Vegolosi

Le donne del vegan: passione, resilienza, forza e professionalità

La Giornata Internazionale della Donna è tradizionalmente l’occasione per celebrare a livello globale le conquiste economiche, sociali e politiche ottenute nei secoli, ma anche per ricordare le discriminazioni e le violenze che le donne hanno subito – e, purtroppo, continuano a subire – nel corso del tempo. In questa giornata speciale anche noi di Vegolosi.it vogliamo rivolgere un pensiero alle donne, alla loro forza, alla loro intraprendenza e al loro coraggio, raccontando alcune di loro.

Anche se l’amore per gli animali non conosce sesso né epoca storica, abbiamo voluto celebrare qui alcune figure femminili che, con il loro lavoro, contribuiscono attivamente e concretamente a cercare di rendere il mondo un posto migliore.

Prof. Luciana Baroni

Laureata in Medicina e Chirurgia a Padova, specializzata in Geriatria, Gerontologia e Neurologia, diplomata in Master Internazionale di II livello in Nutrizione e Dietetica presso l’Università Politecnica delle Marche, è socio fondatore e Presidente in carica della Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana (SSNV). Fondata nel 2000 per diffondere in Italia corrette informazioni, basate sull’evidenza scientifica, sull’alimentazione a base vegetale, la SSNV è un’associazione senza scopo di lucro che riunisce professionisti, studiosi e ricercatori in diversi settori favorevoli alla nutrizione a base vegetale. “Sono assolutamente convinta che la cura della salute, che ho scelto come lavoro, passi soprattutto attraverso l’informazione su come le nostre abitudini siano in grado di influenzarla. Una dieta a base di cibi vegetali rappresenta uno dei più efficaci e piacevoli mezzi per restare sani!”.

Genesis Butler

Ha solo 10 anni, ma ha determinazione e coraggio da vendere: lei è Genesis Butler, una bambina che a soli 5 anni è diventata vegana spontaneamente, sostenendo l’importanza di seguire una dieta 100% vegetale per gli animaliper la nostra salute e quella dell’ambiente. Convinta sostenitrice della propria scelta, Genesis è una vera e propria attivista per i diritti degli animali; per diffondere le proprie idee, questa ragazza utilizza la pagina Facebook “A vegan child’s journey” nella quale, insieme ai genitori, pubblica foto e video di sé, per dimostrare agli altri come i bambini vegani siano felici e in salute. A questo si aggiunge la capacità di tenere vere e proprie conferenze sul tema davanti a un pubblico nutrito, durante le quali Genesis – precisa, esaustiva e chiara – accompagna le sue affermazione con una serie di dati ricavati da studi internazionali. Una piccola grande donna, non c’è ombra di dubbio.

Angela Davis

Quanto è stretto il legame tra antispecismo e antirazzismo? Ce lo spiega Angela Davis, vegana e attivista, che è diventata celebre negli anni ’60 e ’70 come attivista dei diritti civili degli afroamericani e delle donne. Fermamente convinta delle proprie idee, la Davis  dimostra quanto spesso autori e filosofi che hanno dedicato la loro vita alla lotta contro il razzismo si siano mostrati sensibili anche alla questione animale, intimamente collegata alla discriminazione ai danni delle minoranze umane. “Penso che ci sia una connessione tra, e non posso andare oltre questo, il modo in cui trattiamo gli animali e il modo in cui trattiamo gli umani che stanno ai piedi della piramide sociale”, ha chiosato. “Guardate come le persone che mettono in atto questa violenza su altri esseri umani hanno spesso imparato a metterla in pratica facendo violenza agli animali”. Perché l’amore per gli animali non può e non deve escludere quello per le persone, e viceversa.

Jane Goodall

Per quasi 50 anni Jane Goodall, etologa e antropologa inglese, ha studiato i primati (in particolar modo gli scimpanzé) fondando un istituto che studia e si prende cura di questi animali. Il suo lavoro rivoluzionario è volto a dimostrare l’urgente necessità di proteggere gli scimpanzé dall’estinzione, ma non basta: oggi viaggia per il mondo, parlando delle minacce che devono affrontare gli scimpanzé e della crisi ambientale, esortando ciascuno di noi ad agire a nome di tutti gli esseri viventi e del pianeta che condividiamo. Inoltre, ha adottato un approccio non ortodosso nella sua ricerca, immergendosi nel loro habitat – prima donna, negli anni ’60, a studiare direttamente sul campo, avendo con sé solo una tenda, qualche piatto di latta, una tazza senza manico e un binocolo scadente – per sperimentare da vicino la loro complessa società, arrivando a capirli non solo come specie, ma anche come individui che provano emozioni. Una donna che ha fatto del rispetto e della tutela degli animali e dell’ambiente non solo il proprio lavoro, ma anche la propria motivazione nella vita.

Melanie Joy

Psicologa e docente all’Università di Boston, Melanie Joy  ha elaborato e sostiene da tempo la teoria del “carnismo”, secondo la quale esiste un sistema di “credenze che ci condizionano nel mangiare certi animali, lo facciamo senza pensare a cosa stiamo facendo, ma solo perché il sistema di credenze che sottende questo comportamento è invisibile”. Lei ha rivoluzionato, insieme a Peter Singer e Jefferey Masson, il mondo di vedere il mondo di molte persone. Le sue conferenze sono sempre piene, e spesso se ne esce in lacrime perché, a volte, una realtà svelata rompe barriere psicologiche che non pensavamo di avere. Che cosa ci porta a non sentire più nulla nei confronti di chi ci circonda? Come possiamo non riconoscere il dolore quando lo vediamo? La Joy ci racconta che un legame con l’alimentazione c’è: un discorso profondo e complesso, approfondito nel suo celebre libro “Perchè amiamo i cani, mangiamo i maiali e indossiamo le mucche”. Se la “dittatura della consuetudine” ci porta a credere che mangiare carne sia “normale”, “naturale” e “necessario”, Melanie Joy si impegna ogni giorno per sradicare queste convinzioni, invitandoci a fare la connessione tra il cibo che mangiamo e la sua provenienza  e creare un mondo migliore per tutti gli individui, umani e non umani.

Jo-Anne McArthur

Fotogiornalista canadese e attivista per i diritti degli animali, Jo-Anne McArthur utilizza la propria macchina fotografica – con scatti incredibilmente toccanti, che colpiscono dritto allo stomaco – per raccontare una realtà fatta di sfruttamento e sofferenza: quella degli animali che sono costretti a vivere nell’ambiente umano. “Molto tempo fa ho fatto una promessa agli animali, che sto cercando di mantenere ancora oggi: ho promesso loro che non avrei più contribuito alla loro sofferenza, che avrei usato la mia macchina fotografica per raccontare la loro storia e che non sarei più tornata indietro”. E così è stato: da molto tempo Jo-Anne dedica la propria vita all’attivismo, non solo attraverso la fotografia ma anche realizzando documentari e scrivendo libri sull’argomento: una donna coraggiosa e forte, che ha fatto del proprio lavoro una vera e propria missione, per dar voce a chi non ce l’ha.

Lisa Simpson

Non è una donna ma una ragazzina, non è in carne e ossa ma è comunque il simbolo di un cambiamento importante: lei è Lisa Simpson, figlia di Homer e Marge, diventata vegetariana nel lontano 1995 nella puntata del cartone animato “Lisa, the vegetarian”, che andò in onda negli USA raccontando la storia di una conversione vegetariana ma dal punto di vista di chi fa la sua scelta. Lisa ha smesso di mangiare carne dopo l’incontro con un agnellino, inizialmente incontrando la disapprovazione di amici e parenti. Anche Paul e Linda McCartney parteciparono alla nascita del personaggio di “Lisa vegetariana”: David Mirkin, responsabile della serie, li contattò per doppiare i loro stessi personaggi. I coniugi accettarono ma chiesero espressamente che il personaggio di Lisa rimanesse vegetariano per sempre, e così fu. Ora il pubblico della rete chiede a gran voce con una petizione che la piccola musicista, spesso incompresa, faccia il grande passo diventando vegana; quello che è certo è che, famosa e conosciuta in tutto il mondo com’è, Lisa abbia sicuramente mosso le coscienze di molti spettatori della celeberrima serie animata, con la semplicità e l’intelligenza che la contraddistinguono.

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