Exhale: il primo lampadario mangia-smog fatto di alghe

Grazie all’idea dell’ingegnere Julian Melchiorri un lampadario assorbe la CO2: è il primo al mondo in grado di pulire l’aria e rilasciare ossigeno.

In una delle sontuose stanze del Victoria and Albert Museum di Londra, si trova un oggetto di design unico nel suo genere e senza precedenti: Exhale, un vero e proprio lampadario mangia-smog vivente. Sembra fantascienza ma è realtà e si tratta dell’opera del designer e ingegnere londinese, italiano di nascita, Julian Melchiorri che ha progettato una elegante modalità di illuminazione apparentemente simile a tante altre ma con la peculiarità di essere, letteralmente, un lampadario assorbi CO2

Biomimica: la tecnologia si ispira alla natura

Silk leaf, la prima foglia artificiale mai realizzata

Julian Melchiorri, trent’anni, non è solo un ingegnere di progettazione ma anche un importante ricercatore di tecnologia biochimica. Nell’intervista per la presentazione di Exhale nel 2017 ha raccontato di essere rimasto stregato, nei suoi anni di studio, dalla biotecnologia e dalla biomimica, il nuovo campo della scienza e dell’ingegneria che studia e imita la natura per sviluppare nuove tecnologie e materiali che vengano incontro alle nostre necessità.

Nel 2014 ha fondato l’azienda Arborea e lavorando con un team di esperti ha creato la prima foglia bionica, realizzata estraendo cloroplasti dalle cellule vegetali reali e inserendole, poi, in un materiale composto a base di proteine della seta.
Le foglie bioniche dunque sono in grado di pulire l’atmosfera dall’anidride carbonica e dagli inquinanti atmosferici e convertirli, grazie all’acqua e alla luce solare, in ossigeno respirabile.

 


Queste foglie sono assolutamente adattabili a qualsiasi superficie che sia a terra o sui tetti degli edifici ma anche sulle facciate dei palazzi. Tuttavia da quel traguardo Melchiorri si è posto l’obiettivo di portare questa tecnologia dall’architettura al design di interni.

Camminando tra i corridoi del Victoria and Albert Museum di Londra e ispirandosi all’arte islamica, un ottimo esempio di fusione tra le forme geometriche e i motivi naturali, è nato il disegno del primo lampadario bionico della storia.
Poco dopo Exhale ha visto la luce, aggiudicandosi l’Emerging Talent Award dello stesso anno e ad oggi, dopo l’esposizione per la London Design Week, è ufficialmente parte della collezione permanente del museo che lo ha ispirato. 

Un lampadario fatto di alghe

Exhale quindi, nasce dagli studi di Julian che, rimasto affascinato dal potere di fotosintesi delle alghe, le considera una vera risorsa per il futuro del Pianeta, al fine di invertire il processo del riscaldamento globale.
Il lampadario bionico è composto da rami in ottone e 70 foglie di vetro che possono essere orientate in base alla necessità e agli spazi nei quali lo si espone. Ognuna di queste viene riempita di una soluzione di microalghe verdi, mantenute in vita dalla luce naturale e da un impianto idraulico che per gocciolamento, gli conferisce una serie di nutrienti.
Questo meccanismo di supporto vitale sviluppato dagli ingegneri di Arborea è complesso ma necessario per nutrire i microrganismi e favorire la fotosintesi nel miglior modo e per più tempo possibile.

Il lampadario che assorbe CO2 rappresenta dunque un primato nel settore del design sostenibile, ideato per rivoluzionare l’ambiente urbano e sensibilizzare sull’importanza di creare nuove modalità di arredamento che favoriscano la tutela dell’ambiente e non generino alcun impatto su di esso. Inoltre, come Melchiorri stesso ammette, questo progetto nasce anche con l’intento di invitare le persone a prendersi cura dei loro oggetti e a concepirli come qualcosa di vivente da non dare per scontato. Attualmente il lampadario resta un prototipo ma il suo ideatore spera di poterlo mettere presto in commercio e testarlo in larga scala in interi edifici. 

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