Animali in rivolta: in un saggio il ruolo degli animali che mostrano le “ferite” della società

Il saggio della sociologa Sarat Colling racconta le storie degli animali che si ribellano al tragico destino di essere macellati

Uscito in Italia per i tipi di Mimesis, curato da Feminoska e Marco Reggio, Animali in Rivolta: Confini, resistenza e solidarietà umana di Sarat Colling è un testo fondamentale dell’antispecismo che ci aiuta a comprendere meglio quella che viene definita “resistenza animale” ossia quegli atti compiuti da animali che riescono a liberarsi e fuggire prima di finire uccisi. Un tema che presenta molte sfumature, tutte indagate dal testo.

“Quando riescono a fuggire gli animali allevati trasgrediscono diversi confini: non soltanto muri, recinzioni e cancelli materiali dell’industria zootecnica, ma anche la loro collocazione in quanto “domestici” rispetto a “selvatici” da parte della società umana, e i confini concettuali “a posto” e “fuori posto”.

Se scappa, esiste

Sarat Colling, sociologia della Brock Univeristy, prende in esame le vicende degli animali fuggiti dai macelli e analizza l’impatto che queste storie hanno avuto sull’opinione pubblica. Si tratta principalmente di bovini che scappano dall’allevamento generando caos nell’ambiente urbano che si colloca ben lontano da ciò che accede nei mattatoi che, non è un caso, si trovano ben lontani dai centri abitati. Un animale che scappa e irrompe nella vita quotidiana, quindi crea uno scompiglio che non è solo “fisico” ma anche “morale”.

La questione secondo Colling è politica: l’autrice sottolinea l’autonomia e la rivolta degli animali. Chiarissimo anche il discorso legato aiconfini”, alle frontiere, come del resto recita chiaramente il sottotitolo. Gli animali che scappano diventano protagonisti, gettando in faccia tutta la loro voglia di vivere a tutti coloro che si nutrono di carne e quindi dei loro corpi che solitamente, però, non sono referenti presenti, bensì assenti – come li definiva Carol Adams, filosofa e studiosa autrice del saggio “Carne da macello” (ne parliamo approfonditamente sul numero di settembre di Vegolosi MAG).

L’eccezione conferma la regola

Un’analisi lucida, chiara e completa che prende in esame anche l’atteggiamento della stampa, sempre pronta a sottolineare l’eccezionalità di queste fughe al fine di confermarne l’eccezionalità e ponendo in risalto un singolo animale come essere dotato di una sorta di personalità “spiccata” ben diversa da quella della massa degli altri animali, passivi e pronti ad essere semplici oggetti destinati al consumo. Una negazione dell’individualità agli animali, quando invece la fuga dal mattatoio di uno di loro è per lo più questione di circostanze e fortuna come a confermare che nessun animale vuole essere ucciso e tutti fuggirebbero se solo ne avessero l’occasione.

Sarat Colling, che nei suoi saggi affronta anche il post colonialismo e il femminismo transnazionale, ripercorre in questo saggio anche alcune delle storie di animali in fuga più significative degli ultimi vent’anni,  come quella della mucca Queenie, scappata dal mattatoio del Queens, a New York che per un giorno intero tiene sotto scacco Manhattan e che, alla fine, non solo riuscì a salvarsi la vita, ma anche a portare in salvo altri compagni di sventura.

“Il significato della fuga di Queenie non è stato solo quello di far incontrare alle persone, faccia a faccia, qualcuno che sarebbe potuto diventare il loro pasto, perturbando il modo in cui le persone sono distanziate dalla violenza o dallo sfruttamento degli animali; le sue azioni hanno anche portato alla liberazione di 150 polli.La Liberà dei polli può non essere stata nelle intenzioni di Queenie, ma le sue azioni, consapevoli o meno, sfidano il paradigma dominante dell’eccezionalismo umano attraverso la trasgressione dei confini, sfidando le pareti concettuali e materiali, le recinzioni e gli altri confini che la tenevano prigioniera”.

Una mucca fuggita dal pascolo nei dintorni di Pavia lo scorso ottobre – foto tratta da “La provincia Pavese”

Con questi racconti la Colling evoca anche la violenza della società che tocca non soltanto gli animali ma anche tutti gli esseri umani oppressi dal sistema capitalistico. Animali umani e non umani quindi – nella tesi di Colling- , sono uniti dall’oppressione che la nostra società impone ai più deboli.

Un libro assolutamente da leggere e che, con linguaggio diretto e una notevole raccolta aneddotica, ci propone un punto di vista molto spesso sottovalutato o addirittura negato, quello che viene dritto dritto dal muso dell’animale che non ha alcuna intenzione di farsi uccidere e che è pronto qui e ora a darsi alla fuga. Sempre che ne abbia l’occasione. 

“Animali in rivolta. Confini, resistenza e solidarietà umana”
di Sarat Colling
Mimesis
Prezzo: 16,00 euro

 

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