Animalisti contestano un pescatore: “Dì la verità a tuo figlio”

Una gara di pesca a Quarona è stata interrotta da un gruppo di attivisti della META: nessuna trota pescata, tanti insulti e una denuncia

Animalisti pescatore

Un uomo sta insegnando al proprio figlio a pescare in riva al fiume Sesia durante una gara di pesca a mosca. Siamo a Quarona in provincia di Vercelli nel week end del 9 e 10 luglio.

Un gruppo di attivisti del Meta (Movimento Etico Tutela Animali) si avvicina alla coppia: “Non ti piace ammazzare i pesci e farli soffocare vero?” chiedono i ragazzi al bambino di 9 anni mentre il padre infuriato si interpone tra loro: “Ti dà fastidio che gli stai insegnando ad ammazzare?”, “E’ difficile accettare di essere degli assassini” ripete un attivista con la t-shirt nera che recita “Il futuro è vegan” all’uomo visibilmente scosso e nervoso mentre il piccolo, spaventato, si allontana.

“Per divertimento non è giusto uccidere gli animali” aggiunge un altro giovane a un pescatore vestito di tutto punto che gli chiede perché siano intervenuti a interrompere la gara mentre gli altri animalisti spaventano le trote con dei sassi lanciati in acqua per farle allontanare dalle sponde del fiume.

Tra insulti poco velati e gesti minacciosi alla fine il padre raccoglie i suoi attrezzi e se ne va. Il video della durata di circa 4 minuti è stato diffuso sul profilo Facebook del Meta, che ha definito l’accaduto come una vittoria: “Un ottimo risultato alla gara di pesca alla trota: trote pescate zero”.

Di diverso parere l’associazione “La pesca in mare”, che ha ripostato il filmato sui social accusando il Movimento di aggressione ai danni di persone anziane e di un bambino che sarebbe scoppiato in lacrime. Meta non è nuova a questo tipo di blitz: tra i partecipanti anche Valerio Vassallo, che forse molti ricordano per la sua intervista (e i successivi strascichi di polemiche) al programma di Italia 1 Le Iene e le proteste davanti alla redazione di Radio 24, dopo che il conduttore de La Zanzara Giuseppe Cruciani li aveva presi di mira nella sua trasmissione.

Ma l’episodio che subito ha fatto scalpore non solo ha riacceso l’infinita diatriba tra vegani e non, animalisti e cacciatori, ma è sfociato in una denuncia da parte del padre protagonista dell’accaduto che ha accusato gli attivisti di violazione della privacy del figlio minorenne di cui è stato mostrato il volto.

“Noi non mettiamo le immagini dei nostri figli su Facebook e loro si sono permessi di caricare quel filmato in rete”ha spiegato l’uomo al quotidiano La Stampa – “Venerdì ci hanno avvertiti che il video era on line, pensavamo si trattasse di uno scherzo. Invece sono giorni che riceviamo telefonate: in tanti sono preoccupati, chiedono come sta mio figlio. (…) Il filmato  è stato tagliato: sono arrivati con una cattiveria e un’aggressività che nessuno si aspettava. A mio figlio hanno anche urlato “assassino”.

Serena Porchera

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