Il gorilla di Cincinnati non doveva essere lì

Harambe è stato ucciso per mettere in salvo un bambino caduto nella sua gabbia: la domanda è perché era in gabbia?

Un bambino di 3 anni cade nella gabbia di pietra del gorilla: siamo a Cincinnati, nello zoo cittadino. Il bambino sta bene, il gorilla viene ucciso con una fucilata. Un’azione “necessaria per proteggere il bambino dalle azioni non prevedibili dell’animale” ha spiegato il direttore dello zoo Thaine Maynard.

L’etologo
In questa breve cronaca si trovano tante domande e poche risposte, e queste immagini lasciano l’amaro in bocca e un dubbio che, per chi cerca di proteggere gli animali, è radicale. Il bambino era davvero in pericolo? Quella fucilata era davvero l’unico modo per portare in salvo il piccolo di uomo? Oppure quelle zampe così grandi che afferrano con delicatezza la mano del bimbo e quello sguardo del piccolo verso il gorilla, forse erano la chiave di un intervento che poteva salvaguardare la vita di entrambi? L’etologo Roberto Marchesini, in un suo video intervento online ha commentato così la vicenda: “La cosa grave è che non sia stato valutato il comportamento etologico del gorilla, esplorativo e parentale per certi versi, verso il bambino, secondo, è incredibile che non ci fosse un etologo in grado di intervenire e che fosse abituato ad interagire con l’animale, il personale di questo zoo ha dimostrato la sua incapacità e ignoranza, ci troviamo davanti ad una situazione scandalosa che non ha giustificazioni”.

La reazione della rete e della madre del bambino
Michelle Gregg, la mamma del piccolo caduto nella gabbia di Harambe è stata duramene attaccata dall’opinione pubblica, tanto che su Facebook è nato un gruppo “Investigate Michelle Gregg”  (Indagate Michelle Gregg ndr). La negligenza della madre, sostengono nel gruppo, sarebbe la causa della morte del gorilla e lo Stato deve prendere provvedimenti. La donna, sul suo profilo ha però risposto così: “Voglio ringraziare tutti per i pensieri e il supporto. Una bellissima giornata si era trasformata in una giornata terribile. La società fa presto a giudicare i genitori, ma chi mi conosce sa che io mi prendo sempre cura dei miei figli”. Secondo le ultime notizie, la polizia di Cincinnati ha confermato che la famiglia del bambino potrebbe andare incontro ad accuse di rilevanza penale per aver lasciato incustodito il bambino nello zoo.

Gorilla Cincinnati BambinoUna certezza esiste, però, anche se quel cartello all’ingresso del parco zoologico dice “Gorilla world”: Harambe, il gorilla di 17 anni ucciso, non doveva essere lì. E non conta se le barriere fossero più o meno sicure per i visitatori, non conta se davvero i
genitori del bambino siano stati negligenti, così come sostiene una petizione online, il gorilla non doveva essere lì perché nessun animale dovrebbe stare mai più in uno zoo. I parchi zoologici sono nati nella metà del Settecento e sarebbe davvero ora che sparissero diventando solo un ricordo: non c’è un solo buon motivo per cui un gorilla, un orso polare, una foca, un pinguino, un elefante o qualsiasi altro animale, debbano essere catturati e rinchiusi in una gabbia per fare in modo che noi, comodi e al sicuro (da cosa poi?) possiamo stare a guardarli. La vista di un animale in gabbia, disperato il più delle volte, non ha nessuna valenza educativa, ma porta avanti, come se ce ne fosse bisogno, un concetto sbagliato, che sta distruggendo ed erodendo ogni giorno il pianeta su cui abbiamo avuto la fortuna accidentale di capitare: l’uomo non è padrone della natura.
Non possiamo non ricordarci che nelle gabbie dei vari “Barnum” finivano, non molto tempo fa, persone affette da nanismo, uomini con malformazioni al volto e al corpo, o donna e bambini con 6 o 8 arti. Non c’è spettacolo nella sofferenza, non c’è meraviglia nella disperazione e nella mancanza di qualsiasi speranza.

Cincinnati gorilla bambinoGli animali sono spettacoli, è vero, ma lo sono solo ed esclusivamente quando rimangono dove devono, quando corrono, giocano, lottano, vivono e muoiono nel loro ambiente, nelle loro foreste, nei loro laghi, mari, sui loro. Non sono animali quelli che nuotano in una vasca sempre uguale, non sono animali quelli che sbattono la testa contro le pareti di finta roccia dipinta con colori che richiamano la foresta, non sono più animali quelli seduti in un angolo ad aspettare che quell’incubo passi. Che cosa ci fa pensare, ancora, che uno zoo, sia qualcosa di educativo, perché portiamo i bambini a vedere una natura violentata e distrutta?

Harambe è stato ucciso, ma il nostro pensiero va anche a quel bambino a cui dovranno spiegare che quel bestione che lo ha persino accarezzato e che lui stesso guardava senza paura, non c’è più e che forse i suoi figli non potranno più vederne uno, perché la sua razza è estinta, ed è solo colpa nostra.

Federica Giordani

Iscriviti alla newsletter e ricevi subito l'ebook gratis

Quattro ricette MAI pubblicate sul sito che potrai scaricare immediatamente. Puoi scegliere di ricevere una ricetta al giorno o una newsletter a settimana con il meglio di Vegolosi.it.  Iscriviti da qui.

Sai come si fa la salsa zola vegan? Iscriviti alla newsletter entro e non oltre l'11 maggio e ricevi subito la video ricetta

Print Friendly
0