Jackfruit o giaca: cos’è e come si cucina questa alternativa alla carne
Può arrivare ad un peso di quasi 50 chili, è verdognolo, un po’ spinoso e con un sapore non definito, un po’ come il tofu

Può arrivare ad un peso di quasi 50 chili, è verdognolo, un po’ spinoso e con un sapore non definito, un po’ come il tofu: è il Jackfruit, come lo chiamano negli Stati Uniti, o “giaco” nella sua definizione italiana. Si tratta di un frutto originario dell’Asia ed è famoso per essere il più grande in assoluto a poter crescere da un albero che può arrivare a produrre fino a 150 frutti contemporaneamente. Le sue caratteristiche organolettiche, prima in Oriente e ora anche in Occidente stanno per renderlo uno dei più apprezzati sostituti della carne.
Ad avere l’idea di cucinarlo e portarlo sul mercato è stata l’azienda con sede a Chicago che si chiama Upton’s Natural e che, fra i suoi prodotti vende già anche il seitan. “Fino a questo momento – ha spiegato sulle pagine del “Chicago Tribune” Sidney Siegel, direttore commerciale dell’azienda che distribuisce il prodotto – il Jackfruit era venduto solo in Asia, ma ora il mercato di chi non può consumare soia o alimenti con il glutine, finalmente, ha il suo prodotto. Le vendite stanno andando molto bene”.

Ma che cos’è il Jackfruit e come si cucina?
Il frutto si presenta come una sorta di grosso melone spinoso che va aperto in due e dal quale vanno estratti i grossi semi carnosi che costituiscono la vera parte edibile del frutto e che vanno sempre consumati previa cottura, perché crudi possono rivelarsi tossici. Questo alimento è ricco di vitamina C, di potassio, calcio, magnesio e fosforo, inoltre non contiene glutine.
Il suo sapore è neutro ed assorbe benissimo, così come accade per il tofu, i sapori di ciò con cui lo si accompagna. Per questo motivo la Upton’s Natural ha già creato dei prodotti pronti da consumare a base di giaco ed in particolare un chili e una versione barbeque. Il frutto si deteriora molto presto una volta raccolto ed è per questo motivo che viene lavorato direttamente sul posto di coltivazione per poi essere importato in Occidente. Il frutto, soprattutto in Asia, viene consumato in dozzine di modi: sotto forma di patatine, gelato, stufato, succo e persino farina, macinando i suoi semi.
Abbiamo sperimentato una ricetta con il jackfruit stufato: non è affatto male!
Durian e Jackfruit: differenze di sapore
Ha qualche parentela con il meno noto durian? No, si tratta di due piante e due frutti diversi anche se possono sembrare simili nell’aspetto: il loro odore e sapore è decisamente diverso. Quello del durian, infatti è decisamente sgradevole, pungente e tendente allo zolfo, mentre il Jackfruit è molto meno profumato e più aromatico. (Nella foto qui sotto una ragazza mostra alla vostra sinistra un durian e alla vostra destra un jackfruit)
Dove si compra il Jackfruit e quanto costa?
In Italia ormai si riesce a trovare anche nella grande distribuzione (a marchio Panela), nei negozi biologici o di alimentari asiatici (anche se, in questo caso, lo si trova più spesso come frutto da consumare dolce, già sciroppato e in lattina) e ovviamente online. Il neo principale di questo alimento è certamente il prezzo. Fresco, un frutto da 7/8 chilogrammi può arrivare a costare da noi fino a 100 euro anche se va detto che all’interno del frutto possono esserci centinaia di semi edibili.
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