Mense: i bimbi bocciano le verdure, fra i preferiti pollo e maiale

Mense scolastiche

Ai primi posti ci sono straccetti di pollo, gelato e cotoletta di maiale, fra i più detestati, invece, polpette di ceci, crocchette di verdure e insalata d’orzo (piatti vegetariani e vegani): questo il risultato del sondaggio di Milano Ristorazione, pubblicato sulle pagine della cronaca di  Corriere della Sera, nei giorni scorsi. Un risultato che arriva dalla valutazione di 84 ricette da parte di 15 classi delle scuole primarie meneghine.

Pare, quindi, che la verdura rimanga il grande “uomo nero” per i più piccoli. “Le verdure ai bimbi vanno anche un po’ raccontate – spiega a Vegolosi.it Federica Berrobianchi fondatrice del primo asilo nido vegano a Milano – i i bambini hanno i loro gusti, questo è ovvio, ma quest’ultimo va educato, catturato e incuriosito”. Esiste una “formula magica”? “No, non c’è, ma certamente la presentazione del piatto è importante così come lo è il far conoscere ai bambini le verdure, fargliele toccare, spiegargli la loro storia, insomma, incuriosirli”.

I consigli dei pediatri

Il ruolo della famiglia, però rimane determinante, come spiega Berrobianchi: “E’ evidente che i genitori devono educare i bambini ai gusti, devono per prima essere loro curiosi e far sperimentare anche ai figli nuove ricette, nuovi sapori; si fa presto, è ovvio, a dare la fettina, le polpette di carne o la cotoletta, ma per l’educazione alimentare va trovato il tempo, è troppo importante”. Dalla pratica dell’asilo alla teoria di Uppa,Un Pediatra Per Amico, bimestrale per genitori scritto e diffuso dai pediatri e da altri specialisti che si occupano di bambini. “I bimbi imparano anche per imitazione – si legge – se un genitore ha una dieta variata e mangia sempre con piacere ed entusiasmo, a ogni pasto, frutta e verdura, il bambino potrà imparare attraverso tale testimonianza ad assaggiare questi alimenti. Anche l’osservazione tra pari, alla mensa dell’asilo o della scuola d’infanzia, può aiutare molto”.
I bambini e le verdure non sono due mondi separati per partito preso, come ha dimostrato anche una ricerca del 2014 dell’Università di Birmingham: nei bambini dai 4 ai 18 mesi esista la cosiddetta “finestra dei sapori”: questo è il periodo migliore per proporre ai bimbi sapori nuovi, perché è più probabile che vengano accettati. Anche superata quella fase della vita nei più piccoli, c’è ancora speranza: sempre secondo la ricerca, sarebbe necessario far assaggiare il cibo nuovo ai bambini più piccoli almeno 10 volte prima di rinunciare; per i bimbi fra i 3 e 4 anni possono essere necessari anche 20 assaggi prima che il nuovo sapore sia pienamente accettato.

I dati sull’obesità infantile

I dati emersi dall’indagine di Milano Ristorazione, anche se parziali, vanno ad integrarsi, senza smentirli, i dati legati alla scorretta alimentazione dei bambini emersi negli scorsi mesi: l’Italia è uno dei Paesi europei più colpiti dal fenomeno dell’obesità infantile come riportato dalla ricerca dell’Università degli Studi Milano Bicocca del Gennaio 2015 che racconta una realtà preoccupante. La quota di bambini in sovrappeso e obesi in Italia è la più alta in Europa e non solo, perché è, in percentuale, fra le più alte del mondo. Le caratteristiche principali nell’alimentazione dei bambini studiati, non in linea con le raccomandazioni della Società Italiana di Nutrizione Umana vede fra i primi fattori il basso consumo di legumi, verdura e frutta.

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