“Vegani malati”: Bianconi, sa cos’è l’Effetto Zeigarnik?

Il deputato Bianconi, intervenuto in radio, si è lasciato andare ad alcune provocazioni sul mondo vegan: cerchiamo di rispondergli nel modo che ci è più consono.

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“Esiste la vegania, è una malattia. I vegani sono malati“. Bianconi, deputato di Conservatori e Riformisti, intervenuto su Radio Cusano Campus, ha trovato in queste ore il modo di far parlare di sé: “I vegani sono malati, ci sono anoressici, bulimici e vegani. Se si arrabbiano non mi importa: dire che dalle pecore non si può bere il latte o cavare la lana significa farle estinguere, perché esistono se non servono più a niente?”. Al signor Bianconi è stata poi posta la fatidica domanda: “Se avessi un nipotino vegano?”.

Si perde il principio di base

Se avessi un figlio gay?“: quante volte abbiamo sentito questa domanda negli ultimi anni, all’interno del tumultuoso dibattito sui diritti gay?  Il principio di base, l’amore, è stato strumentalizzato per fini altri. E la stessa cosa vale per il signor Bianconi, il Cruciani o il Luca Bizzarri (che ha sfoggiato un salame sulla sua pagina Facebook per esprimere solidarietà al giornalista de “La Zanzara”) della situazione: il vero principio alla base di una scelta, il rispetto degli animali, dell’ambiente e della propria salute, viene a poco a poco de-strutturato per garantirsi gli appigli necessari al contrattacco. L’ultima frontiera della destrutturazione del principio di base è il compromesso: vegetariani sì, vegani no. Che sa tanto di matrimonio gay sì ma adozioni gay no, voto alle donne sì ma parità di stipendio no, immigrati sì, ma prima gli italiani.

Dibattiti televisivi e l’effetto Zeigarnik
Il quorum di condivisione è l’unica cosa che conta, nel tempo e nello spazio. L’odio e il fastidio per i vegani lo si percepisce in rete e in televisione: su Twitter c’è l’ironia, su Facebook le frustrazioni d’antan dei 50enni che rivendicano con orgoglio i gloriosi tempi in cui si mangiava carne senza essere disturbati, in televisione regnano i dibattiti. Quando si arriva sul terreno dei dibattiti tv infuocati è il caso di tremare, ma anche di sperare. Se un argomento arriva alla ribalta, è perché ha raggiunto l’obiettivo: far porre domande alla gente. Secondo la psicologa lituana Bluma Zeigarnik, che ha elaborato la teoria nota come “Effetto Zeigarnik”, le persone non possono esimersi dal rispondere a delle domande che gli vengono poste. Se Bianconi o Bizzarri sentono l’esigenza di ostentare un salame o di esprimere odio su Facebook o in radio, significa che con molta probabilità le domande sono arrivate a destinazione.

La verità viene da lontano
“Il mondo non verrà distrutto da una bomba atomica, come dicono i giornali, ma da una risata, da un eccesso di banalità che trasformerà la realtà in una barzelletta di pessimo gusto” scriveva Carlos Ruiz Zafòn ne “L’ombra del vento”. Lo scherno può essere la prima tappa di un lungo tunnel che porta all’odio indiscriminato, ma una sana risata è la prima tappa di un lungo tunnel che porta all’affermazione di verità. Si sorride perché non si torna più indietro, perché il mondo va avanti, perché di progressi sul tema del rispetto per gli animali se ne registrano ogni giorno.

Yuri Benaglio 

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