World Vegan Day: 10 stupidaggini che si dicono o si leggono sul vegan

In occasione del World Vegan Day del 1 novembre, ecco cosa possiamo dirvi, dopo 10 anni di Vegolosi.it, sul tema dell’alimentazione vegana.

Sono tante, radicate, spesso talmente senza fondamento da essere diventate leggende: le sciocchezze che si leggono e si ascoltano sul tema della scelta vegana imperversano sempre e in qualsiasi ambito. Il World Vegan Day si celebra il 1 novembre. Nasce nel 1994 grazie a Louise Wallis allora presidentessa della The Vegan Society nel Regno Unito, per ricordare il 50° anniversario della fondazione dell’organizzazione e la coniazione dei termini “vegan” e “veganismo” da parte di Donald Watson nel 1944. In questa occasione torniamo a fare chiarezza su alcuni temi.

I pregiudizi intorno a questa scelta alimentare e di vita sono dettati soprattutto da due fattori: il primo è la paura di ciò che non si conosce (atteggiamento innato e piuttosto naturale negli esseri umani), il secondo dalla cattiva informazione che viene fatta da decenni su questo argomento soprattutto dai media generalisti. Questi due aspetti si rincorrono e rinforzano a vicenda in una sorta di catena di conferma che sembra non potersi spezzare. Eppure è piuttosto semplice informarsi in modo corretto, soprattutto negli ultimi dieci anni, grazie ai sempre più numerosi volumi sul tema, sia di saggistica che ricettari (noi stessi abbiamo pubblicato con Feltrinelli un libro di base sulla scelta vegan che accoglie sia la parte teorica che quella pratica), sia grazie alle informazioni scientifiche disponibili in rete sul portale della Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana che raccoglie centinaia di articoli e link da parte di medici e nutrizionisti esperti.

Ora veniamo alle mitologie da sfatare.

Frutta, verdura, cereali integrali, legumi, frutta secca: queste le basi dell’alimentazione vegana

1 – I vegani sono degli estremisti

No, la scelta vegana è vista come tale solo perché ha a che vedere con un aspetto complesso come quello dell’etica animalista e dell’antispecismo. Non esiste un estremo perché scegliere di non mangiare alimenti che provengono dall’uccisione e dallo sfruttamento di altri esseri viventi non comporta nessun tipo di problema, né di salute, né di altro genere. La scelta vegan viene vista come estrema soprattutto perché erroneamente associata ad una “privazione” alimentare: non c’è cosa più sbagliata. La prova del nove? Qui trovate quasi 2500 ricette che vi diranno il contrario.

2 – Essere vegani è costoso

No, essere vegani in Italia non è più costoso che mangiare in modo onnivoro nel momento in cui la propria alimentazione si basi sui pilastri della sana alimentazione: cereali integrali, legumi, frutta secca e semi oleaginosi, frutta e verdura. Questi elementi dovrebbero già essere alla base di qualsiasi alimentazione sana ed equilibrata e, al netto di inflazione e questioni socio-politiche, questi prodotti non sono fra i più cari che si possano comprare, anzi.

3- Essere vegani è una rinuncia

No, mangiare vegano e scegliere di provare a tenere un profilo di coerenza (senza che questa diventi una battaglia al purismo impossibile, ne abbiamo già parlato qui) anche nella propria vita di tutti i giorni (scegliendo di impattare il meno possibile sull’ambiente con le proprie scelte di trasporto e di acquisto, etc.) non è una rinuncia, bensì una scelta. Si tratta di due concetti diversi che riguardano la nostra consapevolezza dei motivi per cui, eventualmente, scegliamo questa strada. Un esempio pratico? Non “rinunciamo” a fumare, scegliamo di non farlo perché siamo consapevoli che fa male. Il concetto è il medesimo.

Crostata vegana al rabarbaro con base di crema pasticcera alla cannella

Non c’è nessuna rinuncia ad essere vegani: anche la pasticceria 100% vegetale è uno spettacolo

4 – Essere vegani fa male alla salute

No, semmai esattamente il contrario. Ci sono ormai evidenze scientifiche più che valide e comprovate che vi spiegheranno che alimentarsi in modo vegan, scegliendo di non mangiare alimenti di origine animale, è salubre e sicuro. Se la propria alimentazione è equilibrata, non ci saranno problemi, al netto della necessaria integrazione della vitamina B12.

5 – Se bisogna integrare la B12, la scelta vegana non è naturale

Al netto del fatto che anche chi è onnivoro può dover integrare la vitamina B12 a causa di problemi di mal assorbimento intestinale o altro, la vitamina B12 non viene prodotta dagli animali, bensì è di origine batterica e gli animali la introducono e la fissano nella loro carne attraverso il cibo. Un tempo arrivava dall’erba dei pascoli, ora, per la maggior parte dei casi, arriva da integrazioni sintetiche che vengono aggiunte ai mangimi degli animali d’allevamento. Insomma, i vegani con la B12 in pillole o in gocce fanno solo un passaggio in meno.

Gli animali sono individui con esigenze e bisogni, non macchine metaboliche per produrre cibo

6 – Gli animali li abbiamo sempre mangiati, si chiama catena alimentare

Vero, l’uomo ha mangiato gli animali (dopo aver imparato a coltivare, infatti l’allevamento è una pratica successiva alla necessità della stanzialità e al tentativo riuscito di addomesticamento di alcune specie) ma questo non significa che ora che sappiamo che questo non è più necessario per la nostra salute (anzi) e sappiamo che gli animali che arrivano sulla nostra tavola arrivano da allevamenti nei quali la loro vita non è più tale, ora che sappiamo bene che sono individui ai quali riconoscere diritti e sentimenti, le cose non debbano cambiare. Si chiama evoluzione storica ed è un processo imprescindibile e molto umano.

7 – Essere vegani non serve a niente

Bisogna capire cosa intendiamo con “servire”. Qualsiasi cambiamento storico, culturale e politico è sempre partito dal basso: gruppi di persone decidono di fare delle scelte diverse, di farsi portatori di istanze che hanno sempre un impatto (piccolo o grande) sul mondo che li circonda. Si tratta di effetti culturali, a breve o a lungo termine, ma mai inutili. Se pensiamo a che cosa è successo al mercato delle opzioni vegane negli ultimi 10 anni, questo “niente” perde valore. Serve battersi per quello che riteniamo giusto, serve parlarne, serve fare informazione, serve comprendere che questa scelta ha impatti molto importanti anche sul tema della crisi climatica.

La deforestazione delle riserve tropicali avviene per due motivazioni principali: creare spazio per nuovi pascoli, creare spazio per nuove monoculture di soia, legume destinato a finire nel mangime degli animali degli allevamenti intesivi.

8 – Non possiamo essere tutti vegani

Il problema è che il punto non è affatto far diventare tutti vegani perché ci sono parti del mondo e condizioni in cui questa scelta arriverà dopo, o forse non arriverà mai. Il mondo occidentale, o meglio, quella parte del mondo che può già scegliere ora di non fare più parte di un sistema che vede gli animali come macchine metaboliche che ingurgitano cibo per diventare cibo (fra l’altro in modo del tutto inefficiente data la quantità di “scarto” che se ne ottiene), dovrebbe fare questa scelta il prima possibile o ogni volta che si può. Iniziamo a lavorare su di noi e poi pensiamo al resto del mondo e alle sue scelte.

9 – Mangiare carne non ha mai fatto male a nessuno

Non è esattamente così. Non parliamo nemmeno delle considerazioni scientifiche dell’OMS riguardo la probabile e accertata cancerogenità di carne rossa e carne lavorata (in quest’ordine), bensì del fatto che se un’alimentazione è sbilanciata verso carne e derivati (uova e formaggi) la nostra salute potrebbe essere in pericolo perché la base sana dell’alimentazione umana deve essere composta da cereali, legumi, frutta e verdura in ogni caso (avete presente le Five a days?). Se le generazioni dei primi 10/20 anni del Novecento vedevano la carne e i suoi derivati come lussi, cibo che compariva sulle tavole 1 volta o due al mese, ora le cose sono decisamente cambiate e con esse è cambiato anche l’impatto che questi alimenti hanno sulla nostra salute. In più le evidenze scientifiche si aggiornano, cambiano e ora sappiamo che l’alimentazione vegana è sicura per tutti e in tutte le fasce d’età.

10 – Essere vegani è difficile

Nella vita di tutti i giorni, al netto di riorganizzare la propria dispensa, no, non lo è. Può esserlo, a volte, quando siamo in situazioni di socialità (ristoranti, bar) ma anche qui, ormai le occasioni in cui un esercizio pubblico non preveda opzioni vegan sono più rare di un tempo. Certo il lavoro da fare su questo fronte non è da poco: mense pubbliche, ristoranti e negozi hanno ancora parecchi passi in avanti da fare, ma ciò avverrà se sempre più persone prenderanno consapevolezza di questa scelta diventando una forza economica (e quindi motrice) delle loro scelte.

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