Spagna, una sentenza conferma che gli allevamenti violano i diritti umani
Per la prima volta un tribunale ha riconosciuto che l’inquinamento prodotto dagli allevamenti intensivi rappresenta una minaccia per la salute pubblica e ha condannato le autorità locali per non aver vigilato
È una sentenza storica, quella che è stata emessa dal Tribunale Superiore della Galizia, in Spagna, che per la prima volta al mondo ha stabilito che l’inquinamento degli allevamenti intensivi viola i diritti umani di chi abita nelle vicinanze degli allevamenti stessi. Un pronunciamento a seguito del quale il governo della regione spagnola è stato condannato per aver messo in pericolo la salute dei cittadini.
Il caso
La sentenza – come racconta la stampa spagnola – è arrivata dopo la denuncia di alcuni cittadini del comune di A Limia, che lamentavano odori forti e rischio contaminazione delle acque a causa degli sversamenti dei vicini allevamenti intensivi. Durante il procedimento è emerso come in effetti l’ambiente della zona risultasse contaminato, con la presenza di alti livelli di nitrati, ben al di sopra del consentito, e di batteri resistenti agli antibiotici, dovuta alle centinaia di allevamenti di maiali locali – la Spagna è il principale produttore europeo di carne di maiale.
Da qui, la sentenza che ha riconosciuto le autorità colpevoli per non aver sovrinteso alla gestione delle risorse e del territorio, violando così i diritti umani dei residenti, ai sensi sia della Costituzione spagnola sia della normativa europea sui diritti umani, e ha stabilito risarcimenti per i cittadini fino a 30mila euro ciascuno per l’esposizione all’inquinamento durata oltre venti anni.
Un precedente
Benché la sentenza non entri nel merito della tutela dei diritti degli animali negli allevamenti, rappresenta certamente un precedente internazionale importante perché per la prima volta crea un collegamento tra allevamenti intensivi e tutela della salute pubblica.
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