“Dalla parte dei crostacei”: una coalizione per tutelare granchi, aragoste e astici

Le principali associazioni animaliste italiane chiedono al Governo che i crostacei decapodi siano riconosciuti come essere senzienti e tutelati come tali

Si chiama “Dalla parte dei crostacei” ed è la piattaforma – con annessa petizione – nata dall’iniziativa delle principali associazioni animalista italiane che chiedono al Governo di vietare la vendita di crostacei vivi e i metodi terribili di uccisione ai quali sono sottoposti, quali bollitura e detenzione su ghiaccio, ma anche che siano riconosciuti come animali senzienti, come nel caso di mammiferi e uccelli.

L’iniziativa

L’iniziativa è stata promossa da Animal Law Italia (ALI) insieme a Animal Equality Italia, CIWF Italia, ENPA, Essere Animali, LAV, LEAL, LNDC Animal Protection e OIPA e punta a risolvere la grave lacuna normativa che lascia questi animali senzienti senza alcuna tutela.

Le associazioni hanno sottoscritto un Manifesto nel quale si ricorda come la scienza abbia ad oggi ampiamente dimostrato la capacità dei crostacei decapodi di sentire dolore e sofferenza. “L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) e la British Veterinary Association (BVA) – ricordano le associazioni – hanno riconosciuto questi animali come esseri dal comportamento complesso, aventi notevoli capacità di apprendimento, dotati di un certo livello di consapevolezza, capaci di provare dolore e dunque meritevoli di protezione”. Tuttavia, nonostante siano classificabili come “esseri senzienti”, i crostacei decapodi usati a scopi alimentari non sono ancora protetti dalla normativa europea sul benessere animale: “Questo significa che le tutele offerte agli altri animali durante le fasi di trasporto, detenzione e uccisione non sono garantite ai crostacei decapodi, esponendoli così a pratiche inammissibili che causano loro dolore prolungato, come venire esposti su ghiaccio ed essere bolliti vivi”.

Le richieste al Governo

A livello mondiale, come ad esempio in Nuova Zelanda, così come anche in Svizzera, Austria e Norvegia, vi sono già norme nazionali sul trattamento dei crostacei decapodi e anche nel Regno Unito questi animali hanno ricevuto un riconoscimento come esseri senzienti. “L’adozione di una legge che tuteli il benessere di questi animali in Italia – sottolineano ancora le associazioni – potrebbe risultare d’esempio in Europa, inducendo anche altri Stati a compiere questo passo”.

Negli anni, le associazioni animaliste italiane si sono attivate, soprattutto tramite azioni legali contro la detenzione su ghiaccio, e nel 2018 la Cassazione ha confermato una condanna per maltrattamento in un caso di detenzione di crostacei in un freezer. Tuttavia, questa pratica non è stata ancora abbandonata, in assenza di un esplicito divieto nazionale. Inoltre, resta possibile la vendita di animali vivi e la loro successiva bollitura.

Da qui, le richieste presentate al Governo e al Parlamento italiano. Ovvero, il vietare la detenzione di crostacei vivi sul ghiaccio o in acqua ghiacciata – pratica che causa stress estremo e lesioni agli animali – e la bollitura da vivi, inclusa la lenta salita di temperatura, dimostrata scientificamente come fonte di prolungata sofferenza. Le associazioni chiedono, poi, che venga vietare la vendita diretta al consumatore di crostacei vivi, vista l’impossibilità per negozi e ristoranti di garantire metodi di stoccaggio e abbattimento adeguati, e infine il riconoscimento per legge della senzienza dei crostacei decapodi, equiparando la loro tutela a quella dei mammiferi e degli uccelli.

I passaggi istituzionali

Le richieste trovano un’opportunità concreta grazie all’istituzione, da parte del Ministero della Salute, di un tavolo tecnico incaricato di redigere le linee guida nazionali sul benessere dei crostacei decapodi. Per questo le associazioni hanno scritto al Ministero della Salute chiedendo che il documento finale redatto dal comitato di esperti accolga queste quattro richieste essenziali. Le associazioni hanno inoltre chiesto di poter presentare le proprie motivazioni, anche scientifiche, in un’audizione dedicata.

“Si tratta di un’occasione storica per colmare finalmente un vuoto legislativo inaccettabile– ribadiscono –. Presto lanceremo ulteriori azioni congiunte per informare il pubblico su questo tema e fare pressione sulle istituzioni affinché anche l’Italia segua esempi virtuosi come quelli in Europa di Svizzera e Norvegia, dove il divieto di bollire animali ancora coscienti in pentola è già previsto dalla legge”.

 

Iscriviti alla newsletter e ricevi subito l'ebook gratis

Quattro ricette MAI pubblicate sul sito che potrai scaricare immediatamente. Puoi scegliere di ricevere una ricetta al giorno o una newsletter a settimana con il meglio di Vegolosi.it.  Iscriviti da qui.

Sai come si fa la salsa zola vegan? Iscriviti alla newsletter entro e non oltre l'11 maggio e ricevi subito la video ricetta

Questa pagina potrebbe contenere link di affiliazione. In qualità di Affiliato Amazon Vegolosi.it riceve un guadagno dagli acquisti idonei: in ogni caso, se clicchi sui prodotti e alla fine li acquisti non ci sarà alcun ricarico sul prezzo.

Print Friendly
0