Ambiente: tappi di plastica che non si staccano saranno obbligatori in Europa

La nuova regola dovrà essere applicata dal luglio del 2024: l’obiettivo, meno plastica dispersa nell’ambiente, soprattutto marino, dell’Unione

Forse non è la prima volta che li vedete, ma forse non sapete due cose: la prima, che i tappi per bottiglie che rimangono attaccati si chiamano “tethered cap” e, la seconda, che l’Unione Europea ha deciso di renderli obbligatori entro il 2024 per le bottiglie delle bevande che contengono fino a 3 litri di liquidi.

I tappi cambiano

Nel 2019 l’Unione Europea pubblicò sulla Gazzetta Ufficiale la Direttiva 2019/904 che fece un po’ il punto sulla situazione dei rifiuti plastici sul vecchio continente e sulle regolamentazioni introdotte per migliorare non solo lo smaltimento ma anche la produzione e l’utilizzo dei prodotti di plastica, soprattutto quella monouso. “Nell’Unione, dall’80 all’85 % dei rifiuti marini rinvenuti sulle spiagge sono plastica – si legge nella Direttiva – di questi, gli oggetti di plastica monouso rappresentano il 50 %”. Ma non è tutto perché “I tappi e coperchi di plastica dei contenitori utilizzati per bevande sono tra gli oggetti di plastica monouso più frequentemente rinvenuti sulle spiagge dell’Unione. Pertanto, i contenitori per bevande che sono prodotti di plastica monouso dovrebbero poter essere immessi sul mercato solo se soddisfano determinati requisiti di progettazione che riducono in modo significativo la dispersione nell’ambiente dei tappi e coperchi di plastica”. Ecco come è nata, quindi, l’idea di rendere obbligatorio per le aziende che vogliono vendere i propri prodotti in bottiglie monouso in Europa la presenza del tappo collegato tramite una linguetta alla ghiera.

I tappi delle bottiglie sono realizzati con una plastica diversa dal PET ossia l’HDPE

A cosa servono i nuovi tappi?

Evitando che il tappo si stacchi è molto più difficile che questo finisca disperso nell’ambiente e non venga gettato correttamente nella raccolta differenziata della plastica. Nel 2018, però, come riporta Il Fatto Quotidiano in un articolo, le grandi aziende come Coca Cola e Danone furono immediatamente contrarie all’idea di un nuovo tipo di tappo per i loro prodotti: sarebbe stato molto costoso e con risultati poco proporzionati allo sforzo economico. Le aziende scrissero anche una lettera ai ministri europei chiedendo che la norma venisse rivista e che si investisse di più, invece, su sistemi come i Deposit Return Schemes, macchine che raccolgono le bottiglie in plastica rendendo i cambio benefit per il cittadino, come sconti o buoni spesa, incoraggiando di fatto il corretto riciclo.
Ora i giochi sono fatti e l’idea alla base del nuovo tappo è, sostanzialmente, che questo venga gettato insieme alla bottiglia senza essere dimenticato o perso in giro diventando anche un pericolo per la fauna terrestre e marina.

Come differenziare

Il dubbio che rimane per chi dovrà differenziare è: ma tappi e bottiglie non andavano separati? I tappi, infatti, non sono realizzati con lo stesso materiale delle bottiglie (il PET) bensì con una plastica HDPE (sempre un polimero ma ad alta densità, quindi non trasparente e più solido) e per questa ragione le loro modalità di riciclo è diversa. Secondo il sito di Corepla, però “La bottiglia va appiattita o schiacciata sul lato lungo e conferita con il tappo avvitato: questo aiuta a selezionare plastiche differenti e ad avviarle più facilmente a riciclo”.

Nonostante Coca-Cola abbia già annunciato, portandosi avanti coi tempi, che alcune sue marche di bevande hanno già i nuovi tappi, sembra che il sistema presentato dall’Unione Europea convinca poco. Graham Forbes, responsabile del progetto di Greenpeace dedicato alla plastica ha detto: “Che i loro tappi di plastica siano attaccati o no, Coca-Cola produce comunque miliardi di rifiuti di plastica ogni anno, danneggiando il nostro ambiente, le nostre comunità, il nostro clima e la nostra salute”.

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