Vegetariano in carcere: il pesce non è considerato carne

Si può essere vegetariani in carcere? A quanto pare no. Ecco la storia di Howard Cosby, detenuto nel carcere di Uncasville, nel Connecticut. Diventato buddhista e vegetariano Cosby ha chiesto che non gli venisse più servita la sua razione di pesce, tre volte a settimana. La direzione del carcere però ha risposto che il dipartimento considera già la sua dieta in carcere vegetariana, non considerando il pesce come carne.

Cosby, 35 anni, condannato per violenza sessuale e altri vari reati, ha perciò interpellato la PETA (People for the Ethical Treatment of Animals) per chiedere un intervento. Alla richiesta ha immediatamente fatto seguito una lettera alla direzione del carcere da parte dell’associazione che ha ricordato come, dal 2000, esiste una legge federale che impone agli istituti di pena di avvallare le richieste di regimi alimentari particolari in relazione a credi religiosi. In particolare il buddismo non prevede strettamente una dieta vegetariana, ma in questo caso Cosby la segue proprio per seguire nel modo più completo la dottrina della non-violenza.

Inoltre Jeff Kerr, avvocato della PETA, ha sottolineato che “chiaramente il pesce è carne, hanno pensieri, interessi, un sistema nervoso centrale, non sono di certo verdure che nuotano”.

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