Franco Berrino: i livelli di consapevolezza alimentare

vTutti noi mangiamo in modo diverso, c’è chi mangia per saziarsi, chi lo fa per gusto e chi pratica questa necessità in modo sacro, o quasi. Ma quale grado di consapevolezza mettiamo nell’atto del mangiare? L’oncologo Franco Berrino ha individuato 7 livelli di consapevolezza alimentare nei quali ci si può identificare. Ognuno di questi ha radici nell’infanzia, nell’educazione, nel vissuto di ciascuno di noi. Ecco quali sono:

1. Il livello più basso di consapevolezza è quello del lattante, quello materiale in cui si mangia solo per riempirsi la pancia. Il cibo spesso non è nemmeno un piacere, ma solo una necessità.

2. Il livello sensoriale si sviluppa durante lo svezzamento. In questa fase si crea il gusto al quale si rimarrà affezionati tutta la vita. Sono i genitori che fanno assaggiare i cibi al bambino e quindi a determinare abitudini che, spesso, rimangono consolidate per tutta la vita.

3. Il livello sentimentale, ovvero: ama i cibi che preparava la mamma. Questo livello fa rifermento all’età tra i 7 e i 14 anni nella quale ci si identifica negli adulti. Fortunati sono quei bambini che trovano sulla loro strada educatori che insegnano loro a trovare piacere nel gustare cibi naturali.

4. Il livello intellettuale si sviluppa durante l’adolescenza quando, per esempio, i ragazzi imparano che fumare fa male e di conseguenza non capiscono perchè i genitori lo facciano, intimandogli di smettere. Questo è il livello a cui appartengono tutti i nutrizionisti: tutto ha una spiegazione meccanica, scientifica.

5. Nel livello ideologico troviamo, per esempio, i ragazzi che diventano vegetariani o vegani per motivazioni etiche e animaliste, per il rispetto degli animali e per evitare sofferenze ad altri esseri viventi.

6. Il sesto livello è quello del giudizio di consapevolezza sociale. In questa fase troviamo gli adulti che si preoccupano della comunità, dell’uguaglianza degli esseri umani, della mensa dei bambini a scuola, di procurare cibo per chi non ne ha.

7. Infine, c’è  il settimo livello, quello più alto della giustizia. In questa fase si sceglie il cibo che rispetta la terra, ci si chiede quale danno possiamo aver fatto al pianeta prima di mangiarlo, se sono stati usati pesticidi, se sono stati uccisi animali, se sono stati sfruttati dei bambini per ottenere quel cibo. Gli appartenenti a questo livello solitamente si mettono a tavola dicendo un preghiera o comunque facendo almeno un cenno di ringraziamento verso la Terra, verso chi ha prodotto il cibo e verso chi lo ha cucinato. E rispetta l’ordine dell’universo.

E tu? A quale livello di consapevolezza alimentare appartieni?

Roberto Castellucci

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