Val Plumwood: l’uomo parte della natura e l’ecofemminismo

Che legame c’è tra la concezione che abbiamo della natura e l’esercizio di forme di supremazia e controllo, come quelle indotte dal maschilismo? Lo ha spiegato nel corso della sua vita la filosofa australiana Val Plumwood.

Plumwood

L’uomo è parte integrante della natura: questo è ciò che Valerie Plumwood ha sostenuto nel corso di tutta la sua vita. E’ proprio per questo che non possiede il controllo sul mondo naturale che da sempre crede di avere. Per la filosofa vegetariana e ambientalista australiana ne fu dimostrazione evidente l’avventura che visse in prima persona nel Parco Nazionale Kakadu negli anni ’70, durante un’esplorazione solitaria in canoa (che vediamo nella foto in fondo alla pagina) in cerca di grotte che ospitassero testimonianze di arte indigena. Come si legge nel libro “Le bestie siamo noi” di Jeffrey M. Masson, la studiosa subì addirittura un triplice attacco da parte di un coccodrillo, al quale sopravvisse miracolosamente riportando solo qualche ferita, e che la condusse alla riflessione sulla principale differenza tra uomo e animale: mentre l’essere umano può fare delle canoe-685wscelte sulla propria alimentazione, agli animali queste sono negate, dal momento che sono costretti a seguire il proprio istinto per la sopravvivenza.

La teoria dell’iperseparazione

Nata a Sidney nel 1939 e scomparsa a Braidwood all’età di 68 anni, la Plumwood trascorse i suoi anni di insegnamento universitario elaborando il concetto di “iperseparazione”: secondo lei, da quando l’uomo si è atteggiato a padrone della natura, avrebbe cominciato a vedere gli altri animali come qualcosa di moralmente insignificante. Ed è questo che avrebbe portato la nostra specie a trattare in modo tanto disumano gli animali da allevamento: non riusciamo a immaginarci in una condizione simile, non concepiamo l’idea di poter diventare cibo a nostra volta ed è come se – nella nostra ottica – gli altri esseri viventi vivessero in una natura diversa dalla nostra, dove tutta questa crudeltà è ammessa.

Dagli anni ’70 l’illustre studiosa iniziò a riflettere sul concetto di natura elaborato dal mondo occidentale, arrivando alla convinzione che l’essere umano non sia diverso dalle altre specie viventi: come l’uomo non potrebbe concepire il fatto di diventare cibo di un altro animale, allo stesso modo nessun’altra specie vuole diventare il cibo di un’altra, tutti gli animali vogliono essere di più che una semplice preda. La nostra cultura ci ha portato a credere che le uniche biografie degne di attenzione siano quelle dell’uomo, dimenticando però che ogni animale ha un passato oltre che il desiderio di crescere e sviluppare al meglio le proprie capacità. Ed è proprio questo l’argomento contro cui Val Plumwood si è maggiormente schierata nel corso delle sue ricerche.

Francoise d’EaubonneL’eco femminismo

La convinzione che l’uomo sia diverso e, in qualche modo, superiore rispetto agli altri animali (concetto alla base del cosiddetto antropocentrismo) è alla base della cultura occidentale e ha finito con l’essere estesa anche ad altri ambiti, legittimando ad esempio la supremazia di alcune popolazioni su altre, ma anche semplicemente il concetto di maschilismo di cui la nostra società è ancora oggi tanto intrisa. Questo concetto è alla base del movimento ecofemminista nato nel 1974 ad opera della scrittrice francese Francoise d’Eaubonne (nella foto) e al quale la Plumwood aderì durante la sua carriera; i principali obiettivi polemici della maggior parte degli esponenti della corrente sono rappresentati dalla volontà di dimostrare come la logica del dominio umano sulle altre specie viventi sia il prototipo di ogni tipo di sfruttamento e disuguaglianza sociale.

Tra i numerosi lasciti della studiosa, oltre alle sue opere letterarie – tra le quali “Femminismo e la supremazia della natura” è ormai un classico – a oggi abbiamo anche l’idea della sua forte integrità morale: Valerie Plumwood visse esattamente in base ai concetti che aveva elaborato, lottando contro qualsiasi tipo di supremazia e predominio ma anche tentando di ridimensionare i concetti di invulnerabilità e intoccabilità che gravitano attorno all’essere umano.

Laura Di Cintio

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