Ode a Luciana Baroni ma la tv non è il luogo adatto

Ennesima riprova e conferma: la tv dei talk, non è adatta al racconto della cultura e dell’alimentazione vegana (nonostante gli sforzi di chi interviene con competenza)

Luciana Baroni Porta a Porta

Ancora una volta non c’è spazio che per il rammarico di dover nuovamente assistere ad una trasmissione Rai, Porta a Porta  in cui qualsiasi tentativo di comunicazione e dialogo sul tema dell’alimentazione vegetariana e vegana è stato vano. Non è bastata la presenza della dottoressa Luciana Baroni, laureata in Medicina e Chirurgia a Padova, specializzata in geriatria, Gerontologia e Neurologia, nonché presidente dalla Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana, a garantire che le informazioni date al pubblico arrivassero in modo chiaro. Ancora una volta ha vinto la contrapposizione senza scopo, la battuta facile, il gioco alla delegittimazione dei ruoli verso un pubblico che non ha tempo ne modo di capire. La trasmissione condotta da Bruno Vespa su Rai 1, nella sezione dedicata ai “rischi di un’alimentazione vegana per i bambini” si è trasformata in un’ennesima battaglia.

Facciamo un breve sunto della puntata: Luciana Baroni è in collegamento da Verona, in trasmissione ci sono il professor Calabrese, Luca Piretta, Nutrizionista dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, il professor Alfredo Pontecorvi, primario di endocrinologia al Policlinico Gemelli sempre di Roma e, sempre in collegamento, la dottoressa Lisa Mariotti del laboratorio dedicato alle famiglie vegan del Fatebenefratelli. La dottoressa Luciana Baroni, denominata dal giornalista conduttore “Signora” e “Presidente dei vegani” ma mai dottoressa, si trova immediatamente a dover chiarire, dopo l’intervento del dottor Luca Piretta che “L’attenzione all’alimentazione deve essere la stessa sia per i vegetariani, vegani e gli onnivori”, la dottoressa sottolinea fin da subito che: ” è ora di dare informazioni corrette a tutta la popolazione, perché la salute della popolazione sta degenerando in modo importante”. Il professor Calabrese rincara la dose confermando che la dieta latto-vegetariana va bene, ma non quella vegana perché carente di vitamine, come la ormai famosissima B12. Arriva il primo confronto acceso fra i due: la dottoressa Baroni chiede a Calabrese se “conosce qual’è la frazione di assorbimento della vitamina b12 dall’uovo”, Calabrese non risponde direttamente “Lo so – dice – ma lei vada a fare la maestrina con i vegani”. La presidente della SSNV (Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana) fornisce il dato: “Glielo dico io, meno del 9%”.

Il dibattito si scalda e si sposta sul tema dei bambini vegani, con tanto di servizio dedicato al caso del bambino di Milano, ricoverato per malnutrizione e per una grave cardiopatia segnalato alla procura di Milano e affidato ai nonni. Il professor Luca Bernardo, intervistato anche da noi di Vegolosi.it sul caso, conferma: “La malnutrizione del bambino non poteva essere collegata all’alimentazione vegana“, e la giornalista che formula il servizio conferma che i genitori, pur non volendosi far intervistare, hanno dichiarato che il bambino non era vegano. Le informazioni, quindi, sono corrette, ma il bambino continua ad essere definito vegano e in studio gli interventi continuano a sottolineare la pericolosità di questa scelta, tanto che il dottor Alfredo Pontecorvi sottolinea: “No, un bambino non può essere alimentato con una scelta vegana. Dopo la pubertà, se vuole, può diventare vegano, non prima”.
E’ qui che la dottoressa Baroni interviene con fermezza e con un po’ di rabbia: “Dovreste vergognarvi nel fare questo tipo di informazione”. L’ira di Bruno Vespa è furente e si avvicina minaccioso allo schermo del collegamento per contrattaccare spostando l’argomentazione sul latte e lo svezzamento. La parte della trasmissione dedicata ai vegani si ferma lì, parte la pubblicità. 

L’ode va a Luciana Baroni che ha tentato di fornire dati e informazioni scientifiche su un tema complesso, come tutti quelli che riguardano la salute e l’alimentazione. Dopo tante trasmissioni sul tema, quello che sembra sempre più evidente è che quel tipo di televisione, il talkshow, non è adatto a trattare l’argomento della scelta vegana o vegetariana, ed è quasi fanciullesco aspettarsi di trovare, prima o poi, una situazione televisiva ideale in cui poter davvero affrontare con chiarezza questo aspetto. Ancora di più l’informazione online, quella delle riviste verticali e l’editoria specializzata hanno una responsabilità enorme nel garantire un’informazione corretta e verificata sul tema della scelta vegan.

 

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