Limitazioni della cucina – Dizionario vegano contemporaneo
Spunti di riflessione per compilare insieme un dizionario vegano contemporaneo.
Ogni settimana, uno spunto di riflessione sulle tematiche che ci stanno a cuore.
«Potete dirmi tutto, ma non che la scelta vegana sia più varia di quella onnivora, non scherziamo». Questo è un commento recente che è apparso su uno dei nostri canali social. In realtà potremmo definirlo il «paradosso vegan»: quando si applicano delle limitazioni consapevoli e volute a ciò che desideriamo mangiare, quello che accade è un’immediata risposta del nostro cervello che inizia a lavorare usando il pensiero laterale per cercare delle alternative. Ovviamente succede anche il contrario: se la spinta di partenza, a volontà che sta alla base della scelta non è forte, il cervello si rifugia in una delle più potenti forze che ci muovono: l’abitudine. In questo secondo caso le limitazioni ci appariranno insormontabili e il paniere di ciò che possiamo mangiare ci apparirà limitato e falcidiato in modo inequivocabile.
Non solo. Quello che succede, e che chiunque abbia cambiato la propria alimentazione potrebbe tranquillamente testimoniare, è che l’idea di poter incorrere in possibili carenze nutrizionali – minacciate da molti e non provate da nessuno, se non per la necessaria integrazione della vitamina B12 -, ci porta a studiare, leggere, cucinare, scoprendo che la nostra alimentazione “di prima” era sempre un po’ limitata alle stesse pietanze, agli stessi ingredienti, soprattutto.
Eppure la quantità di cereali con le loro infinite varietà, la frutta secca ed essiccata – altro mondo enorme – le farine, le combinazioni fra alimenti che arrivano da altre culture, i condimenti nuovi, l’aumentare del consumo di frutta e verdura, ci mostrano quella varietà che fino a quel momento era coperta da un velo, quello dell’abitudine e della cultura e tradizione gastronomica della propria famiglia. È un velo che non vediamo fino a quando non arriva il vento del cambiamento a spostarlo.
Quindi, rispondendo, come abbiamo fatto, al nostro lettore: il mito da sfatare è proprio la «rinuncia» – che non c’è – ad un panorama alimentare vario e ricchissimo.
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