Vegolosi

Perché i giovani non vogliono toccare la carne cruda?

Forse è la paura del contagio da salmonella, forse la sensazione forte di avere a che fare con qualcosa di più che non del normale cibo per riempirsi lo stomaco, sta di fatto che la catena di supermercati britannici Sainsbury, dal 3 di maggio prossimo, metterà in commercio una nuova confezione di carne di pollo che permetterà ai giovani cuochi schizzinosi di non toccare per nessun motivo la carne cruda, ma di cuocerla direttamente nella confezione.

I millennials e la carne

Nonostante i dati pubblicati da Forbes sulle tendenze di acquisto dei giovani nati fra i primi anni ’80 e il 2000 (i “millennials”) raccontino di una sempre minor diffusione della carne e di una maggiore attenzione a salute, ambiente e benessere animale, una ricerca condotta fra i clienti della catena Sainsbury rilava che chi invece ancora continua a mangiarne, preferisce decisamente non toccarla per doverla cucinare. Un problema che secondo alcune analisi di giornali del Regno Unito a sempre più a che fare con la “dissociazione cognitiva” fra il corpo dell’animale e il cibo che ne deriva: cercare di non mettere insieme nella propria mente la consapevolezza del corpo di un animale con la bistecca nel piatto permette di continuare e reiterare le nostre abitudini alimentari ritenendole assolutamente “normali”, come spiega anche la psicologa Melanie Joy in uno dei suoi saggi più famosi sul tema del “carnismo”.

“Rispondiamo ad un’esigenza”

Katherine Hall, manager prodotto del settore carne e pesce della catena di supermercati britannici Sainsbury, racconta: “I consumatori, soprattutto quelli più giovani, sono preoccupati e spaventati all’idea di toccare carne cruda e nonostante sia abbastanza straniante questo dato, noi dobbiamo rispondere a questo trend“. Sainsbury ha risposto anche al trend vegetariano e vegano, questo per la cronaca, ma pare che sia sempre più importante trovare un modo per rendere il consumo di carne meno “fastidioso” possibile. Viene da chiedersi se si studierà un modo anche per evitare che alcuni tipi di carne perdano tracce di sangue in cottura in futuro.

Le reazioni alla notizia sui media internazionali e locali sono varie e c’è anche chi, invece, invoca alla barbara stupidità di creare un altro involucro di plastica per soddisfare i capricci di una generazione che sempre meno è in grado di affrontare le conseguenze delle proprie azioni. La plastica che, lo sappiamo, è uno dei più gravi problemi legati all’inquinamento del nostro pianeta in assoluto.

Piuttosto che smettere di mangiare carne…

Sta di fatto che la notizia letta con attenzione rivela un modificarsi profondo della percezione del cibo: la carne non solo “fa schifo da toccare” (come riporta una risposta di un questionario sottoposto da Sainsbury ai suoi clienti) ma in più è percepita (soprattutto quella di pollo) come foriera di pericoli immediati per la salute; eppure invece di lavorare a livello personale sulla propria dieta, si preferisce trovare nuovo modi, sempre più “igienici” per consumare un prodotto che è, per prima cosa, completamente inefficiente dal punto di vista economico e ambientale, come ha spiegato anche il professor Pete Smith in un recente documento redatto per Greepeace, in secondo luogo, causa la morte di circa 65 miliardi di animali ogni anno nel mondo ed infine i cui “dosaggi” consentiti dalle linee mediche internazionali continuano drasticamente ad essere diminuiti per poter garantire una buona prevenzione su malattie metaboliche, oncologiche e cardiovascolari.