Sfattoria degli Ultimi, tutti gli aggiornamenti: il Tar sospende gli abbattimenti fino al 12 settembre

L’ultimo decreto del Tar del Lazio ufficializza la sospensione degli abbattimenti. Sfattoria: “Finalmente una buona notizia”

Ultimo aggiornamento 19/08

Il Tar ha accolto in via definitiva la richiesta di sospensione del decreto di abbattimento dei suini e dei cinghiali ospitati dalla Sfattoria degli Ultimi, fino al 12 settembre. Lo hanno reso noto gli stessi volontari del rifugio per animali di Roma insieme alle associazioni animaliste che, anche legalmente, ne stanno sostenendo la battaglia. Dopo lo scontro a suon di decreti degli ultimi giorni, il Tribunale amministrativo ha, infatti, deciso di sospendere definitivamente gli abbattimenti fino alla seduta collegiale che dovrà esaminare nel merito la questione, fissata per il 12 settembre. “Che felicità potervi dare per una volta, una buona notizia – hanno commentato subito sui social dalla Sfattoria -. Restiamo in allerta perché nulla è ancora vinto, ma prendiamo tutti una bocca di ossigeno dopo un mese davvero difficile”.

Cosa prevede l’ultimo decreto del Tar

A spiegare nel merito la decisione del Tribunale sono le associazioni che in queste settimane hanno sostenuto la battaglia legale del rifugio. “Oggi – hanno spiegato in una nota congiunta – il giudice, correggendo totalmente quanto disposto in precedenza, non solo ha chiarito che gli abbattimenti dei suidi non sono autorizzati, ma ha anche imposto all’Asl di confrontarsi con la titolare della Sfattoria e con le associazioni per garantire con adeguate prescrizioni tecniche la salvaguardia degli animali: un vero e proprio ‘ribaltone’ rispetto all’ultimo decreto, che prescriveva il monitoraggio ed eventualmente l’abbattimento. Dispone infatti il magistrato – proseguono le associazioni – che l’Azienda sanitaria, ‘nelle more della decisione collegiale sull’istanza cautelare, debba perseguire l’interesse pubblico inteso alla prevenzione epidemiologica monitorando la situazione e prescrivendo tutte le misure precauzionali e le soluzioni di natura tecnica – che la parte privata dovrà rispettare offrendo la massima collaborazione, eventualmente anche in funzione propositiva – in modo da consentire la salvaguardia dei suidi e l’isolamento assoluto degli stessi’. L’istanza della ricorrente e delle associazioni è dunque accolta e il decreto cautelare del 16 agosto è integrato in questo senso fino alla Camera di Consiglio del 12 settembre prossimo“.

In attesa dell’udienza di metà settembre potrebbe, inoltre, tenersi nei prossimi giorni un tavolo tecnico di confronto che Sfattoria e associazioni chiedono da giorni con i diversi soggetti istituzionali coinvolti, dal commissario per la lotta alla Peste suina africana, Angelo Ferrari, alla Regione Lazio e al Comune di Roma. Ma, intanto, è arrivata una prima buona notizia.

Ultimo aggiornamento 17/08

Continua la battaglia legale a suon di decreti intorno alla Sfattoria degli Ultimi. Dopo che il 14 agosto il TAR del Lazio aveva accolta la richiesta di sospensiva dell’atto di abbattimento dei 140 tra maiali e cinghiali ospitati nella struttura come misura per il contenimento della peste suina presentata dal rifugio romano e sostenuta da molte associazioni animaliste dando 3 giorni di tempo alle controparti per presentare ulteriore documentazione, è arrivato oggi – con un giorno di anticipo – un nuovo aggiornamento. Come hanno reso noto le stesse associazioni, il Tribunale amministrativo ha, infatti, confermato le misure di profilassi contro la diffusione della peste suina con le quali la Asl 1 di Roma, lo scorso 8 agosto, scorso aveva intimato l’abbattimento degli animali ospiti nella Sfattoria. Nello specifico, con il decreto il TAR ha disposto che la Asl ”in via interinale e nelle more della disamina della causa in sede collegiale, può lasciare alla ricorrente stessa solo i due maiali non Dpa (sempre che ve ne siano le condizioni e previa precisazione di tutti gli accorgimenti affinché questi godano d’un trattamento consono e non fuoriescano dalla proprietà attorea) ed è tenuta, al contempo, a monitorare lo stato di salute degli altri maiali già sequestrati e avviati alla profilassi, valutandone la pericolosità attuale ed effettiva e, se del caso, provvedendo per l’abbattimento”. Nel provvedimento, i giudici hanno rilavato come non ci sia “seria ragione per derogare alle misure di profilassi e contenimento del virus Psa”. E’ stata, invece, fissata al 12 settembre la l’udienza collegiale per decidere in via definitiva sulla fase cautelare, cioè sulla sospensiva del decreto di abbattimento dell’8 agosto. Indicazioni che sono arrivate quando, già in mattinata, i volontari della Sfattoria avevano reso noto come fosse stato comunicato loro che i termini per la presentazione della documentazione aggiuntiva comprovante la biosicurezza del rifugio fossero stati anticipati di un giorno, dal 18 al 17 agosto. Un “accanimento”, hanno ribadito, considerati i già stretti tempi imposti dal Tribunale, rispetto al quale “ci sono centinaia di persone che non permetteranno che questo abbattimento avvenga”.

Ma cosa significa questo nuovo passaggio legale? “Il decreto – spiega  Giuseppe Calamo, l’avvocato che segue il ricorso della associazioni al fianco dei volontari della Sfattoria – ha sospeso l’efficacia del provvedimento di abbattimento dell’8 agosto. Inoltre, impone all’Asl di svolgere un monitoraggio dello stato di salute dei suini presenti nel rifugio, valutando se esistono effettivamente casi in cui è consentito l’abbattimento. Non autorizza – sottolinea però il legale – gli abbattimenti in generale nel rifugio, dispone semplicemente che l’autorità sanitaria compia nuovi accertamenti essendosi i precedenti rivelatisi erronei”. Una diversa lettura del provvedimento sarebbe, tuttavia, stata fornita dall’Asl romana tanto che Caccamo non esclude un ulteriore passaggio legale, a tutela degli animali, con la presentazione di un’istanza di modifica.

A stretto giro è arrivato anche il commento delle associazioni a fianco della Sfattoria degli Ultimi (Enpa, Leal, Leidaa, Lndc, Oipa e Tda): “Letto il decreto emanato dal Tar del Lazio oggi, 17 agosto, che stabilisce che l’Asl Roma 1 possa valutare se abbattere o no gli animali presenti nel santuario a prescindere dalla documentazione che avrebbe dovuto essere presentata ed esaminata domani secondo il decreto del 14 agosto, auspichiamo che quanto disposto non conduca ad abbattimenti in una struttura dove lo stesso Tar riconosce non esservi un focolaio di Psa attivo. Auspichiamo che l’Asl consenta anche alle controparti di depositare propri documenti e chiarimenti affinché possa instaurarsi un equo contraddittorio e che manifesti essa stessa la volontà di trovare soluzioni alternative che consentano la salvezza di animali sani, chiusi in recinti, iscritti all’anagrafe e costantemente controllati”. La battaglia, dunque, continua.

Ultimo aggiornamento 15/08

La precisazione, dopo le notizie circolate alla vigilia di Ferragosto, è dello stesso ufficio stampa della Giustizia Amministrativa che, in una una nota, ha specificato che l’abbattimento degli animali della Sfattoria degli Ultimi è stato sospeso sino al 18 agosto e non al 14 settembre, come era parso in un primo momento e anche i volontari del rifugio romano avevano comunicato dopo la pubblicazione del decreto con il quale, il 13 agosto, il Tar del Lazio ha accolto la richiesta di sospensiva dell’atto di abbattimento per approfondire ulteriormente la questione. Il Tribunale amministrativo – sottolinea il comunicato – ha rinviato la decisione “in attesa degli adempimenti istruttori” sospendendo l’abbattimento “fino al 18 agosto. Occorre acquisire chiarimenti in merito all’effettiva sussistenza del rischio di propagazione dell’epidemia nella struttura” e la decisione arriverà entro il 18 agosto, con decreto cautelare monocratico a firma del Presidente di turno.

A seguire, dunque, su istanza dell’Asl, potrebbe essere emesso un nuovo decreto monocratico che conferma o revoca il presente. Se la sospensione dovesse essere confermata, è già stata indicata la data della prima Camera di Consiglio utile per la trattazione collegiale della domanda cautelare, fissata al 14 settembre. “Il rischio dell’abbattimento non è scongiurato“, hanno commentato le associazioni che sono intervenute nel procedimento davanti al Tar del Lazio insieme a Sfattoria (Enpa, Leal, Leidaa, Lndc, Oipa e Tda), “ma siamo certi che una soluzione si possa trovare e la sospensione dell’abbattimento, per consentire un approfondimento da parte del Tar, è la prima luce in fondo al tunnel“.

Ultimo aggiornamento 14/08

Acquisire ulteriori chiarimenti e poi decidere di conseguenza. Arriva una prima, buona notizia formale per la Sfattoria degli Ultimi: dopo aver rigettato il 12 agosto la prima richiesta di sospensiva urgente, il Tar del Lazio ha, infatti, deciso di sospendere l’esecuzione dell’atto che avrebbe portato all’abbattimento dei 140 tra maiali e cinghiali ospitati nella struttura come misura per il contenimento della peste suina. Come hanno reso noto gli stessi volontari della Sfattoria – e le associazioni animaliste come la Lav, che dall’inizio hanno seguito la vicenda – il Tribunale amministrativo ha rinviato ogni decisione per acquisire ulteriori elementi “in merito all’effettiva sussistenza del rischio di di propagazione dell’epidemia nella struttura”. Un approfondimento rispetto al quale sia la Sfattoria degli Ultimi che la ASL1 di Roma, che aveva presentato l’ordinanza esecutiva che prevede l’abbattimento degli animali, potranno presentare ulteriore documentazione nei prossimi tre giorni mentre la camera di consiglio è stata fissata al 14 settembre.

“E’ stata accolta la nostra richiesta di sospensiva, l’udienza è stata fissata al 14 settembre”, hanno spiegato i volontari della Sfattoria degli Ultimi in un video postato sui social, nel quale hanno ringraziato tutte le persone che in questi giorni si sono mobilitate a vario titolo per salvare maiali e cinghiali dall’abbattimento. La protesta, però, non si ferma: in vista dell’udienza di metà settembre, oltre a procedere con quanto richiesto dal Tar, la Sfattoria ha confermato la volontà di organizzare una grande manifestazione davanti al Tribunale, proprio per il 14 settembre, ma anche di voler portare avanti l’interlocuzione con le istituzioni per “risolvere tutta una serie di questioni che riguardano i santuari degli animali e rispetto alle quali – hanno detto i volontari – chiediamo alla politica una risposta al sentimento popolare e di affetto che abbiamo visto in questi giorni verso tutti gli animali di affezione, e per la vita stessa”.

Ultimo aggiornamento 12/08

Continuano le ore di attesa per la Sfattoria degli ultimi, il rifugio alle porte di Roma che ospita 140 fra maiali e cinghiali salvati dall’industria alimentare o da stato di abbandono e pericolo ma che ora rischiano l’abbattimento da parte dell’ASL come misura per il contenimento della peste suina. Gli animali però sono sani, messi in sicurezza microbiologica e non finiranno mai nel mercato alimentare.

La Sfattoria, tramite i suoi canali social ha comunicato oggi, 12 agosto 2022, che il TAR del Lazio  ha rigettato la richiesta di sospensiva urgente (e non un ricorso come era stato comunicato all’inizio) dell’ordinanza esecutiva della ASL1 di Roma che prevede l’abbattimento di tutti gli animali presenti (tranne due) al fine di contenere l’epidemia di peste suina sul territorio italiano.

“Il giudice non ha riconosciuto il periculum in mora, ovvero il danno grave e irreparabile. L’uccisione di 140 animali da affezione in un rifugio non é ritenuto un danno grave e irreparabile dal Tar del Lazio. Ora c’é davvero bisogno dell’aiuto di tutti. Di Tutti. Gli animali della Sfattoria sono in pericolo”.
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Non tutto è perduto, anzi. Ora l’associazione potrà seguire l’iter legale per un ricorso ordinario tramite i suoi legali: gli animali, quindi al momento, non sarebbero in pericolo.

Un estratto del decreto con il quale il TAR ha rigettato il ricorso presentato dalla Sfattoria: il documento è stato pubblicato sulla pagina Facebook del rifugio.

Anche il presidente della LAV Gianluca Felicetti sul Twitter ha confermato che ora è tempo di un secondo round con il TAR.

Massimo Vacchetta, veterinario e fondatore del Centro di Recupero per ricci “La Ninna”, ha dichiarato: “Abbiamo ancora degli strumenti legali per poter agire, perché questo primo ricorso potrà essere seguito da un secondo e poi da un eventuale pronunciamento del Consiglio di Stato, questo significa che gli animali, al momento, non sono in pericolo ma dobbiamo essere il più possibile lì fisicamente presso il rifugio, è importante”.

Anche Massimo Manni, fondatore del santuario Capra Libera Tutti, ha lanciato un appello su Instagram: “Ora è un obbligo, non è un’opzione andare alla Sfattoria, mettetevi in macchina, bisogna fare muro. Arriveranno e ammazzeranno tutti: mamme con i cuccioli, animali disabili, bisogna intervenire e subito”. Il rifugio si trova a Roma in via Arcore 92.

Una parte delle persone che si sono recate alla Sfattoria per monitorare la situazione e sostenere il rifugio – Foto di Daria Falconi presente sul posto ed inviata di Vegolosi.it

L’8 agosto scorso è stata notificata l’ordinanza al rifugio: un centinaio di attivisti giunti dal Lazio ma anche da altre parti d’Italia, stazionano presso la Sfattoria con lo scopo di difendere gli animali impedendo fisicamente, se necessario, l’ingresso delle autorità.

La Sfattoria degli ultimi vista da fuori – foto di Daria Falconi

Anche Eleonora Evi, europarlamentare in carica di Europa Verde si è recata nella giornata di ieri 11 agosto 20220 presso la struttura che ospita gli animali: “Ho voluto andare di persona per capire come sia possibile che 130 suini sani, liberi e amati possano ricevere una condanna a morte, pur non essendo “capi” da allevare e da “movimentare” (orribile linguaggio per definire esseri viventi!!) e da uccidere per diventare cibo. Sono animali d’affezione. Stiamo scrivendo anche noi di Europa Verde – Verdi una lettera al Ministro Speranza, al presidente Zingaretti e all’assessore alla sanità D’Amato perché serve una soluzione che escluda categoricamente che questi esseri viventi che non hanno alcuna colpa vengano uccisi.”

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