Pellicce: le manifestazioni per dire basta a crudeltà e focolai inutili anche in Europa

L’Italia ha fermato l’allevamento di animali da pelliccia che ora attendono si conoscere cosa ne sarà di loro, intanto in Europa si aspetta che la volontà di 1 milione di persone diventi legge.

Il 5 dicembre scorso in un allevamento di visoni a Galeata (FC) è stato individuato un nuovo focolaio di Covid-19. Gli animali sono stati immediatamente tutti abbattuti. Eppure erano lì “solo” in attesa di capire il loro destino dato che la legislazione italiana ha definitivamente vietato l’allevamento di animali da pelliccia sul nostro territorio ma non ha ancora dato indicazioni sulla cessione degli animali rimasti sul territorio.

“Nonostante sia passato ormai quasi un anno, siamo ancora in attesa del decreto interministeriale – spiega l’associazione EssereAnimali  in un articolo – per avviare lo svuotamento degli ultimi 5 allevamenti italiani di visoni dove ancora sono stabulati e ammassati, in minuscole gabbie, circa 5.000 animali. È evidente come l’inazione dei ministeri competenti stia continuando a rappresentare un rischio per la salute pubblica e continui ad ignorare i principi più basilari di benessere animale“. In sostanza, quindi, gli animali rimangono in un limbo, e come sempre, sono loro a farne le spese per i tempi biblici non solo della consapevolezza della società civile ma anche – e spesso soprattutto – della politica.

Nei giorni scorsi a Milano e Bologna alcuni manifestanti hanno nuovamente riacceso l’attenzione dei passanti sul tema dell’abolizione degli allevamenti di pellicce in Europa: sono 18 milioni gli animali che attendono di smettere di soffrire e di essere uccisi per diventare capi di abbigliamento del tutto inutili. A spiegare la situazione Claudio Pomo, co-fondatore e responsabile Sviluppo di Essere Animali in un video: “Siamo qui per ricordare la campagna Fur Free Europe che mira a vietare l’allevamento di animali da pelliccia e la vendita di prodotti di pellicceria nell’Unione Europea. La campagna ha raccolto un milione di firme più velocemente di qualsiasi altra ICE, un elemento molto importante per far comprendere alla Commissione europea quanto sia urgente agire e arrivare finalmente alla chiusura dell’industria europea delle pellicce, come richiesto da tantissimi europei.  Ogni iniziativa dei cittadini europei infatti richiede un milione di firme convalidate per avere successo”. La Commissione europea sta attualmente revisionando la legislazione sulla tutela degli animali e questa revisione presenta l’opportunità per introdurre un divieto sia sulla produzione che il commercio di pellicce.

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