Università di Berkeley: corsi per vendere la carne vegetale

I futuri ingegneri dell’Università di Berkeley impegnati nello studio di un business plan per la “carne” a base vegetale, un progetto amico dell’ambiente

Nella facoltà di ingegneria dell’Università di Berkeley, in California, gli studenti inizieranno presto a studiare come si produce e come si crea un mercato per la “carne” a base vegetale (di cui vediamo un’immagine nella foto in alto). Il progetto, unico nel suo genere, prevede che alcune squadre di studenti si sfidino tra loro creando un business plan per un nuovo sostituto della carne, tutto vegetale; il progetto migliore consentirà alla squadra vincitrice di portare a casa 5 mila dollari e di ottenere la possibilità di lanciare sul mercato il proprio progetto, grazie anche al sostegno del Centro Universitario per l’Imprenditorialità e la Tecnologia.

Un progetto amico degli animali e dell’ambiente

“La motivazione che si nasconde dietro a questo corso universitario è che l’allevamento intensivo è giustamente malvisto nel nostro sistema alimentare industrializzato”, afferma Christie Lagally, ingegnere che lavora insieme all’organizzazione no-profit chiamata The Good Food Institute, che ha collaborato con l’università per la progettazione del corso. Al di là delle motivazioni etiche, gli allevamenti intensivi sono da considerarsi una delle maggiori cause dei cambiamenti climatici: come riportato da CIWF Italia, ogni anno vengono allevati 70 miliardi di animali, di cui la metà negli allevamenti intensivi. Il cibo del bestiame è costituito per lo più da cereali e soia, per la cui coltivazione viene ogni anno abbattuta una porzione di foresta grande quanto la metà della Gran Bretagna; se il frutto di questa coltivazione venisse invece utilizzato direttamente come alimento potremmo sfamare circa un miliardo di persone. Alla luce di questi dati, se la “carne” a base vegetale andasse a sostituire, del tutto o in parte, la carne animale, assisteremmo alla diminuzione del numero degli allevamenti intensivi, con benefici non solo a livello ambientale, ma anche etico: non è più un mistero come gli allevamenti intensivi siano una delle forme di maltrattamento animale peggiori al mondo.

L’industria della carne “veg” è in rapida crescita e pur non avendo ancora raggiunto i livelli delle alternative vegetali a latte e yogurt, negli ultimi 4 anni le vendite di prodotti “sostitutivi” della carne sono aumentate del 18%. “Questa situazione ci mostra che c’è interesse per gli alimenti di origine vegetale, ma la “carne” a base vegetale deve ancora essere sviluppata rispetto ai prodotti lattiero-caseari a base vegetale. Per questo vediamo una reale opportunità, qui” dichiara Christie Lagally. Un ricercatore documenterà il progetto, in modo che possa essere condiviso con altre università che volessero offrire lo stesso tipo di opportunità. “Questo non è un argomento che stiamo insegnando nelle scuole di scienze alimentari o agricole”, precisa Lagally. Ma chissà, forse potrebbe anche diventarlo.

Foto di apertura: Beyondmeat

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