Expo: il Crocoburger? “L’ideale per una dieta sana e corretta”

Carne di coccodrillo Expo

Direttamente dallo Zimbawe,  come preannunciato anche da Vegolosi.it , ad Expo è arrivato ufficialmente il “crocoburger” il panino con carne di coccodrillo che si può mangiare presso il cluster dedicato a cereali e tuberi nello stand della nazione africana. Il comunicato stampa da Expo scende nei dettagli e spiega “Le carni arrivano direttamente dal Paese africano da allevamenti controllati nelle vicinanze del lago Kariba e vengono macellate al terzo anno d’età per far sì che rimangano tenere e gustose”.

 

Il panino è stato celebrato con un servizio fotografico a cui ha partecipato anche un pupazzo a grandezza d’uomo di un bel coccodrillo di peluches dietro al quale svettava invece il logo del crocoburger: un coccodrillo in versione cartone animato con tovagliolo al collo, forchetta, coltello e una gran fame, a quanto pare, dei suoi simili. Un’iconografia già vista e rivista quando si parla di carne, animali e ammiccamento ai più piccoli. Il tentativo di dimenticare la vera origine della carne, allontanando dagli occhi (e dallo stomaco) degli acquirenti (soprattutto se bambini) il vero sistema di produzione, è evidente. Si tratta ancora una volta di quello che la dottoressa Annamaria Manzoni, psicologa vegana, ha definito “un percorso di rimozione-negazione” ai danni dei bambini nel suo libro “In direzione contraria”  (potete ascoltarla anche qui in questa intervista). Ovviamente la “rimozione” non è solo ai danni dei più piccoli.

Infine, sempre nella più grande manifestazione legata al cibo, alla sostenibilità e alla domanda “Come nutrire il Pianeta in futuro” ecco le dichiarazioni ufficiali di Georges El Badaoui, Console dello Zimbabwe a Milano: “In tutto il mondo si mangia il coccodrillo – spiega – e anche in Europa è considerato un cibo appetitoso e prelibato. Le sue carni sono molto proteiche, magre, con pochissimo colesterolo e ricche di Omega 3, 6, e 9, insomma l’ideale per una dieta sana e corretta. Siamo convinti che sarà apprezzato anche dagli italiani”. Si tratta forse di un’apertura diplomatica all’idea che la carne di coccodrillo possa essere acquistata e consumata in modo permanente anche in Italia dopo lo “spot” di Expo?

 

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