L’Europa accelera: boom della ricerca sulle proteine alternative

Tanti i ricercatori italiani che però migrano verso Germania, Regno Unito e Paesi Bassi che registrano ottimi investimenti sul tema delle alternative alla carne: “Una visione strategica” sostiene Good Food Institute

Negli ultimi cinque anni l’Europa ha assistito a un vero e proprio boom nella ricerca sulle proteine alternative: studi scientifici e finanziamenti pubblici sono quasi triplicati dal 2020 a oggi. Secondo l’analisi del Good Food Institute Europe -organizzazione no-profit e think tank che contribuisce a costruire un sistema alimentare più sostenibile , il numero di pubblicazioni dedicate a proteine vegetali, carne coltivata e fermentazione ha raggiunto quota 798 articoli nel 2024, con un incremento del 282% rispetto al 2020.

Parallelamente, i fondi pubblici stanziati per questi ambiti sono cresciuti da poco più di 80 milioni di euro nel 2020 a un record di 320 milioni nel 2024, con un aumento pari al 296%. Tali cifre si traducono in una crescita media annua del 44% per i finanziamenti e del 30% per le pubblicazioni scientifiche nel settore.

Chi guida la ricerca in Europa

Il primato per numero di articoli va alla Germania, con 368 pubblicazioni, seguita da Paesi Bassi (363) e Regno Unito (349). Ma occorre uno sguardo più approfondito: l’Italia è il Paese con più ricercatori coinvolti attivamente in questo ambito (633), davanti a Germania (590) e Regno Unito (571). Anche se la leadership in termini di investimenti resta nelle mani del Regno Unito, della Danimarca e dei Paesi Bassi.

E in Italia?

Insomma da noi i ricercatori ci sono, eccome, ma vanno all’estero a fare ricerca perché in Italia i fondi non ci sono. Francesca Gallelli, Policy Manager di GFI Europe, ha commentato: «L’Italia ospita una comunità scientifica vivace e altamente qualificata, riconosciuta a livello europeo. Tuttavia, mentre i nostri ricercatori partecipano in modo significativo a progetti UE di grande rilievo, a livello nazionale la ricerca fatica ancora a trovare adeguato sostegno e visione strategica. Misure come il divieto della carne coltivata rischiano di frenare lo sviluppo di un settore in crescita. Per trasformare il potenziale della nostra ricerca in innovazioni concrete a beneficio della filiera e dei consumatori, occorre una maggiore sinergia tra ricerca, industria e mondo agricolo».

La Commissione Europea emerge come il principale finanziatore a livello continentale, con risorse mobilitate attraverso programmi come Horizon Europe e l’EIC (Consiglio Europeo per l’Innovazione).

Le aree in maggiore espansione: fermentazione e coltivazione

Mentre la maggioranza dei fondi è ancora destinata allo sviluppo di prodotti vegetali, il settore che sta crescendo più rapidamente è la fermentazione di precisione. Nel 2024 oltre 100 milioni di euro sono stati rivolti a quest’area, che ha registrato un incremento anno su anno del 77%, contro il 27% dei prodotti vegetali. Anche la carne coltivata – pur affrontando sfide tecnologiche non indifferenti in termini di scala produttiva, gusto, consistenza e costi – inizia a ricevere una quota crescente di attenzione sia da parte della ricerca accademica sia dei finanziamenti pubblici.

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