Foresta Amazzonica: ogni giorno si tagliano l’equivalente di due campi da calcio, Bolsonaro nega

I dati raccolti parlano di una situazione grave, con la perdita di una porzione di foresta equivalente a due campi da calcio ogni minuto. Il Presidente del Brasile Bolsonaro, però, parla di “fake news”

Deforestazione foresta amazzonica Bolsonaro

La distruzione della foresta Amazzonica, considerata dal sempre “il polmone verde del mondo”, ha toccato livelli allarmanti mai raggiunti prima: secondo i media internazionali, i dati riportati dall’Inpe (Istituto nazionale di ricerche spaziali del Brasile), parlano di circa 3700 km quadrati di foresta persi dall’inizio di quest’anno, dei quali 1250 persi addirittura nei primi 22 giorni di luglio. La distruzione della più grande foresta pluviale del mondo, secondo gli esperti, si starebbe avviando sempre più velocemente verso un punto di non ritorno, raggiunto il quale sarà impossibile fare qualcosa per rimediare.

Un allarme spaventoso che, però, è stato immediatamente contestato dal Ministro dell’Ambiente brasiliano Ricardo Salles (già condannato in passato per frode ambientale), che ha proposto di sostituire il lavoro portato avanti dall’Inpe (ritenuto manipolabile), con un servizio satellitare privato in grado di fotografare in tempo reale la situazione nella foresta amazzonica.

Bolsonaro: “La foresta sta benissimo, solo fake news”

Il motivo di questo grave problema ambientale sarebbe da ricercare nella politica portata avanti dal nuovo presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, insediatosi a gennaio di quest’anno e impegnato in quello che lui stesso definisce uno “sfruttamento ragionevole” della foresta Amazzonica.

Non a caso, infatti, il politico brasiliano parla di fake news preparate a tavolino, mentre ogni minuto si taglia l’equivalente di due campi da calcio di foresta Amazzonica.

Nonostante gli studiosi sostengano che si tratti dei dati peggiori degli ultimi 10 anni (considerati attendibili per oltre il 90%), Bolsonaro continua a portare avanti la tesi del complotto, affermando che la foresta Amazzonica sta benissimo: “Io credo alla realtà e la realtà mi dice che se tutti i dati sulla deforestazione fossero veri, l’Amazzonia non esisterebbe più. Invece esiste ed è in salute”. Secondo Bolsonaro, inoltre, i dati forniti dall’Inpe servirebbero semplicemente per screditare il paese: “Inpe non fa gli interessi del Brasile, getta discredito e contribuisce alla brutta immagine del nostro paese. La cambierò. Chi la dirige e ci lavora è ossessionato dal tema ambientale” chiosa il Presidente brasiliano.

Deforestazione foresta Amazzonica

Una grafica che mostra la deforestazione della foresta pluviale amazzonica nel corso del tempo

I motivi dietro al negazionismo di Jair Bolsonaro

I dati ci sono, le evidenze scientifiche anche, eppure il Presidente del Brasile continua a far finta che non esistano. Un comportamento che non può che richiamare alla mente quello del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, fermamente convinto che il riscaldamento globale sia solo un “complotto” ordito ai danni dell’economia americana. Il motivo di questo tipo di approccio sarebbe legato, almeno per quanto riguarda Bolsonaro, alla lobby dell’allevamento e dell’industria: secondo i media, il Presidente sarebbe stato eletto grazie al sostegno di coloro che hanno bisogno di più terre per coltivare o per far spazio agli allevamenti.

Adesso Bolsonaro “ricambia il favore” recuperando questo spazio proprio laddove sorge la foresta Amazzonica, a scapito non solo degli ecosistemi locali ma di tutto il pianeta. “Andare avanti con la deforestazione dell’Amazzonia significa rendere ancora più difficile la riduzione delle emissioni di CO2” dichiara Mark Maslin dell’University College London. Nel concreto, il Presidente ha rivisto alcune leggi che negli anni passati sono servite a tutelare il “polmone verde”: per fare un esempio, come riporta il Guardian, in questi mesi Bolsonaro ha tolto potere all’agenzia per tutela dell’ambiente, ponendola sotto la supervisione del Ministero dell’agricoltura, che è guidato dal leader della lobby agricola.

Il presidente stesso e altri ministri hanno anche criticato l’agenzia di sorveglianza forestale, Ibama, per aver inflitto multe ai criminali e ai disboscatori che operano illegalmente. “Purtroppo è assurdo, ma non dovrebbe sorprendere nessuno. Il presidente Jair Bolsonaro e il Ministro Ricardo Salles stanno smantellando le nostre politiche socio-ambientali“, ha dichiarato Carlos Rittl, segretario esecutivo dell’Osservatorio sul clima , una ONG formata da un insieme di gruppi ambientalisti.

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