Buone azioni contro il cambiamento climatico: la mostra a Milano

Davvero esiguo il riferimento alla diminuzione dei consumi di carne nella nostra quotidianità e pochi i riferimenti al cibo e alle nostre abitudini alimentari come vettore del cambiamento.

Preferire l’acqua del rubinetto a quella in bottiglia. Scegliere prodotti con pochi imballaggi di plastica e usare borse reciclabili. Far andare lavatrice e lavastoviglie solo a pieno carico. Abbassare il termostato in inverno. È un invito alle semplici, buone pratiche da adottare tutti i giorni “Capire il cambiamento climatico – Experience Exhibition”, la grande mostra fotografica, curata da Luca Mercalli, che indaga la cause e gli effetti del riscaldamento globale, visitabile al Museo di Storia Naturale di Milano fino al 9 giugno. Un viaggio immersivo tra 290 meravigliosi scatti realizzati dai più importanti fotografi del National Geographic e istallazioni interattive che permettono di valutare quanto i nostri comportamenti quotidiani incidano sull’ambiente in termini di trasporti, gestione dei rifiuti, efficienza energetica, igiene personale e, ovviamente, alimentazione. Ovvero, di spesa, il più possibile a km 0 e rigorosamente di stagione, ma non per forza a base vegetale, come spiegano i pannelli luminosi a uso soprattutto dei visitatori più piccoli.

L’impatto degli allevamenti

“Riduci il consumo di carne (richiede suolo, acqua ed energia, emette CO2 e metano): non è necessario diventare vegetariani… basta mangiarla una volta a settimana anziché tutti i giorni”, si legge sugli schermi interattivi rotanti, dedicati proprio alle buone pratiche a salvaguardia del Pianeta nella terza e ultima sala della mostra. Di carne e di pesce si parla anche nel depliant illustrativo dell’esposizione, che ricorda i benefici per la salute di questi alimenti e, anche qui, invita a limitarne il consumo settimanale. Eppure, come ricordano bene altri pannelli informativi della mostra, una quota considerevole di gas serra (11%) viene emessa proprio per produrre cibo attraverso agricoltura, allevamento e pesca.

Proprio a questi gas legati alle attività umane, agli allevamenti intensivi e alla deforestazione così come alla combustione del petrolio, si deve il costante surriscaldamento globale che stiamo vivendo già oggi sulla nostra pelle (i 5 anni più caldi in oltre un secolo e mezzo, si ricorda, si sono verificati tutti dopo il 2013). Di questo passo, è lo scenario disegnato della mostra, senza una drastica riduzione dell’uso di combustibili fossili, da qui al 2100 la temperatura è destinata ad aumentare di 4 gradi. La conseguenza? Il collasso di tutti gli ecosistemi che sostengono la vita sulla Terra.

Isole di plastica

Un focus speciale dedica la mostra milanese al problema della plastica e del suo smaltimento con una serie di infografiche che danno, in cifre, le dimensioni del problema:

150 milioni di tonnellate di plastica presenti, a oggi, negli oceani; 500 miliardi di borse di plastica usate ogni anno nel mondo per un tempo medio di 15 minuti; 1000 anni il tempo di degradazione nei mari di una bottiglia; una quota di plastica riciclata pari ad appena il 15%, con un buon 60% che finisce, invece, nelle discariche e nell’ambiente.

Nei mari, soprattutto, dove ogni anno vanno a finire 8 miliardi di rifiuti di plastica che le correnti portano a concentrarsi in vere e proprie “isole”, le plastic gyres: due nell’Atlantico, due nel Pacifico e una nell’Oceano Indiano. Da lì, il passaggio alla catena alimentare, fino all’uomo, e alla morte per ingestione di migliaia di esemplari marini (1 milioni gli uccelli, 100mila tra tartarughe e mammiferi ogni anno), è breve.

Esperienza, consapevolezza, azione

Se i numeri danno l’ordine di grandezza dei fenomeni, sono le immagini a raccontare quanto siano a rischio le stesse condizioni di vita sulla Terra. E quattro voci, idealmente affidate lungo il percorso espositivo a una tartaruga marina, a un orso polare, a un elefante asiatico e all’uomo. Prima di arrivare alla sala delle buone pratiche, “Capire il cambiamento climatico” ricorda, infatti, cosa stiamo mettendo in pericolo. Nelle prime due sale, gli scatti dei fotografi del National Geografic circondano il visitatore mostrando tutta la bellezza della nostra Terra e dei suoi ecosistemi e, al contempo, il dramma delle catastrofi naturali causate dai cambiamenti climatici e ricordano quanto potere sia nelle mani dell’uomo. Lo sottolinea la quarta voce guida della mostra, quella dell’homo sapiens, creatura “capace un tempo di affacciarsi sulla vastità dei mari”, che oggi, “impertinente, sfida ogni limite della natura”. Eppure, questo il messaggio finale, “adesso e in questo tempo soltanto, ancora, ci è concessa la possibilità di scegliere”.

 

“Capire il cambiamento climatico. Experience Exhibition”
in mostra fino al 9 giugno al Museo di Storia Naturale – Corso Venezia 55, Milano
Ingresso intero euro 12,00
Ingresso ridotto euro 9,00

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