Rifugi per animali, il Ministero della Salute chiarisce: nessun limite al possesso di più di due suini

La precisazione del Ministero rappresenta un ulteriore tappa verso il pieno riconoscimento dei diritti dei rifugi per animali

E’ stata una delle questioni più dibattute – in punta di legge – nella vicenda che nei giorni scorsi ha interessato la Sfattoria degli Ultimi, rifugio per animali alle porte di Roma. Ora è arrivato un documento integrativo del Ministero della Salute che specifica la questione relativa al possesso degli animali – nel caso specifico dei suini – non destinati alla zootecnia. Ovvero, il Ministero ha chiarito, nero su bianco, che il limite del possesso di due suini non destinati all’industria alimentare – che era stato fissato nei mesi scorsi nell’ambito delle misure per contrasto alla peste suina – non si applica ai rifugi per animali. Si chiarisce, infatti, che il dispositivo precedente – si legge nel documento del Ministero – “è applicabile esclusivamente a quelle situazioni in cui privati cittadini tengono presso le proprie residenze o abitazioni private fino a un massimo di due suini per finalità diverse dagli usi zootecnici e dalla produzione di alimenti. Pertanto le disposizioni contenute nel provvedimento citato non sono applicabili a rifugi per animali, né ad altre situazioni in cui gli animali sono tenuti per scopo ricreativo, dimostrativo, culturale e altro”.

Una precisazione importante

“Si tratta di un chiarimento necessario anche in vista delle prossime udienze riguardanti la Sfattoria, vicenda che ci vede sin dal primo giorno al fianco degli animali lì ospitati, e che accogliamo con gioia”, ha commentato il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto, una delle associazioni che stanno affiancando il rifugio romano nella battaglia legale per la salvaguardia dei circa 140 tra suini e cinghiali nei confronti dei quali la Asl 1 di Roma aveva emesso un decreto, ai primi di agosto, per il loro abbattimento come misura per il contenimento della diffusione della peste suina. Proprio il fatto che i maiali ospitati nel rifugio fossero in numero di gran lunga maggiore a due era stato uno degli elementi ai quali la Asl romana aveva fatto appello per giustificare la misura di abbattimento, facendo riferimento al dispositivo emesso nei mesi scorsi dal Ministero sul contrasto alla diffusione della malattia. Ora, però, è arrivata la precisazione, che rafforza ulteriormente la posizione della Sfattoria degli Ultimi, in attesa dell’udienza che il prossimo 12 settembre dovrà decidere nel merito della questione. “Di certo – ha commentato ancora Camparotto – la battaglia giudiziaria per la salvezza dei circa 130 suidi del rifugio non è ancora vinta, ma confidiamo che questo chiarimento del Ministero possa aiutare la causa di chi vuole vedere la conclusione di questa triste vicenda con gli animali in vita“.

Al di là della situazione della Sfattoria degli Ultimi, il provvedimento – ha evidenziato anche la LAV, che già a maggio aveva chiesto al Ministero di rivedere la norma sul numero dei suini che i rifugi possono ospitare – rappresenta “un’altra significativa tappa verso il pieno riconoscimento dell’esistenza degli animali non come oggetto di sfruttamento, produzione e uccisione e dell’esistenza e dei diritti dei rifugi e santuari per animali”.

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