Rinoceronti volanti sul cielo del Sudafrica scappano dai bracconieri

Un rinoceronte privato brutalmente del suo corno e accasciato a terra è lo scatto che racconta di un’emergenza faunistica sempre più grave

“Ci crederò quando vedrò un rinoceronte volare”. Vi consigliamo di non usare troppo spesso questo modo di dire perché da anni ormai è realtà. I rinoceronti volano, non si tratta di magia o fantascienza ma di un’emergenza. Dal 2003 il bracconaggio crescente ai danni dei rinoceronti neri in Sudafrica ha reso indispensabile il “trasloco“, per mezzo di elicotteri, di questi animali in luoghi top secret con il fine di salvaguardare la specie dall’estinzione.

L’operazione è portata avanti dal progetto BRREP, istituito dal WWF in collaborazione con altre numerose associazioni animaliste, che da anni si pone come obbiettivo la salvaguardia di questi animali che vengono cacciati senza tregua con il fine di impossessarsi, con metodi brutali, dei loro corni. La formula del trasloco è un’operazione molto complessa da effettuare, per questa ragione si porta a compimento solo in situazioni di emergenza, quando non ci sono altre possibilità. Questo è il caso: il WWF, infatti, rende noto che nel 1970 vivevano in Africa circa 65.000 rinoceronti neri e che in Sudafrica dal 2007 al 2016 il bracconaggio al rinoceronte è aumentato del 9.000%. Attualmente, però, in tutto il Sudafrica ci sono circa 200 rinoceronti neri “traslocati” nell’ambito del progetto BRREP, ossia, circa il 10% della popolazione dei rinoceronti neri di tutto il paese.

Come dice il direttore del progetto BRREP, Jacques Flamand: “Alcune delle nostre giovani popolazioni sono cresciute tanto che ora alcuni animali possono essere traslocati in nuovi territori. Questa è una buona notizia perché dimostra che il piano per aumentare le popolazioni di rinoceronte nero attraverso il trasloco sta funzionando“. Il direttore del WWF-SA Wildlife Programme, Jo Shaw, ha aggiunto: “Per bilanciare le perdite dovute al bracconaggio è molto importante aumentare le nascite dei rinoceronti, e qui entra in gioco il nostro progetto. È un ottimo esempio di come sia possibile raggiungere traguardi importanti lavorando insieme”.

Il trasloco avviene percorrendo un iter molto impegnativo, compiuto sempre con molta cura nei confronti degli animali in questione. Prima gli operatori localizzano i rinoceronti, successivamente li sedano e con molta attenzione li bendano e li vestono con un’imbracatura adatta al trasporto aereo. Da qui inizia lo spostamento in volo fino alla sede di destinazione.

Ma come siamo arrivati a questo punto? Cosa ha reso questo intervento così massiccio necessario? Come sempre la risposta risiede nel circolo di denaro. Cifre da capogiro ruotano attorno a questi animali, cifre che superano addirittura quelle della cocaina: stimato fino a 100.000 dollari al chilo, il corno ha, infatti, sia un valore medicinale sia un valore sociale. Nel primo caso è solitamente usato in polvere come componente di molti farmaci (spesso sotto forma di pillole) e venduto, soprattutto nei paesi asiatici come rimedio magico contro il cancro, l’impotenza e l’influenza. Però tutto questo non ha un riscontro scientifico in quanto il corno del rinoceronte contiene semplicemente calcio, melanina e grandi dosi di cheratina. Nel secondo caso, il corno, viene usato nelle famiglie benestanti come oggetto da mostrare, come status symbol del proprio benessere, oppure come dono per ingraziarsi soci d’affari o funzionari pubblici.
L’estirpazione del corno è una pratica barbara. I bracconieri sono soliti utilizzare una motosega per mutilare gli animali, addirittura spesso lo fanno quando sono ancora in vita e li lasciano morire piano piano, agonizzanti.

La terribile storia di questa guerra contro i rinoceronti trova voce anche nell’arte: il fotoreporter Brent Stirton ha, infatti,  vinto il Wildlife Photographer of the Year (WPY) 2017 con uno scatto dedicato ad un rinoceronte accasciato a terra, ormai esanime, privato brutalmente del suo corno.

foto vincitrice del Wildlife Photographer of the Years 2017  © Brent Stirton

Come sempre la fotografia si pone in prima linea nel mostrare incisivamente quello che è lontano dalla nostra vista. Da questa foto emerge perfettamente il motivo che ha reso inevitabile l’intervento delle associazioni per il trasloco di questi animali sfruttati.  La foto sintetizza l’eterno contrasto che l’uomo crea nel mondo. Paesaggio mozzafiato tipico del Sudafrica contrastato dalla crudeltà compiuta verso altri esseri viventi. Stirton da tempo si fa carico di portare alla luce con le sue fotografie temi inerenti lo sfruttamento degli animali e dell’ambiente. Fra gli innumerevoli premi internazionali ricevuti citiamo solo solo i più importanti: World Press Photo, The Picture of The Year International Contest, Lucie Awards e il Visa D’Or. 

Il direttore del museo londinese, Sir Michael Dixon ha commentato: “La foto di Brent sottolinea l’urgente bisogno di proteggere il nostro pianeta e le specie con cui lo condividiamo; questa foto scioccante di un animale macellato per i suoi corni è una chiamata all’azione per tutti noi”.

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