Mimi Bekhechi, PETA: “L’attivismo sta cambiando il mondo”

Direttore dei programmi internazionali per PETA, Mimi Bekhechi è sul nostro magazine con una riflessione sul tema “a cosa serve l’attivismo?”

attivismo peta

In questa puntata dello speciale sul tema dell’attivismo, ospitiamo la riflessione di Mimi Bekhechi, direttore dei programmi internazionali per People for the Ethical Treatment of Animals (PETA) nel Regno Unito. In quanto tale, è responsabile della supervisione delle campagne e del marketing di PETA UK, nonché dei suoi servizi di istruzione e di media. Ecco la sua riflessione per il nostro magazine online.

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Come diceva Margaret Mead: “Mai dubitare che un piccolo gruppo di cittadini premurosi e impegnati possa cambiare il mondo.” La dedizione e l’impegno degli attivisti per i diritti degli animali sta senza alcun dubbio cambiando i costumi. Le nostre campagne e proteste stanno provocando la trasformazione nei comportamenti delle persone, il che, a sua volta, genera cambiamenti significativi nel modo in cui gli animali vengono trattati. In ogni angolo del globo l’allevamento di pellicce viene vietato, i governi stanno ponendo fine ai test di cosmetici sugli animali, i circhi con animali stanno chiudendo, così come gli zoo. Inoltre, il numero di vegani cresce a ritmi vertiginosi, tanto da ricevere anche il sostegno di figure influenti come il sindaco di Torino, che ha affermato di voler creare la prima città vegana al mondo!

Alcune campagne hanno avuto bisogno di molti anni per produrre risultati positivi; altre vittorie, invece, sono state praticamente ottenute nell’arco di una sola notte. Pensiamo, per esempio, alla giornata nazionale di azione avviata da PETA per persuadere Benetton a smettere di vendere la lana di angora, la quale viene strappata dalla pelle dei conigli mentre sono pienamente coscienti: il gigante della moda si è piegato alle pressioni e ha eliminato la lana d’angora da tutte le future collezioni, in vendita in circa 6000 negozi sparsi in tutto il mondo.

Un altro segno dei tempi che, fortunatamente, stanno cambiando è stato offerto dall’esito dell’incontro, l’anno scorso a Pamplona, dei membri della PETA e di altri attivisti provenienti da tutto il mondo per protestare – come ogni anno – contro la barbara corsa dei tori. Infatti, il sindaco della città spagnola ha, per la prima volta, parlato in sostegno della campagna.

Dal momento che sempre più persone compassionevoli passano all’azione, la società non ha altra scelta che ascoltare. Ogni giorno tutti noi possiamo essere attivisti scegliendo di non mangiare o indossare “prodotti” derivati dagli animali, rifiutandoci di pagare le persone che abusano degli animali in esperimenti o per l’intrattenimento e spettacoli, e denunciando le ingiustizie di cui siamo testimoni.

A cosa serve essere attivisti?

 

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