecco che cosa accade

I pulcini, una volta schiuse le uova, “covate” artificialmente in aree riscaldate, vengono posti su rulli trasportatori, quelli che rappresentano al meglio il concetto di fabbrica. Molti muoiono già in questa fase, soffocati da altri pulcini o rimanendo incastrati negli stessi rulli. Avviene poi la selezione fra maschi e femmine e la vaccinazione a campione. Anche l’operazione di iniezione può essere letale per animali così fragili e così piccoli. Gli animali più deboli, nati con delle malformazioni vengono selezionati con gesti meccanici e, semplicemente, tritati vivi, o meglio schiacciati in una pressa a due rulli (nella foto qui sopra tratta dal video). Qualche pulcino sano, cade a terra dal nastro, ma non viene raccolto: morirà calpestato o semplicemente raccolto alla fine delle operazioni e “buttato”. Questi animali sono poi riposti in grandi casse di plastica e poi mandati negli allevamenti intensivi, dove in 40 giorni, dovranno raggiungere il loro peso e poi essere mandati al macello.

Questi pulcini – racconta Essere Animali – sono destinati a diventare la carne di pollo a basso costo che troviamo nei supermercati. In Italia il consumo pro capite di questa carne è di 15,33 kg/anno e fino a quando rimarrà tale servirà un sistema di produzione industriale fatto di allevamenti intensivi e incubatoi, dove non c’è pietà nemmeno per i pulcini”. Insomma, è una vecchia storia: c’è la domanda, si crea l’offerta e questa offerta deve seguire il mercato, i prezzi giusti, il giusto marketing. Il benessere animale sciorinato su cartelloni e confezioni, è figlio di questo sistema. Non c’è benessere, non c’è pietà e non ce ne potrebbe essere perché questo non è altro che uno dei frutti del capitalismo, nient’altro. Gli animali non contano, contano i soldi.

pulcini tritati ItaliaLa petizione: stop ai finanziamenti agli allevamenti intensivi

Queste immagini gireranno l’Italia, o almeno lo si spera. Nel frattempo l’azione politica è fondamentale. Ecco perché Essere Animali ha lanciato una petizione diretta al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, per chiedere al Governo (e anche a quello che verrà) di porre fine ai finanziamenti agli allevamenti intensivi. Nel frattempo per mettere fine a questa situazione la soluzione è facilissima: smettere di creare la domanda, togliendo dalle proprie tavole carne e derivati animali.

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