Se il cane abbaia e i vicini si lamentano: ecco cosa prevede la legge

I consigli dell’Oipa su come comportarsi per tutelarsi ed evitare spiacevoli litigi con i condomini

È una delle cause di litigio e scontro nei condomini tra le più comuni: l’abbaiare dei cani, considerato da alcuni condomini “fastidioso e molesto”. A tal punto da sporgere denuncia. Ma cosa dice la legge a tal proposito? Può l’abbaiare dei nostri coinquilini a quattro zampe essere sanzionato? Prova a rispondere alla domanda l’Oipa alla quale spesso arrivano richieste di chiarimento sulle controversie con il vicinato legate ai comportamenti degli animali, come nel caso verificatosi recentemente a Firenze, dove un professore universitario è finito sotto processo come “stalker” a causa dell’abbaiare dei suoi tre cani. Per l’accusa, l’uomo sarebbe rimasto “incurante delle segnalazioni reiterate e delle iniziative giudiziarie del vicino” e avrebbe cagionato alla famiglia “volontariamente e consapevolmente” un “perdurante e grave stato d’ansia”. L’Organizzazione internazionale protezione animali ha analizzato la vicenda e predisposto un vademecum video nel quale si spiega come potersi tutelare in casi come questi, se vi sia il rischio di una denuncia o una sanzione pecuniaria o, peggio ancora, se vi sia la possibilità che l’animale sia fatto allontanare da casa.

Cosa prevede la legge

“A prescindere se la legge sia o meno dalla nostra parte, dobbiamo sempre garantire il rispetto della convivenza civica evitando rumori molesti costanti e in orari meno appropriati”, premette l’avvocato Claudia Taccani, responsabile dello Sportello legale dell’Oipa. “È bene sapere, anzitutto, che l’eventuale disturbo di uno o più cani può determinare, secondo il Codice civile, la responsabilità per le così dette ‘immissioni’ come, per esempio, rumori, bisogni, odori, qualora superino, come prevede la legge, la ‘normale tollerabilità’. Ma, attenzione – specifica l’Oipa – si è responsabili solo in caso di un’accertata intensità e costanza del rumore, in questo caso dell’abbaiare, e quando questo provoca un disturbo effettivo ai vicini, i quali hanno l’onere della prova“. Per essere ritenuti “responsabili” non basta quindi una generica lamentela, ma sono necessarie prove certe di un “disturbo concreto e intollerabile”.

Secondo l’orientamento giurisprudenziale prevalente, spiega ancora l’Oipa, non sussiste l’ipotesi del reato di “disturbo alle occupazioni e al riposo delle persone” qualora sia una singola persona a lamentarsi, ma per disturbare la quiete pubblica deve esservi la segnalazione di più soggetti che denunciano l’accaduto. La sussistenza di un rumore che rappresenta disturbo alla quiete pubblica, a causa dell’abbaiare del cane, deve comunque essere provato.

Controlli e sanzioni

L’Oipa entra nel merito anche della questione dei controlli: “La polizia municipale ha la competenza al controllo del rispetto della normativa comunale e, quindi, anche su eventuali rumori insopportabili potendo, in caso di accertamento e violazione di uno specifico regolamento locale, irrogare una sanzione pecuniaria“, prosegue l’avvocato Taccani. Insomma, possiamo concludere che il cane ha “diritto di abbaiare” purché non sia superata la normale tollerabilità. “Di rilievo – evidenzia ancora la legale – è una sentenza del giudice del Tribunale di Lanciano che ha confermato l’orientamento giurisprudenziale prevalente, tenendo conto dell’esigenza naturale del cane che, come nel caso sottoposto al giudice, vivendo in aperta campagna svolge anche la funzione di tutela della proprietà”. In conclusione, dunque, se l’abbaio del nostro cane non ci rende automaticamente responsabili per legge, “teniamo sempre presente che un quattro zampe che abbaia frequentemente manifesta un disagio che può essere curato per farlo vivere meglio. Affidiamoci quindi – è il consiglio dell’Oipa – a un buon veterinario o a un educatore cinofilo tenendo conto che non è mai troppo tardi”.

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