Ristorante cambogiano cambia vita: basta carne di cane, solo piatti vegani

Grazie all’aiuto di Marc Ching, il Sabay Vegilicious non servirà mai più prodotti animali, ma il traffico illegale di cani per il consumo alimentare in Cambogia è sempre più in aumento

Prima serviva carne di cane, ora è diventato un ristorante vegano. Si trova in Cambogia (per la precisione a Phnom Penh) ed è il Sabay Vegilicious, di proprietà di Kem Soksyna e Chom Dymong. Questi, dopo aver servito ai loro clienti prodotti di origine animale (carne di cane compresa) per cinque anni, hanno deciso di cambiare radicalmente rotta grazie all’aiuto di Marc Ching, fondatore dell’organizzazione animalista Animal Hope and Wellness Foundation.

Ching, che da anni si adopera per salvare dal tristemente noto Festival di Yulin centinaia di cani ogni anno, nel 2016, dopo aver contattato i due proprietari ha offerto loro il suo aiuto per ripensare da zero il menù del locale eliminando tutti i prodotti di origine animale. “È venuto nel nostro ristorante e ci ha offerto di finanziare il locale a patto che non servissimo più carne di cane” ha spiegato Dymong al giornale locale Khmer Times. “Volevamo smettere di uccidere e allo stesso tempo dare una vita dignitosa alla nostra famiglia. Così abbiamo deciso di aprire un ristorante 100% vegetale”.

Perché si mangia carne di cane?

Quella che a noi sembra una pratica abominevole, in Asia ha radici molto antiche che vanno al di là della tradizione (che molti considerano obsoleta) da preservare, ma ha a che fare con la “scienza” e le presupposte virtù curative che questo tipo di carne dovrebbe avere sul nostro organismo. Una vera panacea in grado di curare qualsiasi male, da un banale raffreddore alla disfunzione sessuale: si tratta di poco più che dicerie, senza nessuna prova scientifica ma talmente radicate che “il 60% della popolazione cambogiana ha consumato o consuma carne di cane e la percentuale è in crescita” afferma Sim Bonith manager del Sabay Vegilicious. Un dato ancor più sconcertante se si pensa che la religione più diffusa in Cambogia è il buddhismo e che tra i suoi precetti vieta categoricamente la carne di cane.

Secondo la medicina cinese, “la carne di cane è considerata una carne calda” spiega Bonith, “cioè è in grado di aumentare la temperatura corporea interna di chi la mangia. È per questo che il consumo di questo tipo di carne si impenna durante i mesi freddi”.

Si tratta inoltre di una carne venduta a buon mercato la cui provenienza è totalmente illegale, come nei casi di rapimento di cani da abitazioni private o del contrabbando da paesi oltre confine: anche per questo che si tratta di una tendenza difficile da scardinare e che il Sabay Vegilicious combatte non senza qualche difficoltà. “La maggior parte dei nostri clienti sono turisti, ma speriamo di espandere il nostro business per raggiungere sempre più persone. Con il franchising sarebbe possibile, ma per ora ci limitiamo a fare piccoli passi, per esempio stiamo organizzando dei workshop per sensibilizzare e far conoscere la cucina senza crudeltà“.

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