I vegani possono donare il sangue? L’esperto: “Senza problemi”

Donatori di sangue vegan si può: lo conferma in un’intervista la dottoressa Francesca Andreazzoli, medico del Centro Trasfusionale dell’Ospedale Versilia.

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L’idea che un vegano sia sempre un po’ triste, pallidino e fiacco è piuttosto comune; c’è poi chi crede che ci si possa mantenere in forze solo consumando carne e prodotti di origine animale e ancora chi, erroneamente, è convinto che la dieta vegan non sia adatta ai donatori di sangue. Niente di più sbagliato! Qualche giorno fa si è svolta presso il Centro Trasfusionale dell’Ospedale Versilia la prima edizione dell’evento “Donatori sani… e vegani” curata dalla dottoressa Francesca Andreazzoli, dirigente medico del Centro Trasfusionale e specialista in ematologia e nutrizione oncologica (nella foto il gruppo dei donatori alla fine dell’iniziativa). “Sono vegano da 5 anni e dono sangue e plasma regolarmente” ha dichiarato Gianni Palagi, uno dei partecipanti all’evento.

Noi di Vegolosi.it abbiamo intervistato la dottoressa Andreazzoli per chiarire qualche dubbio riguardo alla donazione di sangue da parte di chi segue una dieta 100% vegetale.

Dottoressa, una persona che segua una dieta vegetariana o vegana può diventare donatore di sangue?

Certamente sì. A un medico non interessa quale sia la dieta seguita dal donatore, si indaga su questo solo nel caso in cui i valori ematici fossero sballati. Questo perché il decreto legge sulla donazione è, per ovvie ragioni, molto severo rispetto alle condizioni di salute del donatore ma non fa alcun tipo di riferimento all’alimentazione che dovrebbe seguire. Prima che una persona possa donare il proprio sangue o anche solo il plasma, vengono eseguiti degli esami approfonditi per accertare l’assenza di gravi patologie infettive e HIV, indipendentemente dalla dieta seguita dal donatore. In più, si monitora il livello di ferritina, trigliceridi e colesterolo del sangue e posso assicurare che questi valori ematici in una persona vegana sono quasi sempre nella norma; qualora non lo fossero, il problema sarebbe senza dubbio da attribuire a motivi contingenti che nulla hanno a che vedere con l’alimentazione. Pensiamo, per esempio, a un basso valore di ferro nel sangue di una donna in età fertile: questo squilibrio si può verificare indistintamente in una donna vegana o in una onnivora; anzi, nella maggior parte dei casi una dieta “veg” tende a normalizzare questo e gli altri problemi ematici.

Ci sono dei valori che un donatore vegano deve tenere monitorati più di altri? 

Il mio consiglio per i vegani, indipendentemente che siano o meno donatori di sangue, è di mantenere costantemente monitorato il livello di vitamina B12 ematica, in modo da poterla integrare qualora ci fossero delle mancanze. A tutti i donatori, invece, sono richiesti degli esami specifici (negatività all’HIV e patologie infettive) perché la sacca di sangue sia valida per legge; in più, si monitora la quota di colesterolo, trigliceridi e ferro nel sangue, ma in questo caso un livello un po’ al di fuori della norma non pregiudica la possibilità della donazione.

Lei ha organizzato l’evento “Donatori sani… e vegani”: quando e come è nata questa idea?

Devo dire che l’iniziativa è nata un po’ per caso: è stato un donatore vegan del Centro Trasfusionale dell’Ospedale Versilia a lanciare l’idea e, da lì, abbiamo lanciato l’appello a tutti i vegani che volessero partecipare. L’evento è durato una settimana e il suo scopo è stato essenzialmente quello di contrastare l’idea diffusa secondo la quale i vegani non sarebbero persone sane, perché sappiamo bene che solo una persona in salute può donare il proprio sangue. Il fatto che 21 persone, tutte vegan, siano risultate idonee per donare il proprio sangue la dice lunga sullo stato di salute di chi segue una dieta 100% vegetale ben bilanciata. Senza dubbio, poi, abbiamo voluto ricordare l’importanza della donazione del sangue, gesto che può salvare migliaia di vite umane.

Ci sono degli alimenti che consiglia per “rifarsi il sangue” dopo la donazione? 

Fino a una trentina di anni fa era credenza comune che per “rifarsi il sangue” dopo la donazione fosse necessario mangiare carne, tanto che molte strutture davano ai donatori un buono per l’acquisto di una bistecca. Oggi, anche se il retaggio culturale secondo cui la dieta vegan sia “carente” non è ancora scomparso, le cose non stanno più così e quasi nessuno consiglia di mangiare carne dopo il prelievo. Personalmente consiglio ai donatori, vegani e non, di fare una colazione normale dopo il prelievo – magari integrando con alimenti calorici come datteri, noci o cacao – di bere tanto e di riposarsi un po’.

Dottoressa, lei è vegana, vegetariana o onnivora?

Sono vegetariana da 19 anni e vegana da circa 3.

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