Eboli, sequestrato allevamento intensivo: maltrattamento animale e danni ambientali

Accanto al Parco Nazionale del Cilento il Movimento 5 Stelle accompagna i carabinieri a scoprire un allevamento che maltrattava i bovini e versava liquami nel terreno

Sequestro macello Bernini

Finocchi e verdura rancida, catene al collo, impossibilità di sdraiarsi: le mucche dell’allevamento di Cioffi, ad Eboli, a pochi passi dal Parco Nazionale del Cilento, sono state trovate così dai veterinari della Asl intervenuti insieme ai carabinieri e al Deputato Paolo Berinini del Movimento 5 Stelle, domenica 2 Aprile 2017. L’allevamento è stato posto sotto sequestro anche a causa del trattamento dei liquami provenienti dalla sua struttura

“L’area – spiega in un comunicato stampa lo stesso Berinini – è stata sequestrata in base all’Art 192 del decreto legislativo 152/06: era infatti in corso uno sversamento di liquami e letame direttamente nel terreno, e nella falda acquifera, adiacente all’intera struttura. Contestualmente i veterinari Asl hanno riscontrato il reato di maltrattamento animale ed in base all’art. 544 ter c.p. hanno così posto sotto sequestro gli animali.”

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Lo sversamento di liquami direttamente nel terreno intorno all’allevamento

“I vitellini erano legati con delle corde cortissime che impedivano loro ogni tipo di movimento – ha spiegato il deputato – e vacche da latte invece, alcune anche magrissime, erano legate con delle catene al collo che quasi non gli permettevano di distendersi. Gli animali non avevano acqua a disposizione e l’alimentazione era prevalentemente costituita da finocchi e verdura rancida. Gli stessi veterinari Asl, che hanno imposto le misure cautelari per gli animali, per i quali si cerca ora una collocazione idonea, hanno espresso rammarico e difficoltà ad accettare metodi di allevamento così indegni.”

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Bernini ha spiegato di aver presentato pochi giorni una mozione affinché il Governo e in particolare il Ministero della Salute, s’impegnino ad aumentare i controlli, prevedendo la presenza di operatori consapevoli delle norme relative al benessere animale negli allevamenti e diano esecuzione alla nascita di un’etichetta trasparente dove sia indicato il tipo di allevamento, l’età degli animali e l’impronta ecologica, così da garantire la tracciabilità in modo che i cittadini sappiano quello che mangiano. “È assurdo – spiega Bernini – che prodotti di allevamenti in cui siano completamente ignorate le norme igienico sanitarie, finiscano sul mercato”.

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