Roma: commerciante “Sono stata aggredita perché vegana”

Roma commerciante vegan aggredita

Tre mesi fa, il 5 agosto, l’apertura di uno spazio vegan al mercato all’aperto di Testaccio, Roma, aveva fatto notizia. Un’apertura in tutti i sensi, un modo per mostrare che in mezzo a macelleria, pescheria e tanti altri negozi, anche il mondo cruelty free poteva avere spazio per la prima volta. Ma i dissapori non ci hanno messo molto ad arrivare a galla.

La dinamica dei fatti continua a non essere chiara stando ai racconti di Barbara e della sua contestatrice, una signora proprietaria di un bancone pescheria che confina con il box vegan, raccolti da Roma Today. Le contestazioni fra Barbara e il resto del mercato iniziano presto ma con toni pacati: “Mi dicevano di togliere i cartelli in cui si invitava a non consumare carne e pesce e io ho detto che non lo avrei fatto, hanno chiamato anche i vigili ma questi non hanno potuto fare nulla, “La ragazza ‘sta a posto” hanno detto più volte”. La contestazione parte dai cartelli ma arriva anche ai piccioni e agli zingari: “Lei da da mangiare ai piccioni, non è affatto igienico, poi si mette gli zingari dentro il bancone…”. “Sono attenta agli ultimi, – ricorda Barbara – e do qualcosa da mangiare a questi ragazzini”.

Settimana scorsa si è arrivati allo scontro diretto: “Sono stata aggredita dalla signora, prima verbalmente: prima mi ha accusato di fare puzza con i miei incensi, e io gli ho detto che anche lei con il pesce non era di certo profumata, così mi ha aggredita dandomi una manata in faccia e buttando per terra tutte le noccioline che avevo qui”. La signora che vende il pesce si difende: “Non l’ho mai toccata, giuro che non è successo… magari, se tornassi indietro lo farei”.
A quel punto, chiamata da Barbara, è arrivata la Polizia che però ha solo potuto dire alla ragazza di sporgere denuncia il prima possibile.

Al di là dei fatti che dalle due testimonianze non possono essere accertati, esiste un altro dato di fatto: non è possibile chiedere ad un commerciante di eliminare dei cartelli che parlano di alimentazione vegan da proprio banco, l’espressione delle proprie opinioni è garantita dall’articolo 21 della Costituzione italiana. Perché il mercato della carne e del pesce, se sicuro della propria attività, teme che pochi cartelli possano fargli perdere clienti? E anche se fosse, questo si chiama libero arbitrio dei consumatori e nessuno può intervenire (men che meno con violenza) a riguardo.

Per la foto di copertina le immagini sono tratte dalla video intervista di Roma Today realizzata da Ginevra Nozzoli

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