Argentina: la foresta impenetrabile distrutta dall’industria della carne – Foto

Milioni di tonnellate di soia sono alla base di uno dei drammi ambientali più gravi del nostro secolo e l’Italia ha un ruolo centrale.

“Non credo che la soia sia cibo, per me è una malattia”. A parlare è Catalina Cendra, contadina che vive nella provincia del Chaco, in Argentina. E’ lì che si estende la seconda foresta più grande del mondo dopo quella amazzonica con i suoi 6 milioni di ettari. Viene chiamata “L’impenetrabile” eppure questo nome ormai non ha più significato dato che a violarla ci sono i bulldozer e gli incendi che servono a spianare la foresta per creare monocolture di soia. Soia che serve per nutrire gli animali d’allevamento in Europa.

 Il nostro continente è un mercato fondamentale per il commercio della soia: le importazioni sono seconde solo alla Cina. L’inchiesta pubblicata qualche giorno fa da Mighty Earth, organizzazione globale che si occupa di ambiente, mostra immagini che feriscono: quello della foresta argentina è un corpo pieno di cicatrici profonde e scure che delimitano ciò che rimane della flora e della fauna di uno dei più importanti ecosistemi intatti del nostro pianeta. Le immagini, scattate da Jim Wickens, sono incredibili, ma basta usare anche la vista satellitare della mappe di Google per condurre un terribile viaggio in volo sulle ferite di questa terra. Ferite che hanno un solo responsabile: il consumo di carne.

Ma qual è la connessione fra deforestazione e consumo di carne? Si tratta di un legame poco chiaro ai consumatori che ogni giorno nelle grandi catene di supermercati come Tesco, Carrefour, Lidl, Mark and Specer, Aldi, in tutta Europa consumano carne ma è semplice: per nutrire milioni di animali fra mucche, maiali, polli e tacchini, l’ingrediente più facile, economico e funzionale è la soia.

L’Europa ha importato 46,8 milioni di tonnellate di questo legume nel 2016, di queste più della metà (27,8 milioni) arrivano dall’Argentina. Per produrre questa quantità di soia serve un’area coltivata grande come l’Austria. Chiaro quindi come nelle etichette sulle quali la carne viene segnalata come “prodotta localmente”, l’inganno sia ben celato. L’Argentina ha perso il 22% delle due foreste dal 1990 al 2015.


Danni incalcolabili non solo alla flora ma anche alla fauna, qui infatti vivono alcune specie autoctone come il formichiere gigante, l’armadillo, il puma, il giaguaro. Danni che colpiscono in modo diretto anche le popolazioni che vivono nella foresta che non solo perdono il proprio territorio ma vengono colpiti gravemente anche dall’uso dei pesticidi e degli erbicidi che vengono utilizzati per “gestire” il clima difficile di quest’area e permettere la coltivazione della soia.

L’Italia in questa catastrofe ha un ruolo importante. Secondo l’inchiesta di Mighty Earth infatti, insieme a Germania, Spagna e Paesi Bassi, il nostro è uno dei maggiori importatori di soia ad uso animale nel mondo.

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